La distinzione dei generi nel nome antico-egiziano e semitico (original) (raw)
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Il nucleo semantico originario di gr. βραβεύς ‘arbitro dei giochi’, ‘giudice di gara’, termine antico inspiegabile in chiave indo-europea, rimanda alla radice semitica ‘rbn di ἀρραβών e precisamente a un derivato con prefisso nasale m‘rb ‘scambio di merci’, ‘mercato’, ‘garanzia’, conosciuto, in quanto termine della lingua franca degli scambi internazionali, anche negli ambienti commerciali della Grecia antica. Il prestito (confermato tra l'altro dal punico marob nel Poenulus plautino) appare possibile non solo per l'intensa frequentazione dell'Egeo da parte di mercanti semiti, fin da epoche preistoriche, ma anche per la consistente presenza di elementi greci nei grandi empori interetnici dell'Asia Minore, della costa siro-palestinese e dell'Egitto, specialmente nella prima metà del I millennio a.C. Nell'ambito della lingua franca, i Greci hanno potuto recepire la voce semitica integrandola nella forma βραβεύς < *m(a)rab-eus ‘intermediario nei contratti e/o sovrintendente al mercato’. La nostra etimologia di βραβεύς suggerisce una più plausibile spiegazione della voce micenea mo-ro-pa2, titolo di un personaggio dalle funzioni non ben chiare, ma probabilmente connesse con l'attività economico-amministrativa del Palazzo, se si ammette una più antica, e indipendente, via di prestito, nella seconda metà del II millennio, da una lingua di N-O che comporta il passaggio ā > ō («protofenicio» di el- ‘Amarna) nel contesto degli intensi rapporti tra il mondo miceneo e la costa siro-palestinese.
Quaderni del Dipartimetno di Linguistica dell' …, 2007
Since the first translations of the hieroglyphics many studies were made on the Egyptian phonetics and its phenomena in the course of the history. Only during the last few years though Egyptian has been studied from a merely linguistic point of view. This note following this stream of studies proposes to supply a general picture of the main phonetic phenomena that have interested the Egyptian language delving especially on certain particular issues. Its utility is obvious not only for setting Egyptian amongst the Afroasiatic family; but mainly in the lexical comparison: particularly in the Egypto-Semitic field.
Questo contributo non è una guida bibliografica e non mira alla completezza, vorrebbe piuttosto essere un momento di riflessione sulle conoscenze acquisite grazie al penetrante lavoro di molti studiosi e un fiducioso sguardo a quello che dovrà essere il futuro. Non mi occuperò qui del copto, anche se il suo spettro farà talora capolino tra queste righe, per la semplice ragione che esso merita un lavoro a parte.
Il genere grammaticale nel Mediterraneo antico
Il genere grammaticale rappresenta un’affascinante sfida per i linguisti: cercare di comprenderne il funzionamento e ricercare i fattori che ne causano la nascita o il declino sono operazioni che portano a notevoli traguardi della ricerca implicando numerosi campi che vanno dalla neurolinguistica fino alla grammatica storica. La motivazione del presente studio nasce dal duplice interesse nei confronti di questo tratto grammaticale e della sua distribuzione tipologica nella regione del Mediterraneo antico. L’obiettivo pratico di questo studio consiste nell’elaborazione di mappe geografiche della regione Mediterranea che, sul modello del Wals [DRYER & HANSPELMAT], fornisca un’agile strumento per valutare la distribuzione delle caratteristiche tipologiche del genere grammaticale nella zona in esame.
Il nome del greco, dell'ebraico e del latino in armeno biblico. Tra glottonimia ed etnonimia
Nome, identità e territorio. Nombre, identitad y territorio. A cura di F. M. Dovetto e R. Frías Urrea, Roma, Aracneeditore, Roma, Aracne editore, 2022
The article deals with the relation between ethnonyms and language names in Biblical Armenian, focusing on the three languages of the titulus crucis: Hebrew, Greek and Latin. In the Armenian translation of the Bible (5th Century A.D.) both John’s and Luke’s Gospels report that the inscription on the cross of Jesus was written ebrayecʽerēn ‘in Hebrew’, yownarēn ‘in Greek’ and dałmatarēn/dałmaterēn ‘in Latin’. After analyzing the morphological formation of language names in Biblical Armenian, the article discusses the Iranian origin of the suix –arēn/–erēn and explores the linguistic and historical background of the Armenian glottonyms indicating Hebrew, Greek and Latin. The name of Latin dałmatarēn/dałmaterēn, clearly linked with the ethnonym Dalmatian, i.e., inhabitant of Dalmatia, is very remarkable. This way of naming Latin, unparalleled in the languages attested in the Late Antiquity, can be explained as a result of the interplay between external (historical) and internal (lexico–semantic) factors in 5th Century Armenian.
Il sincretismo di genitivo e dativo in persiano antico
2012
I risultati presentati in questo lavoro costituiscono la seconda fase di una ricerca condotta nell'ambito del PRIN 2008 Contatto tra varietà e mutamento nella diacronia linguistica del Mediterraneo nord-orientale. La prima parte della ricerca è stata già pubblicata, cfr. Pompeo-Benvenuto 2011. Il presente contributo è da intendersi così ripartito: a M.C. Benvenuto vanno attribuiti i paragrafi 3., 4. e 4.1., mentre F. Pompeo è autrice dei paragrafi 2., 2.1., 2.2. e 4.2.; i paragrafi 1. e 5. sono stati scritti congiuntamente dalla due autrici.