Margherita Guidacci e la riflessione sulla modernità attraverso il prisma di un’ecfrasi da Grünewald (anteprima; chi fosse interessato al pdf completo mi scriva e sarò felice di condividerlo). (original) (raw)
2023, IPR. Italian Poetry Review
Il presente articolo si incentra sulla lettura ravvicinata e sull’inquadramento, nel contesto della produzione in versi e delle riflessioni teoriche in prosa dell’autrice, di una delle poesie a carattere ecfrastico della raccolta guidacciana "L’altare di Isenheim". In particolare, il contributo assume a oggetto d’indagine il componimento dedicato all’espressionistico pannello che, nel polittico di Matthias Grünewald, raffigura la tentazione di Sant’Antonio. Dopo aver messo in evidenza l’interesse per le arti visuali di cui la poetessa ha molte volte dato prova, e dopo aver ripercorso le circostanze della genesi dei testi che commentavano il Flügelaltar di Colmar, l’articolo muove a dimostrare due punti fondamentali. In primo luogo, esso documenta come l’ecfrasi autoriale di un’opera figurativa si caricasse talvolta di valenze ideologiche aliene all’artefatto iconico ma centrali per la stessa Guidacci, come in questo caso l’atto di accusa verso la hybris razionalistica e il tecnocentrismo della moderna cultura occidentale. In secondo luogo, esso mette in luce i nessi che legano una tale ideologizzazione dell’opera d’arte alle considerazioni guidacciane intorno alla funzione dell’artista nel mondo contemporaneo. abstract The article focuses on the close reading and contextualizing, in the framework of the author’s verse production and theoretical reflections in prose, of one of the ekphrastic pieces of Margherita Guidacci’s poetic collection L’Altare di Isenheim. In particular, the contribution takes as its object the poem commenting on the expressionistic panel that, in Matthias Grünewald’s polyptych, depicts St. Anthony’s temptation. After highlighting the interest in the visual arts, which the poet demonstrated on many occasions, and after tracing the circumstances of the genesis of the texts on the Colmar Flügelaltar, the article moves on to demonstrate two fundamental points. First, it documents how the author’s ekphrasis of an artwork is charged with ideological values alien to the iconic artifact but central to Guidacci herself, as in this case the critique of the rationalistic hybris and technocentrism of modern Western culture. Second, it underlines the links between such an ideologization of the work of art and Guidacci’s considerations on the artist’s role in the contemporary world.