Le raccolte di casa Saibante. Interessi librari e archivistici nelle biografie di Bianca Laura e Francesco Antonio (original) (raw)

Saggi in ricordo di Maria A. Abenante: le qualità (e i valori) di una bibliotecaria

AIB studi, 2022

Reading the essays collected within the miscellaneous volume edited by Vittorio Ponzani L’orgoglio di essere bibliotecari: saggi in ricordo di Maria A. Abenante (AIB, 2020) offers the opportunity to reflect on some of the values that support and move the librarian action: declined in its various services, aimed at a varied audience, immersed in a complex information reality, today perhaps more than ever it needs solid elements on which to rely. Pride, inclusion, bond for one’s land and farsightedness, but also meekness, rigor and conviction are some of the characteristics that guided the professional and life path of Maria A. Abenante (1969-2019), and which can serve as an anchor, but also be inspirational.

La libreria Bouchard e Gravier di Roma. Profilo storico-documentario, in "La Bibliofilia"

La Bibliofilia, 2013

The contribution examines the history of the Bouchard and Gravier book- shop in Rome, the main outlet for French books in the Papal city in the eight- eenth century. As a result of the discovery of a large number of unpublished documents it is now possible to paint a more complete picture than has hitherto been possible of the lives and careers of the two owners, who came from the Alpine valleys of the Dauphiné, and to provide a more detailed account of the commercial activities of the bookshop, which was the Roman branch of an international network built up by the two booksellers.

Maria G. Castello. - La Collectio Avellana e gli archivi

The Collectio Avellana and Its Revivals, a cura di Rita Lizzi Testa e Giulia Marconi, Cambridge 2019, pp. 302-317., 2019

La redazione della Collectio Avellana, la cui composizione risalirebbe alla metà del VI secolo, pone agli storici un'infinità di quesiti, alcuni dei quali riproposti di recente da Rita Lizzi Testa 1 Provo ad articolare delle risposte, partendo però da una domanda non fatta, ovvero la terminologia. Non esiste in latino un termine univoco per archivio e questo naturalmente costituisce una difficoltà. C'è l'ovvio scrinium che designava prima un oggetto fisico, quei bauli in cui venivano trasportati i documenti tra il III e il IV secolo, ma poi finì per indicare un officium, vocabolo anche esso polisemantico. Una delle questioni fondamentali riguarda gli archivi da cui il compilatore attinse il materiale: quali furono? Tale domanda ovviamente ne genera altre relative alla tipologia di archivi, ecclesiastici e imperiali, ai rispettivi responsabili e, soprattutto, alla loro accessibilità.

LAURA MALFATTO, LA BIBLIOTECA DI ANTON GIULIO BRIGNOLE SALE (pubblicato negli atti del convegno di studi “Anton Giulio Brignole Sale. Un ritratto letterario", Genova, Palazzo Ducale, Palazzo Spinola, 11-12 aprile 1997, a cura di Claudio Costantini, Quinto Marini e Franco Vazzoler

Quaderni di Storia e Letteratura / quaderni.net, 2000

The paper illustrates the library of Anton Giulio Brignole Sale (Genoa, 1605-1662), a politician and a person of letters, who was the first to add the last name “Sale” to the family name “Brignole”, and provides some information about cultural interests of its owner. His books are part of the library of this family, that belongs to the Municipality of Genoa since 1874 and to the Berio Library since 1983.

Archivi di persona presso l'Accademia degli Agiati e Casa Rosmini

in : Carte libri memorie. Conservare e studiare gli archivi di persona. Giornata di studio organizzata da Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso, 26 ottobre 2007, 2007

Materiali dalla giornata di studio organizzata da Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso, 26 ottobre 2007

M. BOCCUZZI, Dal “codice-dossier” al “codice-archivio”: i manoscritti Ap. Ms. I 81 e Ap. Ms. I 80 della Biblioteca comunale “Sabino Loffredo”, in CHIAFFARATA, RIVERA MAGOS, VIOLANTE, Storie dalla città.Tra ricerca e valorizzazione: Barletta dalla tardo antichità all’età moderna, Barletta 2018, 83-99

The codicological, palaeographical and textual analysis of two of the “books of the universitas” kept in the Municipal Library "Sabino Loffredo" of Barletta, the manuscripts AP. MS I 80 and AP. MS I 81 (XVth-XVIth centuries), clarifies that the first codex belongs to the category of the Apulian "red books", while the second codex is a dossier of the documents related to the sixteenth-century reform of the municipal statutes.

L’inventario della libreria Bouchard e Gravier di Roma, in "Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari"

Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari, 2013

All over the second half of the 18th century, the Bouchard and Gravier store in Via Del Corso was the bookshop with the largest amount of French books in Rome. Its activity is here examined with the help of the inventory edited in 1795 after Jean Bouchard's death, who had founded the store fifty years before. The inventory includes a wide description of all the equipment in the store, not only the books. The information provided in this document allow to throw light on some aspects of the business activities of the bookshops, in which sometimes the selling of books had just a subordinate role in the profits. Such observations allow to depict some perspectives of research particularly referred to the Roman book-trading of the 18th century.

Mancuso Barbara (2021). Susinno conoscitore tra storiografia e collezionismo. STUDI DI MEMOFONTE, vol. 26, p. 26-86, ISSN: 2038-0488

2021

Chi sia Francesco Susinno, oggi lo sanno ancora in pochi. E questo non perché resti arduo rintracciare notizie e documenti su questa figura di scrittore di cose d'arte e di pittore, non soltanto perché la duplice spada di Damocle della 'periferia' e della 'questione meridionale' ancora incomba sui fatti artistici siciliani, ma più semplicemente perché ben poco o per nulla il suo scritto è stato studiato quale fonte per la storia dell'arte. Dopo la completa ed esaustiva, ma ormai datata, introduzione di Valentino Martinelli all'edizione del 1960 del manoscritto Le vite de' pittori messinesi, e di altri che fiorirono in Messina, istoria nella quale vengono descritte le opere insigni, le patrie, i costumi ed i ritratti loro da Francesco Susinno pittore, datato 1724, ritrovato presso il Kupferstichkabinett del Kunstmuseum di Basilea, dove ancora oggi è conservato (ms. A45), Susinno non è stato più oggetto di nessuna indagine specifica, sebbene si possano annoverare numerosi riferimenti al testo e-sulle dita di una mano-qualche contributo marginale. Certo la fonte, a partire da quel 1960, è stata utilizzata. La preziosa miniera di notizie che Susinno forniva agli studiosi è confluita nelle ricostruzioni dei cataloghi delle opere degli artisti siciliani; con acribia il suo scritto è stato consultato alla ricerca di questo o quel nome; meticolosamente è stata valutata l'attendibilità delle sue attribuzioni nel tentativo di rintracciare opere da ricondurre a questo o quell'artista; con più attenzione è stato letto e riletto per le vicende riguardanti gli artisti, siciliani e non, di un certo spessore, da Antonello a Polidoro, da Caravaggio a Scilla; scrupolosamente è stato sfogliato alla ricerca dei comprimari e di quella gran messe di artisti che avevano ottenuto una biografia o anche una semplice citazione solo e soltanto nello scritto del messinese. Ma un uso esclusivamente strumentale di una fonte scritta non si approssima nemmeno lontanamente allo studio della fonte in quanto tale. Per quanto vantaggioso, lo spoglio delle notizie riportate e la loro verifica può al massimo dirci qualcosa sulla sua attendibilità, ben poco altro su di essa. Il vuoto creatosi intorno alle Vite di Susinno sorprende non poco e non solo per il lunghissimo lasso di anni trascorso dal suo rinvenimento a Basilea, ma soprattutto perché senza alcuna esitazione si può affermare che il manoscritto è il più rilevante testo di storiografia artistica siciliana, per approccio e per contenuti. Nella penuria di scritti d'arte siciliani, dove solo a cercarli col lanternino si rintracciano sporadici e spesso generici commenti critici sulle opere e sull'attività degli artisti, dove sono più gli autori che si avvicinano al mondo dell'arte da letterati o da eruditi che da sapienti del mestiere, la raccolta di ottantuno biografie di Susinno, con artisti siciliani o attivi in Sicilia in un arco cronologico che va dal Quattrocento al primo Settecento e si sviluppa da Antonello da Messina a Filippo Tancredi, è già per i suoi contenuti e per il livello di approfondimento, come anche per la quantità di notizie e giudizi, un unicum. Dietro la dichiarata volontà di fare storia attraverso le biografie, di restituire dignità alla scuola pittorica messinese e di distinguere le diverse fasi di sviluppo della produzione pittorica locale, appare un autore che, sulla scia degli epigoni di Vasari, rientrando coerentemente nel variegato panorama della cosiddetta letteratura dei campanili, avanza la sua forse tardiva ma non attardata proposta per una storia dell'arte siciliana. E 1724-piace ricordarlo-precede non poco il 1742 dell'avvio della pubblicazione della più nota fonte di letteratura biografica meridionale, le Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani di Bernardo De Dominici. Nonostante tutto questo perdurava la condanna all'oblio. Far riscoprire Susinno è sembrato allora un dovere. Sul finire del 2017, con un gruppo di ricerca costituitosi all'interno del

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“BIZANTINI. Luoghi, simboli e comunità di un Impero millenario” a cura di F. Marazzi, Volume edito occasione della mostra a Napoli-MANN, 21 dicembre 2022-10 aprile 2023 e a Torino-Palazzo Madama, 10 maggio-28 agosto 2023, Napoli 2023, Cat. nos V.86, V.87, V.93-V.95, V.105, VII.5, VIII.6 e XII.16.

“BIZANTINI. Luoghi, simboli e comunità di un Impero millenario” a cura di F. Marazzi, 2023