Luigi Molinelli “pittore fiorentino d’architettura” - Imagines, n. 9, novembre 2023, pp. 164-191 (original) (raw)

>San Giovanni dei Fiorentini<, in «Michelangelo architetto a Roma», cat. della mostra, (Roma 6 ott. 2009-7 feb. 2010), a cura di Mauro Mussolin con la collaborazione di Clara Altavista, Cinisello Balsamo (Mi) 2009, pp. 206-213

scovo di Firenze, benediceva la posa della prima pietra. Nonostante le ingenti donazioni, gli sforzi per dare compimento alla chiesa costituiscono lo specchio dei progressi e delle difficoltà incontrate dalla comunità tosco-fiorentina nella Roma dei papi. Resta tuttavia fondamentale comprendere come le attese del pontefice fossero quelle di fare della chiesa di San Giovanni il luogo in cui avrebbero dovuto "essere registrate le scansioni sacramentali della vita di tutti i Fiorentini residenti a Roma", ai cui consoli e operai venne demandata ogni questione riguardante la fabbrica 6 . Il continuo riferimento di questi progetti a una planimetria centralizzante e la loro continua citazione di elementi tratti dal battistero fiorentino non furono soltanto una indicazione di tipo formale di ideale fratellanza fra le due città, ma furono mossi e giustificati da una motivazione liturgica e identitaria: l'ecclesia florentinorum, edificio simbolo della comunità, elevato in posizione ben visibile a sbalzo sull'ansa del fiume e in diretto confronto visivo con un altro erigendo edificio, l'ecclesia universalis di San Pietro 7 . Tra 1518 e 1521, ai citati artisti coinvolti nel concorso può essere attribuita la serie omogenea di progetti a pianta centrale, con dimensioni simili pari a circa 220 palmi (poco meno di cinquanta metri), caratterizzati dalla fusione tra il tema spaziale del Pantheon e quello del battistero di San Giovanni a Firenze, secondo un connubio probabilmente dettato dallo stesso pontefice il quale fu sempre animato dall'idea del sodalizio fra Roma e Firenze e del gemellaggio tra Tevere e Arno 8 . L'assegnazione dell'incarico fu vinta da Sansovino il quale formulò una proposta planimetrica ancora assai discussa dalla critica, ipoteticamente identificabile, sulla base del contraddittorio racconto vasariano, con una pianta centrale avente "su' quattro canti di quella chiesa per ciascuno una tribuna, e nel mezzo una maggiore tribuna" 9 . Nonostante i dubbi che permangono sull'aspetto di tale progetto, la planimetria sembra derivare soprattutto dalle sperimentazioni bramantesche derivate dal tema del quincunx, ovvero una pianta quadrata con cappelle angolari cupolate e cupola centrale. All'inizio del 1521 va registrato l'allontanamento dal cantiere di Sansovino al cui posto subentrò Antonio da Sangallo il Giovane; a quest'ultimo si deve la variazione del precedente schema a pianta centrale per uno longitudinale di tipo basilicale 10 , sulla base del quale si diede inizio alle costosissime e assai problematiche fondazioni sul letto del fiume che tanta ammirazione, ma anche tanto biasimo, suscitarono nei contemporanei, come pungentemente riferito da Vasari nella Vita di Antonio il Giovane:

Venceslao Wehrlin ritrattista nelle corti italiane del secondo Settecento - Imagines, 7, 2022, pp. 10-59

Il presente articolo ripercorre la vicenda artistica del pittore torinese Venceslao Wehrlin (1745-1780). I suoi quadri, caratterizzati dal piccolo formato e dal carattere privato, definirono raffinate conversation pieces, scene di genere o ritratti ripresi all’interno di ambientazioni domestiche, con uno stile neofiammingo caro al periodo di passaggio dalle eleganze rocaille al classicismo di fine Settecento. Finora noto principalmente grazie ai due dipinti realizzati per il granduca Pietro Leopoldo, invece Wehrlin fu protagonista anche nella corte sabauda, e di questo artista è adesso emerso un consistente numero di opere, specchio della cultura illuminista e antiquariale che si stava diffondendo fra gli eruditi e gli aristocratici italiani nella seconda parte del XVIII secolo.

Una riflessione su alcuni disegni michelangioleschi. La facciata laurenziana e il bozzetto per la Volta Sistina. Una ricerca presentata alla XIV° Biennale di Architettura di Venezia diretta da Rem Koolhaas

Florentine Studies Society Bulletin, nos. 26-27, Altralinea Edizioni, Florence, 2019, p. 34-43

The text, through the analysis of some important drawings preserved at Casa Buonarroti, reconstructs the planning phases of the architectural façade of San Lorenzo Church in Florence by Michelangelo, advancing new hypotheses especially in relation to the drawing 44A. In the final part of the essay, there is an analysis on another drawing by Michelangelo recently correlated with Sistine Vault; this study was part of the 14th Biennale of Architecture in Venice, different from the other biennales, because focused on Architectural History and architectural elements.

Panayotis K. Ioannou, «‘la più generosa inflazione mai subita da un artista΄. Note sulla costruzione, la demolizione e la persistenza del ‘Greco madonnero’», in El Greco. Un pittore nel labirinto, catalogo di mostra, a cura di Juan Antonio García Castro e Palma Martínez-Burgos García, Milano, 2023

El Greco. Un pittore nel labirinto, catalogo di mostra (Milano, Palazzo Reale), a cura di Juan Antonio García Castro e Palma Martínez-Burgos García, Milano, Skira, 2023, 2023

Cappi 1831 Cappi, Alessandro, Intorno alla fondazione dell'Accademia di Belle Arti in Ravenna e ad un suo Regolamento d'Istruzione lettere due del conte A.C. Segretario di detta Accademia. Seconda impressione con aggiunte dell'autore e con rame, Roveri e Collina,