Il recupero naturalistico delle cave di Calcare (original) (raw)
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Le cave e la questione del recupero; Le finalità d’impiego nel recupero dei bacini di cava
Il tema della tutela ambientale nei territori in cui viene estratta la pietra e, piú in generale, il tema del recupero di vaste aree degradate, acquistano per le Regioni, in quanto amministrazioni delegate alla redazione di Piani di Recupero Territoriale, una rilevanza indiscutibile, soprattutto in un contesto territoriale come quello Pugliese in cui, la questione del degrado legato alle attività estrattive - in continua espansione e trasformazione - e la necessità di un recupero consono alle esigenze umane e ambientali, divengono sempre piú urgenti. In particolare, il recupero delle cave di vasti comprensori Regionali, non può piú essere pensato secondo schemi avulsi dal contesto specifico in cui si propone, ne tanto meno risolversi con un semplice mascheramento di vaste pareti di scavo. Un tema di questa natura non può essere affrontato né tanto meno risolto facendo affidamento unicamente a normative e prescrizioni di piano - avvolte peraltro incapaci di gestire una programmazione su tempi e su ambiti territoriali cosí vasti - che non hanno i mezzi per produrre una nuova visione dello spazio urbano e delle sue attività produttive all’interno di una cornice di possibili qualità ambientali per il paesaggio del domani.
La fornace Coccapani di Calcinaia. Recupero della memoria e musealizzazione.
Bruni S., a cura di, Rentamer le discours. Scritti per Mauro Del Corso., 2015
La trasformazione di un 'rudere' in un museo, ossia la rifunzionalizzazione di un edificio in stato di abbandono in uno spazio aggregativo rivolto alle scuole e ai cittadini, ha come obiettivo principale la conservazione e la conoscenza di reperti e architetture, e quindi il mantenimento della memoria storica di un centro abitato, antico per fondazione e tradizioni. Questo impegno può essere visto da parte di un osservatore distratto come una scelta inopportuna, in un momento di difficoltà conclamate non solo per i cittadini ma anche per i comuni, deputati all'amministrazione del bene pubblico. Questa 'scelta controcorrente' è stata da subito sposata dall'Amministrazione di Calcinaia che ha convogliato sul progetto tutte le professionalità nel campo della ricerca e della tutela, sia del deposito sepolto che delle architetture conservate. È questa una bella storia, un "elogio della normalità" che assume purtroppo i colori dell'eccezionalità 1 . Normalità in quanto rientrano tra le funzioni di un buon amministratore tutte le iniziative volte alla conoscenza, al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale del proprio territorio; eccezionalità, invece, nel panorama spesso desolante di assenza di iniziative culturali programmatiche, inserite in progetti di medio e lungo termine. Fare cultura quando spesso contano solo i numeri, che siano quelli dei visitatori o quelli dei bilanci, diviene quasi sempre un'esperienza poco incoraggiante in realtà piccole del territorio. La sfida è dunque innanzitutto quella di risvegliare l'interesse per la 'nostra storia', di ricominciare ad allenare la curiosità, anche per i piccoli avvenimenti che, più o meno importanti, hanno contraddistinto la quotidianità di un'area eccezionalmente ricca dal punto di vista storico come è il Valdarno della piana pisana. Vincere questa sfida porterà poi, inevitabilmente, a occuparci di numeri, di presenze, di eventi, ma questa volta con un bilancio sicuramente positivo.
The present study represents an innovative example of land management aimed at reuse with tourism purposes, through environmental recovery and enhancement of some abandoned quarries that have become, due to aquifer outcrop, artificial basins (lakes). The project has set as its objective the creation of a small "tourist district" able to host and make different tourism businesses better express themselves. The initiatives of these companies are presently focused on an area of 300,000 m2 of private property, falling within the perimeter of the SIN of the Domitian, Phlegrean and Agro-Aversano coasts, but the project involves the territory requalification of over 90 hectares of a highly degraded area. On the whole, the project provided for the construction of a BIO-PARK dedicated to welfare, culture and sustainable tourism, all included in a frame of particular natural value.
1. Premessa Una duna di sabbia silicea bianca, le "Arene Candide", presso Finale Ligure ha dato il nome all'ampia caverna (m 70 x 20) (fig. 1), che si apre al di sopra del livello attuale del mare, uno dei siti preistorici ita-liani maggiormente noti sia per gli scavi condotti nel secolo scorso, sia per le ricer-che di Bernabò Brea (1940-42 e 1948-50). Il deposito archeologico si suddivide in due complessi principali: quello pleistoceni-co e quello olocenico. La serie pleistocenica, accumulatasi fra circa 26.000 anni BP ed il VII secolo A.D., contiene tracce di sporadiche frequentazio-ni, con importanti episodi di uso sepolcrale (poco al di sotto di uno strato datato circa 20.500 BP è stata rinvenuta la sepoltura di un adulto giovane, eccezionale per stato di conservazione e ricchezza del corredo, de-nominata "tomba del Principe"). Le prime fasi dell'Olocene, dopo il 10.000 BP, segnano un periodo di abban-dono da parte dell'uomo fino a poco dopo il 7....
Coàl della Volpe (Molina di Fumane/VR/Italia): ricomporre la memoria di un sito preistorico
Annuario Storico della Valpolicella, vol. XXV, 2009
incisione che parte dal vaio di Gravazzo per poi svilupparsi (sotto Cà de Per, dove confluiscono, da nord/nord-est, il vaio di Zivelongo e, da nord-est e da est, il vaio delle Cole e il vaio Biondo) nel vaio delle Scalucce, proprio all'altezza di una grotta denominata Còal de la Volpe, si approfondisce vistosamente in forma di canjon, i cui versanti, soprattutto in idrografica sinistra da Gravazzo fino a Cerna e Mondrago, drenano l'erosione degli estesi affioramenti di Maiolica (formazione geologica detta anche calcare Biancone), localmente spessa molte decine di metri e ricca di noduli e clasti di selce. Si tratta dunque di un'area i cui versanti (oggi in gran parte coperti da bosco ceduo o tenuti a prati pascolivi) hanno un elevato potenziale di materiali silicei, come rilevato in alcuni survey e studi 1 che hanno preso in considerazioni l'oscillazione del popolamento paleolitico e neolitico nei Monti Lessini. Ovviamente tale valenza ha subíto in tempi preistorici variazioni anche notevoli in relazione alle fasi climatiche glaciali e temperate, che videro alle quote medie e alte della montagna veronese diverse coperture forestali alternarsi a steppe e tundre 2 .
Le cave di travertino e alabastro
In Scardozzi G., Il territorio di Hierapolis di Frigia. Guida archeologica. p. 72-82, Istanbul:Ege Yayinlari , ISBN: 978-605-7673-35-0, 2020
Il libro è stato pubblicato con il contributo dell'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISPC-CNR) e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) nell'ambito del Progetto PRIN 2015 "Archeologia dei paesaggi urbani in Asia Minore tra tardo ellenismo ed età bizantina. Approcci multidisciplinari allo studio di Hierapolis di Frigia"
Ricostruzioni paleoclimatiche e paleoambientali da concrezioni di grotta
Palaoeclimate and palaeoenvironmental reconstruction from speleothems - During the past two decades, speleothems have become a well established archive of palaeoclimate and palaeoenvironmental reconstructions. Speleothems, and particularly stalagmites, encode precisely and with great resolution (sometimes better than 1 month resolution) climatic and environmental changes that occurred within the last 500 ka. Necessary prerequisites for any palaeoclimate and palaeoenvironmental reconstruction from speleothem are a good knowledge of the caveenvironment through monitoring and the radiometric dating that fi x the exact chronology. The morphology (external shape and internal microstratigraphy) of speleothems provides informations on water availability, mineralogical and textural composition changes are aridity indicators, and deviations from the growth axis as well as ruptures may provide evidence of past earthquakes. Trace element composition relates the chemistry of speleothems to that of the drip water as well as to changes in the water feeding-system. One of the most important proxy data extracted from speleothems are stable isotope ratio changes in both speleothems carbonate and fl uid inclusions, from which it is possible to reconstruct temperature and rainfall changes, as well as changes in the storm-track trajectories and in the vegetation cover and soil activity.