Sul Canzoniere di Saba (original) (raw)

I Canzoniere di Umberto Saba. Verso l'edizione critica delle poesie

Letteratura italiana, 2014

Dal 1921 al 1957 Umberto Saba pubblicò le proprie poesie in plaquettes, su rivista e in volume, queste ultime raccolte sotto il titolo Il Canzoniere (si contano cinque edizioni, ciascuna differente dalla precedente), producendo centinaia di manoscritti e dattiloscritti, nonché vari progetti d’opera. Intorno alla produzione edita e a quella manoscritta, si affiancò inoltre una fitta corrispondenza con gli editori (soprattutto Einaudi, Mondadori e Garzanti). Dallo studio di questi materiali è stato possibile lavorare all’edizione critica dell’opera poetica sabiana e ricostuire le fasi compositive ed evolutive del Canzoniere.

Un anno nel Canzoniere

Qui dove mezzo son, Sennuccio mio (così ci foss'io intero, et voi contento), venni fuggendo la tempesta e 'l vento ch'ànno sùbito fatto il tempo rio.

Verso l'edizione critica del Canzoniere di Umberto Saba. Il manoscritto triestino del 1943

Filologia italiana, 2013

Molti sono oggi i manoscritti contenenti le poesie di Umberto Saba conservati in vari archivi pubblici e privati tra Pavia, Milano, Torino, Pontassieve e Trieste. Particolare attenzione per uno studio sulla genesi del Canzonieree per l’allestimento dell’edizione critica delle poesie merita il manoscritto triestino databile al 1943 e conservato presso la libreria antiquaria che fu di Umberto Saba. Questo testimone è oggi fondamentale per la storia compositiva del Canzoniere sia sotto il profilo testuale, sia per quanto concerne l’aspetto strutturale, quindi genetico, dell’opera. Infine, dallo studio delle sue varianti possono derivare interessanti suggestioni in sede critica.

Il Canzoniere 1.PDF

Capita spesso che ci si ritrovi tra amici, salti fuori una chitarra e ci si metta a cantare vecchie e nuove canzoni. Ma capita ancora più spesso che, nonostante pacchi di spartiti, nessuno si ricordi esattamente le parole, oppure ognuno ha imparato la canzone in una certa tonalità... Visto che oramai non è difficile avere la possibilità di memorizzare in forma elettronica i testi delle canzoni preferite, e che a me piacciono le cose ordinate, ho radunato pareri e scribacchini tra i miei colleghi e ho assemblato questo libretto, per il momento unico (non sapete quanto sia pesante aggiungere gli accordi a mano e la parte di correzione di bozze!) Per avere un formato piacevole, ho utilizzato il programma Chord di Martin Leclerc e Mario Dorion, con parecchie modifiche per l'italiano fatte dal sottoscritto. Spero che tra le 100 canzoni scelte ce ne siano molte che vi piacciano... altrimenti provate a guardare il volume 2.

Su Dante in Saba

ssumendo a oggetto di un recente intervento la presenza di Dante nell'opera in versi di Umberto Saba, Gabriella Di Paola Dollorenzo ne investiga tèmi e soprattutto forme, individua lessemi e stilemi, isola, con criterio esplicitamente antologico, determinati componimenti, in cui tale debito sarebbe più cospicuo, riconosce nella funzione nobilitante che eserciterebbe il modello illustre, su una poesia di per sé, com'è noto, improntata a un classicismo antinovecentesco, la sua cifra peculiare. 1 Credo, tuttavia, che, approfondendo i preziosi suggerimenti ivi forniti, si possa appuntare lo sguardo su un altro testo sabiano, per il quale mi sembra lecito riconoscere in filigrana una neppur tanto celata influenza dantesca. 2 Mi riferisco ad Amai, lirica «molto famosa perché si confi-1 Cfr. G. di Paola dollorenzo, Dantismo e dantismi di Saba, «Rivista di letteratura italiana», XXVI, 2-3, 2008 (= Saba extravagante. Atti del Convegno internazionale di studi (Milano, 14-16 novembre 2007), a cura e con introduzione di G. Baroni), pp. 203-205 (la studiosa afferma espressamente: «La vocazione alla classicità e all'epicità avvicina Saba a Dante» [ivi, p. 203]). Una sintesi dell'articolo ha steso V. CresCente, «La rassegna della letteratura italiana», CXIII, 1, 2009, p. 170. Qualche lume in materia gettano già tre interventi anteriori, che, non menzionati dalla Di Paola Dollorenzo, cito senza pretesa di esaurire la bibliografia pregressa: l. sCorrano, Dante in Saba, in Per le nozze di corallo 1955-1990 di Enzo Esposito e Citty Mauro, Ravenna, Longo, 1990, pp. 137-149 (riprodotto, con lievissimi ritocchi, in id., Presenza verbale di Dante nella letteratura italiana del Novecento, Ravenna, Longo, 1994, pp. 113-125 [bibliografia specifica sull'autore a p. 190]), F. BruGnolo, Il Canzoniere di Umberto Saba, in Letteratura italiana. Le opere, Direzione: A. Asor Rosa, IV: Il Novecento. I. L'età della crisi, Torino, Einaudi, 1995, pp. 497-559: 543-545 e m. GuGlielminetti, Dante e il Novecento italiano, in «Per correr miglior acque …». Bilanci e prospettive degli studi danteschi alle soglie del nuovo millennio. Atti del Convegno internazionale di Verona-Ravenna (25-29 ottobre 1999), Roma, Salerno, 2001, I, pp. 515-531: 517-518. 2 Preciso che per il Canzoniere sabiano cito dalla medesima edizione adoperata dalla studiosa (cfr. G. di Paola dollorenzo, Dantismo cit., p. 204, nota 5): u. saBa, Il canzoniere , Introduzione di N. Palmieri, Torino, Einaudi, 2004, edizione che riproduce, «con le necessarie correzioni», quella (la terza) del 1957 (ivi, p. li); ho tuttavia consultato con profitto anche quella mondadoriana, comprendente pure i componimenti esclusi dall'ultimo Canzoniere (Poesie rifiutate e Poesie disperse, nell'insieme il Canzoniere apocrifo): u. saBa, Tutte le poesie, a cura di A. Stara, Introduzione di M. Lavagetto, Milano, Mondadori, 1988Mondadori, (2004 ), ove -mi piace riportarlo -circa la riscoperta dei classici della letteratura italiana (fra cui Dante) e la loro ripresa nelle poesie degli esordî, a detta di M. laVaGetto, «si A

Il sonetto 99 del Canzoniere

Sezione Di Lettere, 2006

Il sonetto 99 del Canzoniere petrarchesco non ha meritato analisi particolarmente impegnate forse perché ha tutta l'apparenza di essere un componimento stanco e senza elementi di rilievo. Trascriviamolo: Poi che voi et io più volte abbiam provato com 'l nostro sperar torna fallace, dietro a quel sommo ben che mai non spiace levate il core a più felice stato. Questa vita terrena è quasi un prato, che 'l serpente tra' fiori et l'erba giace; et s'alcuna sua vista agli occhi piace, è per lassar più l'animo invescato. Voi dunque, se cercate aver la mente anzi l'extremo dì queta già mai, seguite i pochi, et non la volgar gente. Ben si può dire a me: Frate, tu vai mostrando altrui la via, dove sovente fosti smarrito, et or se' più che mai 1 .