M. Gaglione DUE NOTICINE SANTACLARIANE (original) (raw)

Mario Gaglione, QUATTRO VOCI PER UN DIZIONARIO DEI SANTUARI DELLA CAMPANIA: S. Chiara e S. Maria del Principio in S. Restituta, a Napoli; Maria SS. Avvocata del Popolo nella Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo, e SS. Casto e Secondino, a Sessa Aurunca.

Sessa Aurunca. NAPOLI .25 settembre MMXXIV. edizione per academia.edu ©tutti i diritti riservati all'Autore. 2 Napoli S. CHIARA S. Chiara, fondata dai sovrani angioini, ha mantenuto, anche nelle successive epoche aragonese e vicereale e durante il regno dei Borbone, il suo connotato originario di chiesa regia e di chiesa di Stato, destinata ad accogliere incoronazioni, funerali di sovrani ed altre importanti cerimonie. Separata, anche materialmente, dalla tumultuosa città circostante, ha però comunque sempre costituito un centro di attrazione cultuale e religiosa, come dimostrano le numerose processioni che vi facevano capo richiamando grande concorso di napoletani e forastieri, nonché la frequentazione anche popolare dettata dall'intento di lucrarvi numerose indulgenze. Riprendendo un generico referto degli Annales Parmenses maiores (sec. XIV), la Cronica dei Re della casa d'Angiò (sec. XV) afferma che: «Roberto advenenò lo predecessore suo fratello, per lo quale delicto dicto Re hedificò lo Monasterio del Sacratissimo Corpo de Cristo alias se domanda al presente Sancta Clara de Napole». L'anonimo Cronista, dunque, ricollega la fondazione della chiesa di S. Chiara a Napoli, e dei due collegati monasteri delle Clarisse e dei frati Minori, all'intenzione di Roberto d'Angiò (†1343), re di Sicilia, di espiare in tal modo l'avvelenamento del fratello Carlo Martello, da lui stesso ordinato per poter così succedere al trono. La notizia, fatta propria, sia pur dubitativamente, da Giovan Battista Carafa (†pre 1572), è riferita e confutata dagli storici successivi, anche considerando che il fratello di Roberto sarebbe in realtà morto il 6 agosto del 1295 (secondo il Liber Confratrum di S. Matteo di Salerno), molto probabilmente di peste (di pestilentia parla il Chronicon Claustro-Neoburgense, della metà del secolo XIV), laddove i citati Annales Parmenses vogliono tanto Carlo Martello che la moglie Clemenza d'Asburgo, tosicati, e dunque, appunto, avvelenati. Angelo Di Costanzo (†1591) riferì invece che Roberto: «ritornato a Napoli, cominciò a far bella e magnifica la città, non havendo ancora cagione alcuna di guerra, e diede principio al monasterio di Santa Chiara». Negli ultimi giorni del novembre 1310, al rientro a Napoli dal lungo soggiorno ad Avignone per la sua incoronazione tenutasi il 3 agosto 1309, il sovrano

Santa Maria D'Agnano

Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome - Italie du Sud: Santa Maria di Agnano (Ostuni, Pouilles), 2012

CONVERSIONE DI SANT'AGOSTINO

Abbiamo parlato prima della conversione di Agostino mettendo in luce i quattro incontri decisivi nella sua vita: -L'incontro con l'Ortensio di Cicerone; -L'incontro con la Chiesa; -L'incontro con i filosofi pagani Plotino e Porfirio; -L'incontro con il Cristo.

LA FABBRICA DI SANTA SOFIA A GIUGLIANO

Nel 1622 iniziarono i lavori per la costruzione della Collegiata di Santa Sofia , nello stesso sito e sulla stessa area di una chiesetta preesistente già da alcuni secoli ; furono demoliti vari manufatti : la chiesa, un precedente campanile e l'oratorio dello Spirito Santo ;

CURIOSITA’ SANCANZIANESI

Bollettino della Società Friulana di archeologia, 2013

a p. 3 si presentano due fotografie in bianco e nero che ritraggono alcune iscrizioni murate ancor oggi nelle pareti esterne della sacrestia della chiesa parrocchiale di San Canzian d’Isonzo ed un sarcofago anepigrafe.

Gian Carlo Garfagnini

Parlare della profezia e Savonarola o, meglio e più giustamente, di Savonarola "profeta", come lui stesso si sentiva e definiva, implica di necessità dover tenere conto del fatto che la questione non consiste nel parlare di un maestro in teologia che discute delle caratteristiche teorico dottrinali del sapere profetico, ma significa, piuttosto, parlare di qualcosa di più e, nello stesso tempo, di meno; ed è un punto che non va dimenticato, se si vuole comprendere sino in fondo l'avventura umana, spirituale e filosofica del frate ferrarese 1 . Qualcosa di più, perché in lui la teoria si completa e realizza nella pratica e nella vita quotidiana, in un rapporto continuo con il presente, con il processo storico in cui si trova ad operare e nel quale agisce ed è agito, e quindi ci troviamo di fronte ad azioni politiche economiche e religiose, non ad "argumentationes" e "responsiones".