Alias/Alter ego. Alterità e identità d’interprete nel muto italiano. Oltre la finzione [2014] (original) (raw)

«L'altro/arabo. La rappresentazione dell'alterità nel cinema italiano contemporaneo»

L'Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano, a cura di Leonardo De Fraceschi, Aracne Editrice, 2013

L'arabo abita gli schermi italiani fin dal cinema delle origini, a cominciare dallo scontro di religione e di civiltà che è alla base della Gerusalemme liberata, trasposta per la prima volta in pellicola da Enrico Guazzoni nel 1911 1 . Allora fu l'impresa coloniale italiana in Libia a rendere attuale la crociata dei cristiani contro gli "empi pagani". Il 1911 coincide con lo sviluppo della cinematografia italiana che si adopera per fornire una rappresentazione della cosiddetta guerra italoturca (1911-12) attraverso le riprese documentaristiche di Giovanni Vitrotti e di Luca Comerio 2 . Oltre ai documentari, in questi anni anche il cinema di finzione, compreso il genere comico, attinge dalla guerra di Libia, proponendo in chiave propagandistica l'impresa italiana come una guerra di liberazione a favore del popolo arabo contro gli ottomani 3 . A fronte di una resistenza della popolazione libica, nella ci-1 Sull'orientalismo nel cinema muto italiano, mi permetto di rinviare a: Annunziata, 2010. 2 Riportiamo alcuni titoli di documentari realizzati nel 1912: L'avanzata decisiva in Libia, L'avanzata di Tripolitania, La battaglia delle Due Palme, L'inaugurazione della stazione radiotelegrafica di Tripoli, Vittoriosa battaglia per la conquista del Magreb in Africa, La vita degli ascari eritrei, Vita indigena in Libia, realizzati da Luca Comerio; L'esercito vittorioso, I costumi della Libia, Tripoli, La vita a Tripoli, realizzati da Giovanni Vitrotti. Sul cinema italiano coloniale si vedano Brunetta e Ellena, 1999. 3 Solo per citare alcuni titoli: Guerra italo-turca tra scugnizzi napoletani di Elvira Notari (1912), L'eroica fanciulla di Derna di Gennaro Righelli (1912), i film comici Bidoni e l'araba (1914), Kri Kri ritorna a Tripoli (1914). L'Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano

Oscillazioni di identità/Identity swings. Da L’uomo duplicato di Josè Saramago a Enemy di Denis Villeneuve.

Questo lavoro si propone di analizzare in maniera comparata il romanzo L’uomo duplicato (O homem duplicado) di José Saramago, e l'adattazione cinematografica che Denis Villeneuve ne ha fatto con Enemy. Avvalendosi di strumenti semiotici, si mira ad analizzare la loro struttura e i sottotesti che li caratterizzano. Si ripercorreranno le isotopie, insiemi di categorie semantiche che scorrono nel testo, presenti nel romanzo e nel film, che servono a determinare il tema delle due opere analizzate, cioè il “complesso dei valori e delle categorie semantiche che il testo esprime” (Volli 2003: 69)

La rivista di Engramma luglio/agosto 2021 183 Alias. Miti còlti sul (manu)fatto

Metamorfosi e peregrinazioni di Io. Dalla pittura vascolare alla tragedia, e ritorno., 2021

The iconographic journey of Io and the characters in his mythical story stem from a reflection on the literary and iconographic sources that tell his story. It is possible to hypothesize that the Attic tragedy could have triggered and stimulated an iconographic change of Io, who, originally, is depicted as a heifer, while from about 450 BCE Io changes her connotations turning into a female with bovine horns. As a corollary to the reflections, it seems possible (or evident) that the iconographic evolution affected the character of Argo, too.

Alter Ego. Identità e alterità nella società mediale contemporanea [vol.1]

Volume collettaneo che si interroga sul concetto di Sé e di Altro, da varie prospettive, diverse e lontane tra loro. La storica del linguaggio e il sociologo, lo studioso di cinema e quello di linguistica utilizzano gli strumenti delle proprie scienze per offrire un dialogo interdisciplinare aperto al confronto. Il volume si compone di due "tomi", il secondo dei quali è denominato appendice multimediale.

Una, bina e non so che. L’ambiguità gender di Pierrot nel cinema muto italiano

"Immagine. Note di storia del cinema", 2020

Il saggio analizza tre film del cinema muto italiano accomunati dalla presenza di un’attrice nei panni del personaggio maschile di Pierrot: Histoire d’un Pierrot (1914. Baldassarre Negroni), con Francesca Bertini, Il disinganno di Pierrot (1915, Ugo Falena), con Stacia Napierkowska, e L’anello di Pierrot (1917, Edoardo Bencivenga), con Lucia Fornaroli. La riflessione si articola in due parti: nella prima si collocare il corpus filmico preso in esame all’interno del più ampio contesto culturale della nascente modernità, nella convinzione che non si possa comprendere la crescente ambiguità gender di Pierrot se non in relazione a una più vasta e feconda metamorfosi storica del personaggio e a una più generale mutazione nelle politiche del travestitismo scenico femminile. Nella seconda parte si pongono alcune domande direttamente ai film del corpus: quali immagini di genere vengono costruite in questi Pierrot travestiti? Come si riarticolano, nei sensi plurivoci del cross-dressing, le dinamiche psicologiche e fisiche del desiderio sessuale e come si confrontano con le ideologie patriarcali della famiglia e del lavoro?