La figura di Polifemo nel teatro greco. Trasformazioni di un mostro (original) (raw)

Drammi greci: dallo spettacolo “monouso” all’idolo testuale, in: Registrare la performance. Testi, modelli, simulacri tra memoria e immaginazione, a cura di M. Garda ed E. Rocconi, Pavia, Pavia University Press, 2016, pp. 21-48.

A typological pattern is provisionally proposed of the written records of ancient Greek drama, based on literary, epigraphic and iconographic testimony, and on the most up-to-date critical debate on several related topics. The historical context of aurality and performance culture proper to classical Athens (5th-4th centuries BCE) is firstly considered, before focusing on the spread of (re)performances as well as the increasing of private reading of written literature and the birth of scholarship in the Hellenistic era (3rd-1st centuries BCE). The suggested typology includes ‘proleptic’ records, such as the autograph and the scripts copied for performers (actors, chorus), and ‘analeptic’ records, such as scripts for posthumous reperformances, scholarly editions, and copies for private reading. As a result, the essay underscores the need for a reassessment of the traditional aims, targets and means of classical philology when it points towards the products of ancient Attic drama.

La vampa del mostro. Figure del fuoco nel mito greco

Il mondo come noi lo conosciamo, ben ordinato nei distinti elementi che lo compongono (aria, acqua, t e rra e fuoco), ben misurabile nelle sue dimensioni e direzioni (alto/basso; sopra/sotto) non è sempre stato così; o almeno non lo è sempre stato secondo le antiche cosmogonie, racconti sacri sulle origini d e l l ' u n iverso che costituirono la prima materia poetica per le civiltà che si affacciarono sui bordi del M e d i t e rraneo nei due millenni precedenti la nascita di Cristo. Sia che alle origini di tutte le cose ci sia un atto creativo, come nel libro della G e n e s i ebraico, sia che la materia preesista all'atto divino di ordinarla e distinguerla, come nei sistemi cosmogonici mesopotamici e in quello greco, la condizione che si pone 'in principio' è quella dell'informe, dell'indiff e r e n z i a t o .

Polifemo alla luce del folklore romeno: dall’Odissea al cântec bătrânesc

Națiunea imaginată. concepte și etape în construirea identităților naționale europene, 2019

The international folktale type AT1137-Polyphemus is a constant narrative structure whose variants occur not only in Homer's Odyssey, but also in the Middle Ages and in later folktales up until the 20th century. The independence of Odyssey IX and Amzulescu's type 2 Bogdan Dimian and Sila Samodiva is suggested by the similarities and differences between the AT1137 type and its variants in both Romanian oral narrative genres (basm and cântec bătrânesc). The final commentary on three modern Romanian epic songs confirms that Romanian folklore still preserves a unique background of ancient myths, rituals and initiations. Il tipo folklorico internazionale AT1137-Polifemo è una struttura narrativa costante la cui prima attestazione nota si ha nell’Odissea omerica, ma che attraversa spazi ed epoche riaffiorando nelle Mille e una notte, nel medioevo latino e nei racconti folklorici europei e mondiali fino al XX secolo. L’indipendenza tra il IX libro dell’Odissea e le attestazioni successive, dimostrabile filologicamente, spinge a indirizzare l’attenzione su alcune varianti romene che si segnalano per arcaicità e conservatività. Pur bene attestato nella fiaba di magia (basm), è nel genere della ballata (cântec bătrânesc) che il tipo rivela le maggiori particolarità. Gli elementi simbolici, rituali ed iniziatici presenti nel folklore romeno, terreno privilegiato per lo studio della mitologia popolare europea, offrono nuovi elementi utili ad indagare il retroterra dell’episodio omerico e delle tradizioni popolari che ne sono il parallelo.

La storia come mezzo: l’Odisseo mediatore di Polibio

ERGA-LOGOI - Rivista di storia, letteratura, diritto e culture dell’antichità, 2015

The text inquires into the meaning of Polybius' references to Odysseus advancing the hypothesis of reconstructive mediation. The text's two aims are first to delimit Polybius' concept of mediation, then to use it to discuss possible meanings from the explicit association between Polybius himself and Odysseus in the Histories. § § 2. and 3. analyze two sets of Polybius' snippets through complementary approaches (M. Jay's intellectual history, C. Romano's hermeneutics, J. Thornton's diplomatic perspective): the first one, on history's mediative function, is discussed in the light of Polybius' own theoretical statements in book XII; the second one, centered on his explicit mentions to Odysseus, advances the hypothesis of political mediation perceptible in Polybius' mediative attitudes. The conclusions (§ 4.) argue the coherence between discoursive and political mediations in two ways: reconstructive (by investigating a Polibian meaning about writing history) and historiographical (by drawing a topical comparison with Thucydides).