I guardiani della terra 4. Rachel Carson (original) (raw)

2018 ottobre; due articoli in "CORDENONS NATURA" n.4

Rave party e rifiuti abbandonati Domenica sette ottobre, alle nove, noi naturalisti avevamo un appuntamento con l'associazione veneta "Ritmi e danze dal mondo", per un'escursione guidata sui magredi di Cordenons. L'appuntamento era nella nota area ricreativa del Parareit, posto a noi noto perché diventava luogo conviviale e di chiusura delle giornate ecologiche che organizzavamo fino a non molti anni fa. Lo sconcerto provato quando siamo arrivati sul posto è stato grande, una gran tristezza per il disinteresse nei confronti dell'ambiente. Non ho la velleità di una soluzione del problema in cui ci siamo imbattuti, semplicemente cerco di destare qualche considerazione, magari qualche suggerimento, per ulteriori stimolo educativi, perché le raccomandazioni non sono mai troppe. A renderci tristi e increduli era la grande quantità di rifiuti dispersi dentro e fuori l'area ricreativa e la presenza di un centinaio di giovani, in buona parte intenti a rincasare, dopo una notte brava. Alcuni camminavano barcollando; qualcuno aveva gli occhi rossi, come il colore di un noto superalcolico contenuto in una bottiglia trattenuta fieramente. Immagino come deve essere stata la notte appena passata sul posto, sicuramente di musica e di gran bevute. Il responsabile della Pro Loco di Cordenons, che gestisce l'area, era già impegnato a trattare, con il gruppo degli organizzatori dell'evento, la dovuta pulizia. Si era

IL COLOSSO DEL KOTHON, BAAL DELLE ACQUE E DEL CIELO: PROTEZIONE DIVINA E CONTROLLO DELLE RISORSE IDRICHE A MOZIA NEL V SECOLO A.C

Quaderni di Vicino Oriente 17, 2021

The statue of Baal at the center of the Kothon of Motya represents both the main deity of the Sacred Area, and the symbol of the religious and political subject that ruled Motya at the mid-6 th century BC. The colossal statue was erected on a podium in the center of the sacred basin when the Sacred Area was rebuilt in monumental features and was enclosed by the Temenos. This sculpture is a typical work of the Cypro-Phoenician style of the second half of the 6 th century BC., and it was imported from the Levant. This masterpiece in that preeminent position played both a symbolic and a political role, as it represents the physical, as well as ideological, acquisition of the Sacred Area of the Kothon by the deity, and suggests the hegemony of a ruler of a priest-king, who shows his power in such evident forms. The erection of a colossal statue of the tutelary deity of the Sacred Area of Motya is a part of a wider urbanistic project that marks a clear change between the ancient colony of the 8 th century BC and the Phoenician polis of the 5 th century BC, enrooted in the political, social, and cultural context of Hellenized Sicily.

Il Nulla, il Cosmo, la Coscienza 4 cap.

Sinossi Partire letteralmente dal nulla assoluto, costruire un modello del nulla e vedere se e come esso abbia come conseguenza questa nostra realtà. E' una sfida provocatoria e apparentemente assurda lanciata dal fisico inglese Peter Atkins in una riunione di scienziati al Jesus College di Cambridge nel 1992, ritenendo che questa è la sola via percorribile dalla scienza per poter rivendicare un successo assoluto. Avendo raccolto una tale sfida, mi appresto a proporre il mio modello del nulla, una visione del mondo basata sul monismo e l'immaterialismo. In esso mi richiamo al saggio a carattere epistolare "De nihilo et tenebris", scritto nell'ottavo secolo dal filosofo francese Fredegiso di Tours, in cui egli sostiene la positiva realtà del nulla e delle tenebre dalle quali Dio creò il mondo. Nel mio modello il nulla è anch'esso un qualcosa, ma diversamente da come prospettato da Fredegiso, rappresenta il fondamento logico e ontologico di questa nostra realtà increata, necessaria e autosufficiente.

ALTERNATIVA - Considerazioni su un mondo cieco - 4ed.

2018

La sacralità della vita, religiosamente inviolabile, è spesso imposta in società digiune di basilari nozioni evoluzionistiche. La vita non è sacra. La vita, più semplicemente, è frutto di errori di copiatura nella trascrizione genetica, una condizione necessaria affinché l’evoluzione e l’adattamento degli organismi all’ambiente circostante possano aver luogo. La vita, pertanto, è un errore. Probabilmente il più bello che la natura potesse mai commettere. Un errore che, di tanto in tanto, cambia le carte il tavola. Ed è proprio questo, il cambiamento, a rappresentare l’unica certezza della vita. Tutto, prima o poi, è destinato a cambiare, e il modo in cui ognuno di noi reagisce al cambiamento ha l’immenso potere di determinare le sorti del domani.

LA VILLA PERFETTA. CAPITOLO 4 di AUTORITRATTO CON VARRONE

Autoritratto con Varrone, 2020

Divina natura dedit agros, ars humana aedificavit urbes : questo pensiero condensa l’impegno di Varrone e Vitruvio - vissuti nel I sec. a.C. - nello stabilire regole per edificare. Vitruvio ha in mente Varrone in più di un modo scrive Wallace-Hadrill . Nonostante la necessaria cautela imposta dallo stato estremamente lacunoso della produzione varroniana, si può affermare che, nei passi riportati, con ogni probabilità Vitruvio dipende direttamente da quello che, per sua esplicita dichiarazione, considerava uno dei suoi ‘auctores’. Proprio alla produzione linguistica di Varrone egli fa riferimento nella praefatio al IX libro (praef. 17), immaginando che « ancora molte generazioni future dialogheranno con lui sulla lingua latina (multi posterorum cum Varrone conferent sermonem de lingua latina) ». Ma se la presenza di Varrone in Vitruvio è certa, molto meno sicura è l’identificazione dei passi di ascendenza varroniana, a causa dell’impossibilità di verifica, dato il quasi totale naufragio degli scritti varroniani.

Quaderno di Arca dei Suoni 4

Quaderno di Arca dei Suoni 4, 2015

A cura di Masi Ribaudo ISBN 978-88-98398-08-9 Contents: introduzione Carlo Pastena Premessa Orietta Sorgi Considerazioni in corso d’opera Masi Ribaudo Uno, due, tre... e quattro il contesto Masi Ribaudo Arca dei Suoni: stato del progetto Assunta Lupo Ricominciare. L’educazione ai beni culturali in Sicilia al tempo della buona scuola Maria Rosa Turrisi Educare ai beni culturali. La collaborazione interistituzionale come risorsa Giorgio Cavadi Il valore educativo della pedagogia del patrimonio. Le esperienze dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia Maurizio Muraglia Apprendere per competenze: costruzione della conoscenza e beni culturali Maria Gloria Calì A scuola di... paesaggio Elisa Bonacini, Caterina Greco Ma quale Museo!? Conversazione in Sicilia... l’offerta Claudio Paterna Il museo e il territorio: attività culturali e didattiche della Galleria Abatellis nel contesto del quartiere storico della Kalsa Giuseppina Monterosso Il Museo “Paolo Orsi” di Siracusa: percorsi ed esperienze Patrizia Grasso Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas”. La didattica museale Giovanna Cassata, Antonella Balistreri, Lucia Scalia Palazzo Mirto: la didattica museale per la valorizzazione del patrimonio culturale come contributo didattico-formativo Francesca Terranova Visite guidate ai laboratori scientifici e di restauro del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro Maria Luisa Famà, Eleonora Romano Il “Lilibeo” di Marsala: un Museo che parla al territorio Maria Emanuela Palmisano Il Museo regionale di Terrasini Maria Rosa Panzica Himera tra passato e futuro. Nuovi approcci alla storia di un territorio Valeria Li Vigni A Sicilian Walk. Mostra diffusa nel territorio siciliano Donatella Metalli A Scuola di Catalogazione: gli studenti diventano detective. Un percorso ‘investigativo’ alla ricerca e alla scoperta di opere e reperti... trafugati

L'urbanista e il Piccolo Pianeta - Capitolo 4: LOCALE E GLOBALE

L'urbanista e il Piccolo Pianeta, 2017

“Locale e globale”, il quarto capitolo, riprende il tema di abitare la Terra attraverso la capacità di saper governare le condizioni del nostro tempo. La sfida prossima dell’urbanistica sarà quello di costruire una Terra di città: estese, correlate, accoglienti, miti, presìdi della natura, rigeneratrici di risorse. Il rapporto locale-globale si rispecchierà in accordi internazionali di cooperazione. pp. 92-119

2007; n. 4 foto nella guida della "RISERVA NATURALE FORRA DEL CELLINA"

La Riserva Naturale Forra del Cellina è gestita dall'Ente Parco Naturale Dolomiti Friulane; questa pubblicazione è stata realizzata nell'ambito del progetto integrato Spelaion logos, finanziato con l'Iniziativa Comunitaria Interreg. IIIA -Italia/Slovenia. Illustra le principali realtà naturalistiche, geologiche e storiche dell'area protetta facendo riferimento agli argomenti trattati nel Centro visite di Ponte Antoi e lungo il sentiero didattico del Dint. Il progetto, nel suo complesso, ha permesso di realizzare diverse attività per la valorizzazione di ambienti di origine carsica presenti in aree protette e in zone di elevato valore naturalistico dell'arco prealpino orientale: sentieri tematici, interventi infrastrutturali, allestimenti didattici, seminari, convegni, pubblicazioni, materiale illustrativo e divulgativo. Gli interventi hanno coinvolto tre aree protette (Riserva Naturale Forra del Cellina, Parco Naturale Prealpi Giulie, Parco Nazionale del Triglav) e un Sito di Importanza Comunitaria (Grotte Vigant e Pre Oreak in Comune di Nimis), interessati da territori simili per orografia, geologia e valenze naturalistiche. Nell'ambito della Riserva Naturale Forra del Cellina sono stati realizzati: 1. Un percorso didattico-naturalistico in parte a cielo aperto (Sentiero del Dint -Vecchia strada della Valcellina -Sentiero delle grotte) e in parte sotterraneo (all'interno del complesso carsico denominato "Grotte Vecchia Diga"). 2. L'allestimento del Centro visite in località Ponte Antoi a Barcis. 3. Una serie di studi sui principali aspetti naturalistici della Riserva (geologia, morfologia, idrologia, fauna, vegetazione). 4. Diversi materiali divulgativi, informativi e promozionali: sito web, DVD, CD-Rom interattivo, poster, depliant. Questa pubblicazione vuol essere una guida, semplice ma completa, che illustra e descrive tutte le bellezze naturalistiche che si possono osservare all'interno della Riserva Naturale Forra del Cellina; un aiuto per l'escursionista che vuole approfondire le sue conoscenze visitando questi luoghi.

Humans - Saggio di Sara Mazzoni

Osservatorio TV, 2016

Osservatorio TV è un progetto di ricerca indipendente sulla serialità televisiva coordinato da Barbara Maio. In questo saggio analizzo Humans, serie creata da Sam Vincent e Jonathan Brackley per Channel 4 (adattamento di Real Humans, serie svedese ideata da Lars Lundström). http://www.osservatoriotv.it/Archivio.html

I GUARDIANI DEI DIRITTI DELLA NATURA E DELLE SUE ENTITÀ

Il Politico, 2021

In this article, the author analyses the rights of nature and the guardianship exercised by the human being. For this purpose, he first observes and analyses the rights of nature and its entities. Moreover, the reflection is aimed at finding a category where these rights can be included. From the analysis of these issues, attention shifts to the need to understand the role that human beings play in the framework of the rights of nature and its entities. Nature and its entities alone are unable to take care of their interests, in particular to claim respect for their rights and to invoke restoration in the event that damage occurs. human beings make up for the incapacity of nature or its entities through specific tools. The author analyses the various tools that are used in some countries, leads them back to a single macro-category and defines men acting for natural entities as guardians of the rights of nature and its entities.

Il ricordo del deserto (Dt 8) PdV 4/2020

Parole di Vita, 2020

La dimenticanza del cammino nel deserto rende vana l'opera di Dio. La memoria del passato aiuta a conoscere il cuore e il senso dell'agire divino nella storia, insegnando quale modo di vivere il presente permette di ereditare le promesse di Dio.

PAVIMENTI COSMATESCHI DI ROMA: Parte quarta - GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DEI PAVIMENTI COSMATESCHI E LORO TIPOLOGIE

GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DEI PAVIMENTI COSMATESCHI E LORO TIPOLOGIE Dopo aver esplorato tutti i più importanti pavimenti cosmateschi delle basiliche e chiese di Roma, diamo uno sguardo generale a quelli che sono gli elementi fondamentali che li costituiscono utili per una statistica del loro impiego in funzione della cronologia dei litostrati realizzati. E' bene sottolineare, però, che molti dei pavimenti visti vennero costruiti originariamente nei tempi lontani di papa Pasquale II, e man mano che essi si deterioravano, furono restaurati, rimaneggiati o rifatti ex novo dai marmorari successivi, più o meno sempre appartenenti alla famiglia di Paulus o di Tebaldo marmorario. Per questo, quindi, non è propriamente corretto, a mio parere, fare una statistica di qualche attendibilità senza tenere conto di tale fatto, poiché se un pavimento dei primi decenni del XII secolo venne rifatto parzialmente, mantenendo per esempio i pannelli rettangolari delle navate laterali, e ricostruito nella fascia centrale dai Cosmati successivi, diciamo dopo mezzo secolo o più, è chiaro che esso presenta elementi misti di stili e tecniche diverse. Così, potremmo trovare un quincux di Iacopo, del 1190, nella fascia centrale di un primitivo pavimento fatto sotto Pasquale II nel 1112. Indipendentemente da questa constatazione, ora, vediamo le diverse tipologie degli elementi fondamentali di un pavimenti cosmatesco. Il Quincux Senza entrare nel merito del suo simbolismo e significato iconologico sul quale ho già abbondantemente discusso nel primo volume, dall'osservazione dei pavimenti visti fino ad ora, possiamo dire che i quincuxes utilizzati dai marmorari romani sono classificabili come segue: 1. Quincux semplice con cinque dischi, contenuto in un quadrato o rettangolo; 2. Quincux asimmetrico, con quattro disco esterni ed un quadrato al centro ruotato di 45°; 3. Quincux nel quincux, consistente in un quincux grande, del tipo 2. che all'interno del quadrato contiene un'altro quincux ruotato di 45°; 4. Quincuxes annodati tra loro in successione tra i dischi esterni; 5. Quincuxes "giustapposti", o tangenti, tra loro nei dischi esterni 6. Presenza di un quincux grande isolato nella navata centrale 7. Presenza di un solo quincux grande nella navata centrale ma collegato a una o due guilloche; 8. Presenza di due o più quincuxes di grandi o medie dimensioni nella navata centrale; 9. Presenza di una fila di quincuxes di medie o piccole dimensioni nella navata centrale. La Guilloche L'annodatura di dischi di porfido messi in successione costituisce la classica guilloche. Fondamentalmente essa si presenta in una successione più o meno lunga sviluppata in una fascia rettangolare, come un corridoio. Può estendersi in longitudine lungo l'asse della navata centrale, o in latitudine, cioè su un asse perpendicolare a quello della navata centrale. Oppure può essere

La Terra delle Sirene. Vol. 14/1997

1997

La frana che il 10 gennaio 1997 ha colpito la strada statale 145 all'altezza di Po. zzano-portando, con la sua scia di lutti, la penisola sorrentina all'attenzione della cronaca-fu un disastro annunciato. Questa la conclusione dei periti e della magistratura inquirente. Ma già prima che tale convinzione fosse stata resa pub blica, "La Terra delle Sirene" aveva passato in tipografia l'indagine di Antonino De Angelis sul dissesto idrogeologico e ambientale della penisola. L'autore dimo stra la consapevolezza del pericolo che ha minacciato la "Sorrentina" fin dai tem pi dellapertura, elenca gli innumerevoli studi, tentativi di tecnici, di giornalisti, di associazioni naturalistiche per costringere politici e amministratori pubblici ad abbandonare comportamenti irresponsabili o colpevoli, conclude con l'angoscio sa domanda: avremo altri disastri, altri morti, altre impunità? Con l'articolo di DeAngelis apriamo questo numero della rivista, e non solo in memoria delle vittime del gennaio scorso. Come ben sa chi legge da anni, "La Terra delle Sirene" nacque con una precisa vocazione: offrire ali' esterno la cono scenza della storia e della civiltà della penisola sorrentina e all'interno la coscien za di un passato che non deve essere tradito. Un obiettivo di natura strettamente, o precipuamente, culturale. Scelta che all'apparenza pareva escludere qualsiasi tipo di sconfinamento. In altre parole un giornale letterario, una rivista culturale come ce ne sono tante. Ma il discorso culturale non può imporre una mummificazione, non può e non deve escludere l'impegno civile. Siamo consapevoli di quanto, in un tempo di appropriazioni indebite come quello che stiamo vivendo, proposte simili possano apparire peregrine, e di come fatti recenti, qui, in penisola sorrentina, abbiano testimoniato scelte elettrostatiche a danno del pubblico interesse, sulla scia di un passato, non certo decente, a suo tempo condannato dagli attuali protagonisti. E tutto questo nel silenzio e nell'acquiescenza generali. "La Terra delle Sirene" non vuole condividere queste responsabilità, pur senza perdere di vista i propri obiettivi, che, va ripetuto, sono culturali, ma nel senso più ampio del termine. Ad esempio, lo scritto che segue all'indagine di De Angelis, dedicato al mare nell'antichità, e che continua il filone di studi sul!' archeologia della penisola sorrentina e sul mondo antico, vuol essere un omaggio alla grande tradizione marinara dei sorrentini, alla loro bravura, al loro coraggio, ai loro sacri fici sul mare; oltre che, naturalmente, un contributo alla conoscenza di condizioni e tecniche di navigazione nel mondo antico in quel Mediterraneo sul quale ci affacciamo, scrive Platone, come rane intorno a uno stagno. L'importante saggio di Antonio Vuoto sugli insediamenti monastici nella peni sola sorrentina costituisce il cuore di questo numero. Segue il ritorno di uno dei nostri collaboratori più illustri e più cari, Atanasio Mozzillo, che ci offre un altro capitolo del suo imponente lavoro sulla letteratura odeporica. Ancora, alcune simpatiche pagine di Palma Cappuro su un personaggio del recente passato che molti ormai non più giovanissimi sorrentini hanno conosciuto e amato: l'avvocato Giorgio Viterbo. E, per finire, la recensione di Annunziata Berrino, ricca di suggestioni, di un recente lavoro del De Angelis sull'ambiente, il paesaggio e la produzione di agrumi in penisola. A.F. ' L'inchiesta fu pubblicata in tre puntate con il titolo Nel disinteresse dei pubblici poteri. Il suicidio della Penisola sorrentina, «Corriere della Sera» del 28 dicembre 1968; 2 gennaio1969; 3 gennaio 1969. 4 La sezione sorrentina di Italia Nostra, fondata nei primi anni Sessanta con la presidenza dell 'Avv. Renato de Angelis, nel 1966 passa sotto la guida dell 'Ing. Mario Maresca, che negli anni seguenti sarà combattivo e appassionato protagonista nel dibattito intorno al tema dell'ambiente. Negli anni Ses santa, a supporto e guida di molti giovani, sono presenti nella sezione sorrentina personaggi di grande prestigio quali Manlio

La IV Stanza -La costruzione dell'Universo

Dottrina Segreta, 2019

La IV Stanza racconta la differenziazione dei Germi dell'Universo nella Gerarchia Settenaria dei Poteri Divini Coscienti che sono la manifestazione attiva dell'Energia Suprema Uno, Essi sono i modelli plasmatori ed i infine i creatori di tutto l'universo Manifestato e ciò nell'unico modo intellegibile del termine "Creatore". Essi lo informano e guidano, sono gli Esseri intelligenti che regolano e controllano l'Evoluzione, le manifestazioni incarnate della Legge Una, da noi conosciuta come la Legge della Natura. La mitologia indù chiama questo stadio dell'evoluzione "Creazione degli Dei" conosciuti con nomi diversi, ciascuno designante la funzione che dovrà svolgere. L'impulso manvantarico ha inizio con il risveglio della Ideazione Cosmica, la Mente Universale, in parallelo con l'emergere della Sostanza Cosmica dallo stato di pralaya indifferenziato. Gli Specchi della Saggezza Assoluta riflettono tale ideazione che, attraverso un processo trascendentale la trasforma in Energia Cosmica il cui nome è Fohat. Vibrando attraverso il nucleo della Sostanza inerte Fohat lo costringe ad entrare in attività e ne guida l'iniziale differenziazione sui sette piani della Coscienza Cosmica, le Sette Prakriti o Nature, che servono da base omogenea durante la crescente eterogeneità nell'evoluzione di quello Universo che porta alla meravigliosa varietà che riscontriamo sul piano della percezione. La Luce conduce il Signore dell'Essere nelle forme, aggregazioni attorno ad un Centro Laya, che diventano sempre più spesse sotto l'azione delle Forze Creative. La fisica quantistica spiega che nell'infinitamente piccolo della materia, i corpuscoli più piccoli finora solo ipotizzati matematicamente, le stringhe, in possesso di una determinata energia, infinitamente più piccoli di un atomo, individuate sotto forme geometriche, vibrano con certe frequenze di oscillazione da cui dipendono le costanti fondamentali della Natura. Esse si muovono in uno spazio a dieci dimensioni e, per molti aspetti, vengono assunte come il DNA dell'Universo perché la loro struttura determina, istante per istante, il destino cosmico. Alcune di queste stringhe hanno forma chiusa, altre aperta. Esse compaiono e scompaiono, si muovono a velocità di molto superiore a quella della luce in modo apparentemente caotico, seguendo percorsi sinusoidali del tutto probabilistici. Quando una stringa avverte le condizioni ottimali per entrare in un processo avviene quella che si chiama una "caduta d'onda": la stringa "cade" dal suo percorso sinusoidale all'interno del processo. Qualcuno criticherà questo modo irrispettoso di parlare della scienza, ma l'intento della narrazione non era quello di fornire una spiegazione scientifica, bensì quello di far capire a tutti il processo che sta alla base della nostra esistenza. Il Caos presente nell'Universo al momento della sua manifestazione, all'uscita dal pralaya, doveva essere molto simile a quello che si ha oggi all'interno della Materia Oscura, presente nell'universo in grande quantità, fornitrice inesausta di materiale per la formazione di corpi cosmici e causa prima dell'espansione dell'universo stesso. Questi corpi si formano attorno ad un centro che si chiama centro di gravità, la cui funzione deve essere simile se non uguale a quella dei Centri Laya. L'energia che muove le stringhe potremmo chiamarla Fohat, mentre il processo di formazione dei corpi non è dissimile da quello messi in atto dalle Forze Creatrici. Tutto ciò è semplicemente sbalorditivo: fenomeni cosmici che la scienza moderna riesce a appena a definire a livello matematico e che forse non potrà mai sottoporre alla prova sperimentale, erano già noti alla mente di uomini di tremila anni fa! La IV Stanza ci porta più avanti sul cammino della costruzione dell'Universo descrivendo le azioni compiute da Brahma che, in continua metamorfosi, assume aspetti di volta in volta corrispondenti alle necessità, creando i collaboratori che provvedono alla bisogna. L'insieme di questi collaboratori prende il nome di Costruttori e più avanti troveremo i loro nomi ed i lori compiti.

IL TRONO E IL MISTERO: VISIONE DI POTERE E SILENZIO NELL' APOCALISSE 4

Il Trono e il Mistero: Visione di Potere e Silenzio nell’Apocalisse 4, 2025

Apocalisse 4 ci trasporta in una visione mozzafiato del trono celeste, un simbolo potente che intreccia mistero, ordine cosmico e bellezza divina. Questo capitolo rivela il cuore del potere trascendente, sfidando il nostro concetto di autorità umana e progresso. Tra i ventiquattro anziani, le quattro creature viventi e il mare di cristallo, emerge un messaggio universale: la vera trasformazione, personale e collettiva, nasce dall'equilibrio tra tradizione e innovazione, tra umiltà e risveglio spirituale. Scopri come il silenzio apofatico e la lode incessante possano ispirare il cammino dell'umanità verso un futuro radicato nella saggezza e nella trascendenza. Apocalisse 4 non è solo una visione, ma un invito a riscoprire il sacro nel progresso umano e a trasformare il potere in uno strumento di armonia e rigenerazione.