Athos Bellettini: demografo storico, pubblico amministratore e primo presidente della SIDES (original) (raw)

Paolo Emilio Bensa: un civilista italiano di formazione (anche) pandettistica

2016

Paolo Emilio Bensa's figure is representative of the peculiar dichotomy, which distinguishes Italian juridical culture in general and, very especially, Genoese one, between the 19 th and 20 th centuries. The typical attention paid to legal practice, mostly influenced by Napoleonic Codes and French methodology, is now associated with the latest influence of German Pandectist doctrine, providing an original approach. This paper presents a new perspective on Bensa's multi-faceted educational path, which led him from Genoa to Leipzig to follow Bernhard Windscheid's courses and paved the way for his peculiar scientific and didactic production, culminated in the translation of Windscheid's Lehrbuch. RÉSUMÉ: Le portrait critique de Paolo Emilio Bensa est représentatif de la dichotomie particulière caractérisant la culture juridique italienne, et génoise en particulier, entre le XIX e et le XX e siècle. L'intérêt typique pour la pratique, généralement influencée par la méthodologie et le code français, est à présent associé aux plus récentes suggestions de la doctrine du Pandectisme allemand et donne vie à une approche innovante et originale. L'article se propose de présenter une reconstitution nouvelle de la formation hétérogène de Bensa, qui le conduisit de sa natale Gênes jusqu'à Leipzig, pour suivre les cours dispensés par Bernhard Windscheid, en posant les prémisses d'une tradition didactique et scientifique spécifique.

Il polittico di San Clemente di Agostino De Marchi e Marco Zoppo: documenti, cronologia e stile

"Prospettiva", 163-164, 2018

The polyptych made by Agostino De Marchi and Marco Zoppo for the Bolognese church of San Clemente in the Collegio di Spagna is a very early expression of the new Renaissance style in Bologna. The intention here – backed up by a re-examination of partly unpublished documents and stylistic analysis of the piece as a whole – is to sustain that the work of the woodcarver and the work of the painter were planned concurrently, and this determined a substantial continuity in terms of execution. The completion of the retable, including the painted part, can therefore be dated to no later than the spring of 1459, corresponding therefore with the final payments received by Agostino De Marchi. The study also focus- es on the distinctive techniques adopted by Zoppo and on his highly original capacity to mediate between the perspective and compositional innovations assimilated during his stay in Padua and the chromatic qualities of the Florentine “painting of light” which had arrived in Emilia thanks to the activity there of Piero della Francesca.

Dionigi d'Alessandria, il Periegeta, Guida delle terre abitate

2004

La mappa delle terre abitate del II sec. d.C. trova negli esametri di Dionigi il Periegeta una sintesi straordinariamente intensa in cui confluiscono la migliore tradizione poetica greca, una forte attenzione ai percorsi di terra e di mare che uniscono le grandi città dell’impero romano, collaudati elenchi di popoli periferici e lontani. Il testo è stato letto alla luce delle conoscenze antiche e moderne sulla vita e l’opera del Periegeta; il curatore ha tenuto in debito conto gli importanti studi che negli ultimi due decenni hanno avuto come oggetto questo autore. Della Guida delle terre abitate si ripropone l’edizione critica pubblicata nel 1990 da Isabella Tsavari, corredata da note esplicative e da una traduzione italiana, che aggiorna e corregge quella stampata da Francesco Negri nel 1838.

Athenaion Politeiai tra storia, politica e sociologia: Aristotele e Pseudo-Senofonte

C. Bearzot, M. Canevaro, T. Gargiulo and E. Poddighe (eds), Athenaion Politeiai tra storia, politica e sociologia: Aristotele e Pseudo-Senofonte, Milano 2018, 2018

Questo volume raccoglie gli interventi presentati al Convegno Athenaion Politeiai tra storia, politica e sociologia: Aristotele e Pseudo-Senofonte, tenutosi a Cagliari dal 10 al 12 maggio 2017. Le due opere, così diverse nonostante il medesimo titolo, e giustamente annoverate tra le più significative espressioni del pensiero politico e storico greco, continuano, con i loro problemi irrisolti, ad essere al centro della riflessione degli studiosi, come dimostrano le edizioni commentate e i saggi sull'una e sull'altra apparsi negli ultimi anni (o di prossima uscita). Aprono opportunamente il volume un illuminante esordio in cui si definisce come si debba precisamente intendere il termine politeia, per evitare anacronistici fraintendimenti, e una ricostruzione dell'ambiente culturale in cui furono copiati i quattro rotoli che ci hanno fortunosamente trasmesso l'Athenaion Politeia aristotelica; di questa vengono poi, in numerosi contributi, riesaminati i rapporti con la Politica, varie questioni di teoria politica e diversi luoghi critici della sezione storica dell'opera. Dell'Athenaion Politeia pseudo-senofontea sono trattati temi di storia dell'interpretazione (il dogma roscheriano, che è all'origine della moderna esegesi dell'opera); punti nodali e ancora controversi come il tipo di messaggio (eversivo o dissuasivo?) che si può immaginare il suo autore avesse in animo di rivolgere ai suoi destinatari; un tentativo di messa a punto di un possibile profilo dell'Anonimo; l'analisi filologica di passi difficili, come II 19-20, dalla cui elucidazione discendono conseguenze di grande importanza per il nostro intendimento dell'opera. Il volume è scaricabile in open access al sito: http://www.ledonline.it/index.php/Erga-Logoi/pages/view/qel-8-athenaion-politeiai

Il "Massimino Farnese": un tipo policleteo

NAPOLI NOBILISSIMA RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA, 2019

Now that the head of the ’Massimino Farnese’ has been identified as portraying Marcus Nonius Balbo and information has been gathered from 18th-century excavation journals, there is general consensus that the head of the statue, which had been torn inadvertently from a tuff bank in the course of excavations in Herculaneum by Duke d’Elboeuf in 1710-1711, was relocated by Weber on February 13, 1768 and that the body was recovered on April 16 of the same year. Hence, the statue could be thought of as an honorary portrait of Marcus Nonius Balbo in heroic nudity. Actually, though, it is not at all certain that the head belongs to that body; indeed, the presence of integrations due to modern restorations in the neck area would suggest the contrary. The body of the statue, which is distinct from the Doryphoros type only for a black chlamys over the left shoulder, might be one of the best marble replicas from the Roman Age of the bronze archetype of Polykleitos’ Hermes.