Leopoldo Lauritano (original) (raw)

Francesco Misitano

non conosco il Suo titolo professionale e per questo La prego di scusarmi se non lo nomino. Conosco invece il Suo nome dagli eccellenti articoli e dalle accurate recensioni che Lei manda a Calabria Sconosciuta, di cui è un valente ed assiduo collaboratore. Mi rivolgo a Lei con questa mia missiva per congratularmi anzitutto del Suo pezzo: "Fermenti libertari e diatribe paesane a Sant'Agata del Bianco nel 1833" pubblicato dalla rivista Calabria Letteraria, nn. 7-8-9, del luglio-agosto-settembre 1998, che ho letto con molto interesse, sia per il fatto in sé, che non conoscevo, sia per la ricchezza di particolari con cui l'ha corredato. Dal momento che Lei in questo articolo cita il mio scritto su "Il sacerdote Vincenzo Tedesco", pubblicato da Calabria Sconosciuta, anno XVIII, n. 66, pagg. 77.81, un mio amico si è gentilmente preoccupato di mandarmi una copia del Suo pezzo. In questo Lei cita due documenti riguardanti l'uno la delazione dell'arc. Vincenzo Tedesco al Sottintendente di Gerace contro i liberali di S. Agata (del Bianco), l'altro la denunzia del Sindaco di S. Agata, Giuseppe Scambelloni, contro l'arciprete Tedesco indirizzata allo stesso Sottintendente. Le famiglie ed i personaggi di queste due opposte fazioni mi sono note, essendo io nato e cresciuto a Caraffa del Bianco, e pertanto mi permetto chiederLe se sarebbe possibile avere una fotocopia di entrambi i documenti onde poter approfondire, sulla scorta di essi, le mie conoscenze sulla storia del mio paese e del vicino S. Agata. etc.".

Leopoldo Franchetti

Voce dedicata a Leopoldo Franchetti, contenuta nel "Dizionario del Liberalismo Italiano", Tomo II, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2015, pp. 510-513.

MARIANO MALAVOLTA

Auspicium imperiumque: ideologia e insegne del potere dall'Etruria a Roma, pubblicato il 21 febbraio 2020.

Lorena Menditto

Pedagogia e Vita , 2018

Il cervello sensibile. Riflessioni sulla mente matematica silenziosa, tra plasticità cerebrale e sistema educativo. Fin da piccoli percorriamo i nostri riti, inconsapevoli mentre lo facciamo, ma fiduciosi perché a condurci nel serissimo gioco del sapere leggere e scrivere, non siamo soli. Ripetiamo così, in un rituale vero e proprio, gli insegnamenti degli adulti, che per questo diventano veri. In base a questo assunto anche l'errore diventa rituale: nel tentativo epistemologico della ricerca della verità, le componenti educative legate alla relazione e all'espressione delle singole individualità, vengono ad essere trascurate, e per questo non sedimentano all'interno della mente. Si parte dal postulato secondo cui se è vero che la materia bianca del cervello aumenta le connessioni-i.e. interconnessioni-con la parte grigia durante le prime fasi dell'apprendimento della lettura 1 è anche vero che i Bambini che imparano a contare con la linea dei pallini montessoriana, non provano alcuna avversione nei confronti della matematica, quando si svela loro il segreto custodito del calcolo. Il presente articolo è l'occasione per presentare le riflessioni su uno studio 2 che ha messo in evidenza l'interdisciplinarietà delle scienze umane nel trattare le correlazioni tra i disturbi del neuro-sviluppo e le emozioni ad esse collegate; questa non è la sede di una trattazione compartiva tra le differenziazioni localizzazioniste dei neuro-scienziati, bensì si riconosce un'importanza fondamentale alle inferenze tra le capacità cognitive e al loro substrato neuro-biologico, con un focus specifico sul disturbo del calcolo 3. Quando si parla di lesioni cerebrali si pensa al processo mentale come la risultanza di alterazioni funzionali o disfunzionali, relativamente alla gravità della lesione; ma può accadere che il processo mentale e di apprendimento prenda strade diverse e adotti risorse inaspettate. L'esperienza derivata dalla vita sociale e relazionale può provocare – nel senso precipuo del termine – delle vere e proprie nuove scanalature nel cervello adulto e favorire lo scambio neuronale tra zone apparentemente non interconnesse 4 e le relative mappe di interscambio sono suscettibili di sviluppo o ipo-sviluppo a seconda se l'esperienza è positiva o negativa. La struttura interna viene così a modificarsi anche nella forma esterna 5 , oltreché – come abbiamo appena detto – nella sua funzionalità. Finora si è accennato alle scolpiture funzionali e strutturali, ma esistono evidenze di tipo emotivo? Sappiamo che la primaria relazione diadica tra la madre e il neonato e la successiva relazione triadica madre-figlio-padre possono determinare il benessere cerebrale del Bambino, qualora questa sia di tipo funzionale; e ancora: durante le prime fasi di sviluppo il bambino che riceve le cure necessarie per la relazione affettiva con il caregiver ricava benessere e accrescimento ponderale del cervello stesso. Se 1 B.A. Wandel – N.K. Logothetis, Interpreting the BOLD signal, «Annual Review Physiology», 66 (2004), p. 735 ss. 2 L. Menditto et al., Il pregiudizio della conoscenza come base dell'errore logico. Uno studio sulla fluenza e sulla rotazione spaziale, attraverso analisi multivariate della devianza, Roma 2017. 3 E' un dato sempre più ricorrente che l'attività neurale produce modifiche ai processi mentali; sebbene questa osservazione scoperchi annose questioni deterministiche tra le funzioni cerebrali e le attività della mente, possiamo ragionare sul fatto che, ad esempio, anche in presenza di grave deficit del lato sinistro del cervello-la zona notoriamente preposta al linguaggio-, non ne consegua necessariamente una disabilità nell'uso della parola e che le interconnessioni degli emisferi, unitamente all'evoluzione cerebrale, favoriscono lo sviluppo del movimento corporeo come spinta all'accrescimento quantitativo e qualitativo del cervello stesso. Cfr M. Bownds, The biology of mind: Origins and structures of mind, brain, and consciousness, Wiley 1999. 4 I.H. Robertson, Il cervello plastico: come l'esperienza modella la nostra mente, Rizzoli,

Ignazio Impastato

2020

Nullità va cercando, ch'è sí cara come sa chi per lei legittimità rifiuta: spunti su alcuni "comportamenti attizi" tra amministrazione e giurisdizione  SOMMARIO: 1. Premessa: sulla doverosità istituzionale della giustizia amministrativa.-2. L'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni confiscati e sequestrati tra nullità ed autotutela.-2.1. Potere in fatto o in atto?-2.2. Segue: La nullità strutturale (per mancanza dell'oggetto).-2.3. La questione del provvedimento di autotutela riguardante un atto viziato da nullità strutturale.-3. Le conseguenze applicative in punto di giurisdizione.-3.1. Le ragioni della spettanza al giudice amministrativo della cognizione sul provvedimento di autotutela avente ad oggetto un atto affetto da nullità strutturale e/o sulla conseguente domanda di risarcimento dei danni.-3.2. Segue: Le ragioni della spettanza al giudice ordinario.-4. Conclusioni. 1. Quando Silvio Spaventa, nel suo "Discorso" preparato per l'inaugurazione della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, inneggiò all'imprescindibile beneficio derivante dalla tutela processuale del cittadino nei confronti del pubblico potere invocabile davanti ad un giudice speciale, ebbe modo di riferirsi specificamente ad alcuni valori intrisi di una forte semantica collettiva 1.  Testo aggiornato e riveduto dell'intervento svolto in occasione del convegno tenutosi a Palermo il 18 dicembre 2018 sul tema "Diritto amministrativo e misure di prevenzione della criminalità organizzata. La gestione dei beni confiscati: criticità e prospettive dopo le recenti riforme legislative (a cura di Nicola Gullo). 1 Valori a loro volta figli dell'evoluzione del rapporto tra Stato e cittadino quali, tra gli altri, la libertà, la solidarietà e l'uguaglianza umana, che "una volta emerse nella coscienza degli uomini, diventano fattori inesauribili e perenni del diritto, e sottopongono lentamente a sé tutti i rapporti in cui quelli vivono, non solo tra loro, ma con la comunità di cui fanno parte e, se non giungono sempre a dare a questi rapporti tale energia da suscitare un vero potere individuale contro la comunità di cui fanno parte, obbligano il governo di questa ad esercitare su di sé una vigilanza costante, per mantenere al possibile un'armonia fra tutti gli atti dei suoi organi e le norme stesse": S. SPAVENTA, Per l'inaugurazione della IV sezione del Consiglio di Stato, in www.giustizia-amministrativa.it; ma v. pure S. SPAVENTA, La giustizia nell'amministrazione, Torino, 1949, 60 ss. Parla di influssi germanici sull'orientamento culturale ed istituzionale di Spaventa, B. SORDI, Spaventa, Silvio (Il Contributo italiano alla storia del Pensiero-Diritto), in Enc. Treccani, online, 2012; più in generale, M. NIGRO, Silvio

Timpanaro, Sebastiano

Dizionario Biografico degli Italiani, 95 (2019), 692-695

Biography of the italian scholar Sebastiano Timpanaro (1923-2000). He studied classics with the italian philologist Giorgio Pasquali and - though non academic - he was one of the most wide ranginng intellectuals in the second half of the XX century not only in Italy.

lepanto

Il nome di Montesquieu fu evocato fin dalle prime battute di quella grande discussione sui principi e sulle forme di governo che portò alla rivoluzione e alla fondazione degli Stati Uniti d'America 1 . È nel 1787, tuttavia, che l'Esprit des lois diviene il libro più citato in America, dopo la Bibbia 2 . Durante la convenzione di Filadelfia e nel corso del processo di ratifica della costituzione si richiamarono a Montesquieu sia i sostenitori del nuovo progetto costituzionale, sia i suoi oppositori, tanto che − scrive James Caeser −, se è forse esagerato definire il confronto sulla costituzione federale un «grande seminario» dedicato all'esegesi dell'Esprit des lois, «è vero però che è appoggiandosi a quest'opera che le due parti hanno definito le loro posizioni teoriche» 3 . 1 L'eccellente lavoro pubblicato da Paul Merrill Spurlin nel 1940 (P. M. SPURLIN, Montesquieu in America, 1760-1801, New York, Octagon Books, 1969), nonostante il trascorrere degli anni, rimane ancora oggi una delle più ampie e accurate documentazioni relative alla conoscenza dell'opera di Montesquieu in America. Grazie alla sua meticolosa ricerca sappiamo che i testi montesquieuiani ebbero un'ampia diffusione oltre Atlantico fin dagli anni sessanta del XVIII secolo, soprattutto in traduzione inglese: De l'esprit des lois venne tradotto a Londra da Thomas Nugent nel 1750, Les considérations sur les causes de la grandeur des Romaines et de leur décadence nel 1755, le Lettres persanes nel 1760. Benjamin Franklin aveva nella sua biblioteca le opere di Montesquieu, insieme a quelle di Locke, Hoadley, Sidney e Milton. Adams possedeva un'edizione francese delle opere montesquieuiane. All'età di diciotto anni Hamilton raccomandava la lettura di Grozio, Pufendorf, Locke, Montesquieu e Burlamaqui, per lo studio della teoria del diritto di natura. Jefferson, Madison, e molti tra coloro che ricevettero una formazione giuridica di livello universitario, avevano studiato l'Esprit des lois. Le opere del barone di La Brède, d'altra parte, erano note anche ad un pubblico più vasto, grazie ai passi antologizzati nelle raccolte letterarie o pubblicati sulle gazzette, strumenti per una lettura d'intrattenimento o edificante poco costosa e facilmente accessibile (cfr. , «L'esprit des lois» et la Constitution américaine, in Actes du colloque international tenue à Bordeaux, du 3 au 6 décembre 1998, pour commémorer le 250 e anniversaire de la parution de «L'esprit des lois», réunis et présentés par Louis Desgraves, Bordeaux, Académie de Bordeaux, 1999, pp. 255-262. La presenza di Montesquieu nel dibattito sulla costituzione federale è analizzata anche in: S. COTTA, Montesquieu, la séparation des pouvoirs et la constitution fédérale des États-Unis, «Revue internationale 1 Le tracce rimaste della lettura del filosofo di La Brède in America rivelano come la tradizione Machiavelli-Montesquieu non sia mai stata intesa come antagonista con la tradizione lockiana dei diritti naturali 4 . Furono, infatti, soprattutto le divergenze, cresciute tra il 1776 e il 1787, intorno al tentativo di convertire in pratica la filosofia giusnaturalista di Locke, con le sue idee di consenso, sovranità popolare, diritti individuali, uguaglianza e contratto sociale, a spingere i padri fondatori ad un confronto/scontro sul significato e l'utilità del pensiero politico-costituzionale montesquieuiano. Già nelle sue Observations upon the Present Government of Pennsylvania (Philadelphia, 1777), Benjamin Rush, dissentendo dalla scelta unicamerale della costituzione della Pennsylvania, che sarà al centro di una polemica destinata a durare ben oltre il 1787, impostava la questione nei termini che essa avrebbe assunto ancor più chiaramente un decennio dopo per John Adams e per gli autori del Federalist: Una cosa è comprendere i principi, e un'altra comprendere le forme di governo. Locke è un oracolo per quanto riguarda i principi, Harrington e Montesquieu per quanto riguarda le forme di governo 5 .

Eduardo Scarpetta

Drammaturgia, 2023

ISABELLA INNAMORATI 256 Domenico Scarpetta, era ufficiale agli affari ecclesiastici del ministero borbonico e tra i suoi compiti rientrava la vigilanza sui teatri, dove, di tanto in tanto, portava con sé la famiglia. Ecco perché Eduardo fu uno spettatore precoce: varcò presto la soglia del teatro dei Fiorentini, assistendo con poca attenzione agli spettacoli di prosa delle maggiori compagnie italiane di passaggio per Napoli, e quella del teatro San Carlino dove invece si appassionò agli spettacoli comici, in dialetto, dinamizzati dal genio di Antonio Petito, interprete moderno della maschera di Pulcinella e di Pascariello. Fu precoce anche nell'ingresso professionale a teatro, che avvenne a quindici anni, in tristi circostanze e dietro pressanti necessità economiche: il padre Domenico si spense nel 1868 dopo una lunga malattia che aveva prosciugato i risparmi di famiglia. Eduardo si propose come attore alla compagnia del teatro Nuovo-dove recitava Antonio Petito-contando sulle buone relazioni del padre, ma senza successo. Ripiegò allora sulla nuova compagnia del San Carlino, capeggiata da Tommaso Zampa, dove recitava Antonio Natale, un altro attore amico, con l'impresa Mormone. E qui ottenne la sua prima scrittura il 22 ottobre 1868, il cui testo è parzialmente pubblicato nell'autobiografia. Stando a quanto vi si legge il giovane era ingaggiato «in qualità di generico di secondo filo, non escluse le ultime parti e quelle di poca o niuna entità». 4 Doveva, insomma, assolvere alle più disparate e marginali esigenze in qualunque tipo di spettacolo, compreso «ballare, tingermi il volto, essere sospeso in aria, se qualche produzione il richiedesse, ed in fine fare tutto ciò che mi verrà imposto, come anche cantare nei cori, e a solo, nei vaudevilles». 5 Sostiene di aver debuttato nella nuova rivista di Antonio di Lerma di Castelmezzano Cuntiente e guaie, ma il suo nome compare già in piccoli ruoli nelle locandine teatrali di altri spettacoli precedenti. 6 Quello al San Carlino fu, comunque, un ingaggio di breve durata perché l'impresa sciolse la compagnia nel marzo del 1869. Trovò, tuttavia, rapidamente un nuovo impiego grazie ai buoni uffici di due attori, Cesare Spelta e Giovannina Altieri, nella formazione del teatro Partenope, diretta dal capocomico Gennaro Pastena per l'impresa di Gennaro Falanga. Costui controllava un vero e proprio sistema teatrale, basato su tre distinte sale: Fenice, Partenope e Sebeto. Nel complesso l'offerta era molto variata, contemplando sia il dramma storico che la commedia, la farsa, la rivista e il ballo (l'impresa aveva costituito un vero e proprio corpo di ballo con primi ballerini, danzatrici, mimi, un maestro concertatore di danza, un maestro di musica e musicisti). La strategia impresariale era quella di far re