L'immaginazione nell'arte e nella scienza (original) (raw)
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2010
L’attivita di divulgazione della cultura scientifica ha un ruolo fondamentale sulla societa, sia in termini di applicazioni innovative che di pianificazione dell’ambiente. I ricercatori dell’IAS-CNR di Capo Granitola operano da anni nell’ambito della diffusione della cultura scientifica, attraverso processi complessi e percorsi di divulgazione in partnership con istituti scolastici del territorio, realizzando attivita seminariali, convegni direttamente nelle scuole, nonche visite didattiche guidate degli alunni nei laboratori dell’Istituto ed esperimenti interdisciplinari sull’ambiente marino. Tali processi divulgativi si sono sviluppati creando numerosi percorsi, in maniera per certi aspetti analoga a quella per cui dalla mescolanza dei tre colori fondamentali si e in grado di ottenere un numero pressoche illimitato di tinte diverse. Lo scopo di questa “mescolanza” e stato quello di ottenere un ventaglio di competenze e strumentazioni che consentissero di indagare i differenti aspe...
L'immaginale e la tecnoscienza
ebook
L’uomo nei millenni ha dispiegato la sua esistenza, in simbolica corrispondenza con il ritmo vitale della natura, nella terra che ha abitato, in cui ha lavorato e che lo ha nutrito. Nell’epoca dominata dallo sviluppo vertiginoso delle tecnoscienze, sempre più urgente è la domanda di come preservare il cammino di cultura e civiltà dell’uomo, la sua Humanitas, il suo sentirsi microcosmo di un macrocosmo. La sua potenzialità creativa immaginale di Homo Symbolicus, prima ancora che Faber, può salvaguardarlo dalla tentazione di affidarsi all’ambigua potenza di intelligenze artificiali.
Cosa accade nella nostra mente quando immaginiamo? E cosa accade quando creaimo? Immaginazione e creazione sono la medesima cosa? Il percorso di questa tesi approfondisce le due tematiche all'interno del campo di ricerca della filosofia della mente all'incrocio tra filosofia e scienza.
Immaginazione, immagini del mondo e tarda modernità
Il dato forse più impressionante della crisi attuale consiste nel silenzio che la circonda. L’afasia della politica dei partiti e delle istituzioni incapace di andare oltre il mantra dell’evocazione ossessiva quanto impotente della crescita e della ripresa come panacee di tutti i mali. Ma anche il silenzio dell’assenza di movimenti, conflitti sociali, forme di resistenza organizzata a difesa delle condizioni materiali di chi ne subisce gli effetti. La politica sembra così la grande assente nello scenario della crisi. Perpetuamente oscillante fra una dimensione istituzionale sottomessa ad imperativi sistemici di varia natura e forme di mobilitazione dal basso effimere e incapaci di prefigurare ricette e strategie al tempo stesso alternative e praticabili. Immobilismo istituzionale e ribellismo dal fiato corto, stanca riproposizione di ricette neoliberiste e populismi urlanti sembrano così essere due facce della stessa medaglia. Due espressioni della stessa incapacità di pensare politicamente in modo diverso. La crisi diviene allora fenomeno essenzialmente privato, tragedia quasi sempre vissuta in solitudine e con esiti non di rado tragici. Per rendere ragione di questo scenario si evoca spesso il declino delle capacità immaginative della soggettività occidentale. Difficoltà crescente di pensare e agire politicamente sui tempi lunghi, incapacità di immaginare un futuro comune, molecolarizzazione del conflitto (Enzensberger 2007) costituiscono altrettante manifestazioni di un deficit di immaginazione che costituisce il principale indiziato per l’asfissia della politica liberaldemocratica ai tempi della crisi. La latitanza dell’immaginazione come facoltà di critica sociale o come capacità di innovazione politica o istituzionale costituisce, in realtà, più una constatazione che una diagnosi. Rimane, infatti, totalmente irrisolta la questione di quali siano le ragioni di questa atrofizzazione dell’immaginazione. E, più in generale, della sua ineguale distribuzione fra i diversi ambiti delle attività umane. È infatti l’immaginazione specificamente politica e sociale ad essere in crisi. La mia idea è che la crisi dell’immaginazione politica possa essere compresa a partire dall’intreccio fra la fisionomia dell’immagine del mondo prevalente nelle liberaldemocrazie occidentali e le profonde e molteplici trasformazioni materiali che hanno investito le nostre società sul finire del secolo breve. La tesi che intendo argomentare è che la potenza dell’immaginazione non è una costante antropologica, ma, al contrario, è una grandezza variabile dipendente al tempo stesso da fattori ideali e materiali: dalla fisionomia dell’immagine del mondo e delle condizioni economiche, sociali, tecniche della vita sociale. Proverò, cioè, a leggere la crisi contemporanea dell’immaginazione come il prodotto della combinazione di processi materiali e di trasformazioni delle immagini del mondo che hanno avuto come esito l’indebolimento del soggetto e la conseguente esiguità della rappresentazione del possibile, della capacità di immaginare il nuovo. Per argomentare questa posizione sarà necessario, in primo luogo, chiarire, in termini generali, natura e funzioni delle immagini del mondo (Badii, Fabbri 2011) e, in secondo luogo, tratteggiare sommariamente le trasformazioni che hanno investito nella tarda modernità sia l’immagine del mondo, sia gli assetti materiali delle società occidentali.
"L’immaginazione in Leopardi e in Joseph Addison"
ARETÈ International Journal of Philosophy, Human & Social Sciences, VOL. 4, 2019, pp. 405 - 418, 2019
After a brief introduction about the problem of leopardian sources, I wish to introduce here a description of the diffusion of Addison’s theories about the Imagination in Italy at the time of Leopardi, trying to highlight their influence on his thinking and his philosophy. The third chapter is dedicated to the analysis of an important excerpt of the Zibaldone where Leopardi quotes Addison and his Catone to introduce an interesting reflection about the pleasure of beauty and the role of imagination, almost as a way to face Addison issues.This excerpt represents an occasion to compare the theories of Addison and Leopardi about Aesthetics and also the similarities and the differences between them. The last part of the paper is dedicated to the results of the analysis and the conclusions.