Per lo Spirito della Revoluzione. Il concetto di infinito nella filosofia di Giordano Bruno. (original) (raw)

Sull'Infinito di Giordano Bruno

SCIENCE & PHILOSOPHY, 2024

Si discute il ruolo del concetto di infinito e il ruolo della matematica nella nova filosofia di Giordano Bruno, in relazione agli Infiniti Mondi e al problema del minimo.

Paul Richard Blum: GIORDANO BRUNO: L’ARISTOTELE DISSIMULATO, in M. Traversino (a cura di), Verità e dissimulazione. L'infinito di Giordano Bruno tra caccia filosofica e riforma religiosa, Napoli, Editrice Domenicana Italiana, 2015, pp. 173-191.

Osservazioni sulla lettura di Aristotele operata negli scritti di Giordano Bruno. In essi, penso che si possa parlare di un Aristotele dissimulato. E che, come in ciascuna dissimulazione, anche qui ne esistano due prospettive: Bruno fa finta di essere un aristotelico, cioè di insegnare la dottrina del maestro; e allo stesso tempo il povero Aristotele viene distorto, se non falsificato. Senonché, alla fine si arriva a una conoscenza più approfondita del pensiero tanto di Aristotele quanto di Bruno. L’appropriazione di Aristotele da parte di Bruno è un caso paradigmatico di filosofia nata dalla lotta col passato.

L’«infinito universo» e la distinzione «potentia absoluta / potentia ordinata» in Giordano Bruno

The distinction between «potentia Dei absoluta» and «ordinata» is taken as an example of the more general investigation into God’s attributes performed again and again by theologians throughout the Middle Ages. Indeed, if the question of «potentia Dei» also plays an important role in the history of Western legal and political thought, originally it starts as a cosmological debate on God’s operative power. Could God have created more than only one world? And if – according to the common viewpoint throughout the Middle Ages – He has created only one world, could He still create another one? And also – on closer looks into the infinite good nature God is credited with by Christianism as well as into the problem of God’s envy («invidia Dei»), first discussed by Plato in his Timaeus – is the only one world He is supposed to have created the best one He could have created? These were among the questions which confronted the mediaeval theologians of scholasticism, with special attention to the eleventh-century cosmological dispute between Abelard and Lombard and the very fundamental stance of Thomas Aquinas. This paper aims to show, with closer attention to the «new» philosophy of Giordano Bruno, in which way the early modern cosmology still resorts to the investigation into God’s almightiness that Christian theologians ran throughout the Middle Ages.

Aristotele, Metafisica - Giordano Bruno, De l'Infinito: confronto e commento.

Simplicissimus.it, 2012. , 2012

La rivoluzionarietà della speculazione bruniana si esercita nei confronti della tradizione di alcuni testi aristotelici fondamentali nella trasmissione del pensiero e della civiltà occidentale. In modo principale essa attacca e demolisce i capisaldi della "Metafisica" di Aristotele, per poter cominciare ad affermare - o, se si vuole, a riaffermare (visto il richiamo esplicito del filosofo nolano alla riflessione dei primi Presocratici) - il principio dell'infinito creativo e doppiamente dialettico. Il breve saggio segue la formulazione e lo sviluppo progressivo del testo aristotelico attraverso la critica esposta dalla riflessione bruniana. Alla fine viene presentata una breve bibliografia bruniana. Questo testo viene qui offerto in due versioni: una gratuita (per studenti delle scuole superiori o universitari), l'altra a pagamento al link sottostante (per persone senza problemi economici o desiderose di ricambiare gli sforzi fatti per realizzare quest'opera).

Elisabeth Blum, Religione e politica nel pensiero di Giordano Bruno, in M. Traversino (a cura di), Verità e dissimulazione. L'infinito di Giordano Bruno tra caccia filosofica e riforma religiosa, Napoli, Editrice Domenicana Italiana, 2015, pp. 309-330.

Sull’argomento della critica Bruniana della religione da John Tolland fino ad oggi si è versata una frana di letteratura controversa, minacciando di seppellire sotto il suo peso lo stesso filosofo Nolano. Da autore degno d’interpretazione sobria venne trasformato in icona simbolica e monumento storico, precursore del “secolo da lui divinato”, cioè di qualsiasi movimento fra il settecento e il due mille in cerca di un’immagine sacra da mettere sulle proprie bandiere. Queste proiezioni, il Bruno proto- illuministico, proto-marxista, proto-scienziato moderno, in somma, tutti questi Protei si soprapongano all’opera del filosofo, quando si tratta del suo atteggiamento verso la religione in generale e le varie religioni positive. Ciò non sorprende: per loro impeto polemico e la retorica appassionata e appassiona Giordano Bruno o Friedrich Nietzsche si prestano più facilmente all’uso e abuso ideologico, che non, diciamo, Nicola di Cusa o Immanuel Kant. Concedono gratificazione istantanea a una lettura superficiale, mentre un’analisi nettamente filosofica della loro opera richiede un impegno non minore.

La sfera infinita. Identità e differenza nel pensiero di Giordano Bruno

Il libro, pubblicato nel 2000 e frutto di una ricerca iniziata nel 1988 e conclusasi nel 1999, ripercorre l'intero itinerario bruciano mostrando l'operatività in esso di un dispositivo teorico che attiva due parallele direzioni d'apprensione del senso: la via dell'identità e la via della differenze, armonizzate dal quello che Bruno nel "De Umbris" chiama la "trasformato duplex". Io mostro come essa non abbia solo una portata gnoseologica, ma anche ontologica. In Academia riproduco l'introduzione e l'ultimo capitolo, perché il libro è ancora in vendita presso l'ed. Mimesis.