Contro le illusioni nazionaliste (original) (raw)
Il nazionalismo italiano, apprendista stregone
Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021
Recensione a: G. Parlato, La Nazione dei nazionalisti. Liberalismo, conservatorismo, fascismo, Fallone Editore, Taranto 2020.
«Dovremmo impedire il nazionalismo dei vaccini». È stato questo il primo grido d'allarme pronunciato dal direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità. Egli presagiva ciò che sta accadendo in questa fase della pandemia. Allertava, con lungimiranza, sulle nefaste conseguenze della competizione tra gli Stati per dotarsi dei vaccini in modo unilaterale, trascurando le implicazioni di questa condotta per cui pochi hanno molto e molti hanno poco. Oggi si moltiplicano timori analoghi perché, se le richieste di vaccini fossero soddisfatte solo negli Stati che hanno acquistato la maggior parte delle scorte, ciò potrebbe significare una continua incidenza del virus sulla popolazione restante degli Stati non vaccinati. Il timore è che la sua capacità nel mutare e la sua rapidità nel diffondersi possano
Dialoghi Mediterranei, 2021
Leo Di Simone, La pace come utopia concreta; Francesco Faeta, Appunti per non ricominciare. La cultura; Mariano Fresta, I beni immateriali nei Quaderni del Museo Nazionale Arti Popolari; Mario G. Giacomarra, La Scuola antropologica palermitana: le associazioni e le pubblicazioni; Nicola Grato, «'U jornu era 'ncimatu»: luoghi e umanità residuali nei versi di Nino De Vita; Vincenzo Guarrasi, Sulla Geostoria come scienza di Gaia; Dario Inglese, Diego Armando Maradona, il demiurgo trasgressivo; Giovanni Isgrò, Paolo Amato architetto dell'effimero barocco a Palermo; Laura Leto*, Henry Dunnage Esquire e l'Isola nel suo destino: una memoria restituita; Battista Liserre*, La nascita delle prime tragedie in volgare fiorentino; Luigi Lombardi Satriani, #DiegoEterno; Luigi Lombardo, Udii tra il sonno … i canti, le novene, il cibo di Natale; Santo Lombino, L'idea di Italia unita in Francesco Bentivegna; Francesco Medici, Naseeb Arida, un poeta siriano tra New York e Iram; Michela Mercuri, Le Primavere arabe dieci anni dopo. Il fallimento delle rivolte che ambivano a divenire rivoluzioni; Maria Chiara Modica, Cultura visuale urbana tra spazio e narrazioni. Il caso Ragusa; Stefano Montes, Sonno, sogno e veglia. Quattro variazioni in chiave auto-etnografica; Virginia Napoli, L'"islam noir" post-coloniale e il dibattito sulla laicità; Olimpia Niglio, Kevin Echeverry, Reconnecting with your Culture: La "Scuola del Mondo" verso una nuova ecologia educativa; Lina Novara, Le Naiadi di Mario Rutelli nel "Villino Nasi" a Trapani; Antonio Pane, Gozzano poeta perbene; Franco Pittau, "Douce France" ma non per gli emigrati italiani; Valentina Richichi, Michele Ketoff mistico del colore; Gian Mauro Sales Pandolfini, Adagio ma non troppo. Digressioni su evoluzionismi e piagnistei; Flavia Schiavo, Il 'paradigma New York City'; Giuseppe Sorce,"Space is the place" o l'inevitabilità del luogo; Orietta Sorgi, Un pamphlet contro l'oscurantismo delle ideologie identitarie; Roberto Sottile, Mescolare dialetti, comporre musica, cantare storie; Sergio Todesco, Lo Stretto di Messina come bene immateriale; Francesca R. Uccella*, Fra università e musei la legittimazione e la valorizzazione del patrimonio culturale in Catalogna; Marcello Vigli, Cronache di fine anno dal Vaticano; Francesco Virga, La "Rerum novarum" del nostro tempo. Considerazioni in margine all'ultima enciclica di Papa Francesco; Nabil Zaher*, La presenza italiana in Tunisia tra l'800 e la prima metà del '900. Lombardo, Umane dimenticate istorie; Giovanni Gugg, Pratiche collettive di commemorazione delle vittime della pandemia; Antonino Cusumano, Dalle macerie alle rovine, dalla resistenza alla rigenerazione; Claudio Bocci, Luoghi della cultura e sviluppo territoriale; Lia Giancristofaro, La Convenzione di Faro: eredità, comunità e ibridazioni professionali; Lauso Zagato, Chi ha paura di Faro?; Rossano Pazzagli, Territori da vivere. Quale turismo nelle aree interne?; Marcella Guidoni, Un'esperienza di transumanza in Molise; Fulvio Cozza, La Maestranza e gli altri. Etnografia di una comunità di "individualisti"; Alessandra De Renzis, La Strategia regionale toscana per le aree interne: una storia di partecipazione. DIALOGHI SUL NEGAZIONISMO Davide Accardi*, Perché il negazionismo è un fenomeno politico, dunque contemporaneo; Alberto Giovanni Biuso, Contro i negazionismi; Chiara Dallavalle, Fakenews e Covid-19: appunti sulla manipolazione dell'informazione; Maria D'Asaro, Neri Pollastri, Un dialogo sui cortocircuiti del pensiero in tempo di Covid; Nino Giaramidaro, L'anno bisestile e il virus della discordia, tra ragione e superstizione; Nicola Martellozzo, Il dubbio, il sospetto e la credenza. Note di antropologia sul negazionismo; Vincenzo Matera, Luca Rimoldi, Credenze, rappresentazioni e senso comune. 5 PER L'ITALIANO Lettera aperta ai direttori dei telegiornali e dei quotidiani italiani; Ugo Iannazzi, La difesa dei nostri patrimoni linguistici sopraffatti dall'inglese; Luciano Giannelli, Riflettendo sui sopraffatti; Salvatore Claudio Sgroi, Quello che condivido e non condivido con i neo-puristi. IMMAGINI 519 Contro i negazionismi Maurits Cornelis Escher, Occhio, 1946 dialoghi sul negazionismo di Alberto Giovanni Biuso
Nazionalità e lotta di classe. La Nuova Sinistra e i nazionalismi periferici
Diacronie, 2012
L’articolo si propone di affrontare le relazioni intercorse tra il marxismo italiano e i nazionalismi periferici, attraverso la rilettura di una storia politica che affonda le sue radici nel Congresso di Colonia del Partito Comunista d’Italia e prosegue in sordina fino allo scioglimento di Democrazia Proletaria. Il Programma d’Azione approvato a Colonia nel 1931, che prevedeva la realizzazione della Federazione delle Repubbliche Socialiste e Soviettiste d’Italia, sancì l’inizio di una tormentata e ambigua relazione tra il marxismo nostrano e il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Subito accantonate dal movimento comunista ufficiale, queste tematiche riemergeranno periodicamente nei dibattiti della sinistra rivoluzionaria. Dai rapporti di Lotta Continua e Potere operaio con gli indipendentisti baschi e irlandesi, fino al riconoscimento ufficiale delle nazionalità periferiche italiane da parte di Democrazia Proletaria, sono molti gli elementi che invitano ad un’accurata riflessione su questi temi. L’analisi delle scelte e delle lotte condotte in nome del diritto all’autodeterminazione dalla Nuova Sinistra italiana potrebbe consentire una maggiore comprensione di un rapporto, quello tra socialismo e nazionalismo, talmente complesso da essere stato troppo spesso travisato.
La vocazione territoriale come mito razionalizzante
Objectives. The paper aims to contribute to the debate on the territory governance processes by giving an alternative vision, called 'situationist', compared to the prevailing one, defined as 'unitary' or ‘systemic’. Methodology. In this theoretical paper we compare two paradigms, both belonging to the management studies, which provide a different view of what is the ‘territory’ and, consequently, what are the processes of governance of a territory. Findings. The idea is to revisit the concept of ‘territorial vocation’ that, from objective, observable and shared by all the actors of a certain territory and in a certain historical moment, becomes a ‘rationalizing myth’. An intersubjective construct not assisted by an aura of objectivity and functionality to the interests of the territory. The result, influenced by unintended effects, of the strategic action of a pro-tempore dominant coalition. Originality and limits of the study. The situationist perspective, point of...