L'ITALIA AL LAVORO Un lifestyle da esportazione (original) (raw)

L'Italia al Lavoro

Bologna University Press, 2023

23 studiosi afferenti a 16 istituti e università italiane e straniere hanno partecipato alla costruzione di questo volume dedicato all’esposizione itinerante Italy at Work: Her Renaissance in Design Today (1950-1953). Hanno cercato di restituire la complessità dello scenario in cui si svolse la mostra, la sua organizzazione, gli attori, gli interessi culturali, economici e politici, gli stili e i riferimenti culturali che contribuirono al buon esito di un’iniziativa che ha contribuito a presentare l’Italia sul palcoscenico del mondo e alla costruzione della retorica e alla fortuna internazionale del Made in Italy. Il volume si pone quale punto di partenza per l’avvio e lo sviluppo di ulteriori ricerche e nuove riflessioni. For the rest of the book, see: https://buponline.com/prodotto/litalia-al-lavoro/

L'IMPATTO DELLA GLOBALIZZAZIONE SUL MADE IN ITALY

L’obiettivo di questo paper è analizzare come uno dei settori manifatturieri,tra i più apprezzati al mondo, abbia subito un lento e inesorabile declino per colpa o per complicità di alcune interventi legislativi europei che hanno minato il welfare delle zone rurali tipiche italiane, in cui la lavorazione artigianale e industriale nel settore tessile era, negli anni ’60, tra le più floride. Il caso di due città simbolo quali Biella e Prato mostrano, non solo una visione economica degli effetti che la soft law europea ha sui cittadini, ma anche il ruolo politico che essa gioca nella gestione dei flussi d’immigrazione e nella rappresentanza all’interno delle città di determinate comunità, inizialmente minoritarie ma che nel corso degli anni sono diventate via via sempre più influenti sino ad arrivare alla presenza di un sindaco cinese nella città di Prato. Non sono inoltre trascurabili le conseguenze della crisi economica del 2008 che ha colpito il nostro paese e altri paesi della zona mediterranea. Si osserveranno inoltre gli effetti della policy globale sulle politiche adottate dagli stati che contrastano con l’idea originaria di globalizzazione giuridica come sistema universale di diritto “comune” che possa valere in ogni territorio e possa facilitare l’accesso alle risorse per i cittadini senza costituire ostacoli di alcun tipo.

Poveri radicali: istanze comportamentali ed esperienze intermediali nel New Domestic Landscape italiano – L’Italia al lavoro: un lifestyle da esportazione, Paola Cordera e Chiara Faggella (a cura di), Bologna University Press, Bologna, Italy, 2023 (Ita.)

L’Italia al lavoro: un lifestyle da esportazione, 2023

The paper explores some behavioral instances and intermedia practices featured in the 1972 exhibition “Italy: The New Domestic Landscape” curated by Emilio Ambasz at MoMA in New York. Starting from Superstudio, Ugo La Pietra, and Gruppo Strum projects presented on that occasion, the paper highlights various key features of the new avant-garde and interdisciplinary movement known as Radical Architecture. It underlines the collective dimension and anti-authoritarian nature of such radical designers – in line with the Counterculture that spread since the late 1960s – as well as their ambiguous relationship, between fascination and skepticism, towards media and technology. This represents the counterpart of the economic boom, in line with a new, conceptual, and more political idea of Made in Italy that emerged at that time.

Immigrazione e sviluppo locale nel Made in Italy

2008

Il lavoro immigrato ha un ruolo di rilievo nella riproduzione e nella trasformazione di diversi segmenti rilevanti dell'economia italiana. Esso si inserisce anche in segmenti produttivi e modelli organizzativi particolarmente centrali, quali i distretti industriali delle produzioni del Made in Italy.

FARE I LAVORATORI? LE SCUOLE INDUSTRIALI E ARTISTICO–INDUSTRIALI ITALIANE IN ETÀ LIBERALE

FARE I LAVORATORI? LE SCUOLE INDUSTRIALI E ARTISTICO–INDUSTRIALI ITALIANE IN ETÀ LIBERALE, 2019

Scarsamente considerate da un apparato statale che provvide a regolamentarle solo nei primi anni del XX secolo, le scuole industriali e artistico–industriali avrebbero dovuto, nelle intenzioni dei loro fautori, educare i futuri operai e capi–operai. Ma fu quello veramente il loro intento? Il volume, sulla base della documentazione raccolta a livello centrale e locale, cerca di ricostruire la storia istituzionale, sociale e quantitativa dell’istruzione professionale dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra. http://www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825524192

IL COMMERCIO ESTERO VIA MARE DELL'UE ED IL RUOLO DELL'ITALIA

Il presente testo ha lo scopo di analizzare nel tempo l’andamento del traffico commerciale comunitario via mare verso i Paesi extra-UE e di individuare il ruolo dei porti. Successivamente, uno specifico focus verrà realizzato relativamente all’Italia. Allo scopo di svolgere la seguente indagine, tutte le informazioni verranno ricavate attraverso l’elaborazione di dati Eurostat.

LE IMPRESE ITALIANE NELLE RETI PRODUTTIVE INTERNAZIONALI

LE IMPRESE ITALIANE NELLE RETI PRODUTTIVE INTERNAZIONALI, 2018

Vari fattori hanno favorito negli ultimi decenni la frammentazione internazionale dei processi produttivi e la loro organizzazione in ‘’reti di produzione internazionali’’ (RPI) o catene del valore globali (GVC), formate da imprese leader, dalle loro affiliate estere e da reti di subfornitori, spesso localizzati in paesi diversi. Il primo capitolo di questo rapporto è dedicato al tema della misurazione delle RPI e a come sono posizionati i paesi maggiormente coinvolti negli scambi di beni intermedi “lavorati” (al netto delle materie prime). Seguono i risultati di tre casi aziendali, a cui hanno partecipato importanti imprese leader dei comparti mezzi di trasporto e apparecchi elettrici, e alcuni subfornitori; il terzo capitolo è dedicato alle politiche di sostegno, con un focus sulla domanda-offerta di servizi e le considerazioni espresse dalle imprese intervistate. Tra i risultati vi è un nuovo “indicatore di posizione relativa”, utile a misurare il diverso coinvolgimento dei paesi nelle reti produttive internazionali basandosi sui dati degli scambi di beni intermedi lavorati. Rispetto ad altre fonti statistiche, questi dati presentano il vantaggio di poter essere aggiornati costantemente. L’indicatore mostra i paesi maggiormente specializzati nelle fasi produttive a monte/a valle di alcune filiere e i cambiamenti intervenuti dal periodo pre-crisi. Vi si aggiunge un’analisi effettuata elaborando un set di micro-dati di imprese (di fonte Istat): rileva un coinvolgimento relativamente elevato nelle RPI delle imprese appartenenti ai settori tipici del made in Italy, che in larga parte sono sia importatori che esportatori. La sezione dedicata ai casi di studio mostra, anche grazie alla collaborazione di importanti imprese leader di filiera, il diverso grado di internazionalizzazione delle funzioni aziendali, evidenziando le differenze riscontrate tra il gruppo di PMI e quello delle imprese più grandi. Emerge con chiarezza l’importanza della funzione degli approvvigionamenti, che rappresenta intorno alla metà del fatturato aziendale (con circa il 30% degli input produttivi proveniente da altri paesi, in larga parte della stessa area geografica). Un ulteriore aspetto riguarda i legami tra imprese leader e subfornitori italiani ed esteri, dove spesso si riscontra un coordinamento simile a quanto accade nell’ambito di uno stesso gruppo. Queste evidenze forniscono anche importanti spunti di riflessione circa gli effetti delle recenti guerre commerciali sulle strategie organizzative delle imprese e sui costi derivanti dalla sostituzione dei fornitori. Various factors have favored the international fragmentation of production processes and their organization in '' international production networks '' (IPNs) or global value chains (GVCs), formed by leading companies, their foreign affiliates and networks of sub-suppliers, often located in different countries. The first chapter of this report is dedicated to the measurement of IPNs, and the relative position of countries most involved in the trade of "processed" intermediate goods (net of raw materials). In the second, we present the results of three case studies, with the participation of several important leading companies of the transport equipment and electrical appliances, as well as some sub-suppliers. The third chapter is dedicated to supporting policies, with a focus on the supply and demand of services and the opinions of the interviewed companies. We use a new "relative position indicator" to measure the different involvement of countries in international production networks based on data on the trade of intermediate processed goods. Compared to other statistical sources, these data have the advantage of being constantly updated. The indicator shows how the countries appear to be relatively specialized in upstream / downstream production phases, and the changes since the pre-crisis period. Furthermore, we show the results of an analysis carried out using a set of micro-data at company level (from the Italian National Statistics Institute): it reveals a relatively high involvement in IPNs of companies belonging to the typical Made in Italy sectors, as they are largely both importers and exporters. The section dedicated to the case studies shows, thanks to the cooperation of several leading companies, the different degree of internationalization across business functions, also highlighting the differences between a group of SMEs and of larger companies. It clearly shows the importance of the procurement function, which represents about half of the company's turnover with about 30% of the productive inputs coming from other countries (largely of the same geographical area). A further aspect concerns the links between the lead firms and their subcontractors, where coordination is often very similar to what happens within company groups. These results provide some evidence on the potential effects of recent trade wars on the organizational strategies of companies, giving some insights on the role of replacement-cost of the supplier base.