Filling a Gap in the History of an Achaean Leader City by Dora Katsonopoulou (original) (raw)
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2018
Gli insediamenti gravettiani dell’Europa sono tradizionalmente considerati come l’espressione della capacita di adattamento a condizioni climatiche rigide e talvolta estreme (Bocquet-Appel et al., 2005). Nell’Europa meridionale, climi piu miti hanno tuttavia permesso di mantenere il popolamento di vaste regioni e di creare le condizioni per una sostenibilita della frequentazione antropica di aree marginali (Willis et al., 2000), come il margine della pianura padana settentrionale e lo spartiacque appenninico. L’influenza del clima mediterraneo ha quindi favorito la resilienza dei gruppi di cacciatori-raccoglitori e permesso loro di mantenere reti di scambio su lunga distanza. Il settore piu settentrionale degli Appennini, ritenuto un’area priva di ritrovamenti, e stato la cornice di una recente indagine effettuata sul sito Gravettiano antico del Piovesello, localizzato a 870 m di quota sullo spartiacque ligure-emiliano (Peresani et al ., 2016). Ricognizioni di superficie e attivita ...
Investigations at Carlappiano. New archaeological findings in anthropic and natural landscapes
G. BIANCHI, R. HODGES (a cura di), Origins of a new economic union (7th-12th centuries). Preliminary results of the nEU-Med project: October 2015-March 2017, 2018
L’indagine archeologica condotta nei mesi di settembre ed ottobre 2016 sul sito di Carlappiano (Piombino, Livorno) si inquadra all’interno di un ampio progetto multidisciplinare di ricerca Erc-Advanced 2014 dal titolo Origins of a new economic union (7th-12th centuries): resources, landscapes and political strategies in a Mediterranean region (nEU-Med) . Il territorio campione interessato è quello della Maremma settentrionale ed in particolare l’area compresa fra le pianure di Follonica e Piombino ed i rilievi collinari interni del Massetano; quest’area nel corso del Medioevo era contraddistinta da una varietà di ambienti naturali (paludi costiere; colline; rilievi montuosi) che rendevano praticabile una articolata serie di attività economiche, quali la silvicoltura, l’allevamento, la cerealicoltura, le attività minerarie e la produzione di sale. Lo scavo di Carlappiano in particolare ha apportato interessanti elementi di novità in relazione a quest’ultimo aspetto. La strategica posizione del sito, che veniva a trovarsi a ridosso delle acque salmastre della laguna, a breve distanza dalla foce del fiume Corniaccia e da un importante asse viario che almeno dalla metà del II secolo a.C. attraversava la pianura retrostante (la via Aurelia), ha fatto ipotizzare una sua possibile funzione principale di carattere commerciale e produttivo. Lo scavo 2016 ha voluto indagare meglio questi aspetti e definirne cronologia e natura. Le indagini hanno inquadrato la vita del sito fra XII e XIV secolo, e precisato la funzione, legata alla produzione e commercializzazione del sale.
Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente, vol. 97, 2019
SOMMARIO Saggi Ilaria Caloi, Breaking with tradition? The adoption of the wheel-throwing technique at Protopalatial Phaistos: combining macroscopic analysis, experimental archaeology and contextual information Elisabetta Borgna, Gaspare De Angeli, Ordinary people in the flow of history. Tomb 6 from the Trapeza cemetery, Aigion, and the Mycenaeans in Eastern Achaea Manolis I. Stefanakis, Evidence and some speculations on Bronze Age presence at wider area of Kymissala, Rhodes Germano Sarcone, Statue arcaiche in terracotta da Efestia (Lemno) Paolo Persano, L'amazzone tardo-arcaica dagli Horti Sallustiani: riesame di una scultura greca a Roma Federico Figura, Il destino di un vaso. La lekanis del Pittore di Berlino, dalla bottega al Persephoneion locrese Tommaso Serafini, Telesterion: contributo alla definizione di una tipologia architettonica e funzionale Barbara Carè, Bones of bronze: new observations on the astragalus bone metal replicas Paolo Storchi, Ricerche sull'urbanistica dell'antica Calcide Paolo Carafa, Paesaggi di Magna Grecia Anna Anguissola, Sara Lenzi, La policromia degli elementi non figurati nella scultura greca e romana. Proposte per uno studio del colore di puntelli, sfondi, basi Filippo Coarelli, Tessalonica, Segni e il culto isiaco Jessica Piccinini, The Roman Agora of Apollonia in Illyria: a space for the imperial cult Antonella Merletto, The forica of Kos in the peristyle typology of Roman public toilets Niccolò Cecconi, L'edificio di od. Misaraliotou ad Atene e il suo contesto urbano Simona Antolini, Silvia Maria Marengo, Yuri A. Marano, Roberto Perna, Luan Përzhita, La prima attestazione del culto dei santi Cosma e Damiano nell'Epirus Vetus dagli scavi della fortificazione di Palokastra (Valle del Drino, Albania) Maria Cecilia D'Ercole, Measures, prices and values of salt in ancient societies Massimiliano Santi, La Scuola e il Possedimento Giacomo Fadelli, L'esplorazione dell'isola di Gavdos di Antonio Maria Colini e Doro Levi (agosto 1925) In ricordo di Dina Peppa Delmouzou Giovanni Marginesu, Segreti di bottega e trasparenza amministrativa. Il caso della fusione del bronzo nell'Attica classica Daniela Marchiandi, Ancora sul peribolo di Menyllos ovvero la microstoria di una famiglia di Halai Aixonides Enrica Culasso Gastaldi, Kabirion di Lemnos: le iscrizioni rinvenute nell'Esedra e nel quartiere tardo-romano Manuela Mari, Un regno e le sue "capitali". Frammenti della storia di Anfipoli in età ellenistica Adalberto Magnelli, Per una ipotesi di rilettura dell'accordo fra Gortina e Festo, ICr iV 165 (240-222 a.C.) Francesco Camia, Sacrificare agli imperatori: una dedica su altare a Settimio Severo da Filippi (CIPh II.1, N.24) Scavi e ricerche Creta Eleonora Pappalardo, Urne figurate da Priniàs (Creta). Il "Protogeometrico B" tra Dark Age e alto arcaismo Lemno Riccardo Di Cesare, Il santuario arcaico dell'acropoli di Efestia (Lemno): l'Edificio con stipe. Seconda relazione preliminare (scavi 2019) Carlo De Domenico, Dario Anelli, Rossana Valente, La basilica del porto orientale di Efestia (Lemno). Relazione preliminare delle ricerche del 2019 Rossella Pansini, Luca Passalacqua, Le cave orientali di Efestia (Lemno). Relazione delle attività del 2019 Ilaria Trafficante, Il teatro di Efestia (Lemno): scavi 1937 e 1939 Argolide Barbara Davidde Petriaggi, Panagiota Galiatsatou, Salvatore Medaglia, The submerged "Villa of the dolia" near ancient Epidaurus. The preliminary results of the first excavation and conservation campaign Panagiota Galiatsatou, Barbara Davidde Petriaggi, Angelos Tsompanidis, The 2018 underwater survey in Hormos Agiou Vlassi (ancient Epidaurus): preliminary results Megaride Emeri Farinetti, Panagiota Avgerinou, Ricerche nella Megaride occidentale Atti della Scuola: 2019 (E. Papi)
Rischi geologici e geomorfologici e salvaguardia de patrimonio Culturale
L'area del Mediterraneo, ed in particolare l'Italia, possiedono uno straordinario patrimonio culturale materiale e immateriale di eccezionale valore universale (OUV, sensu ICOMOS). Tale eredità deve essere protetta e conservata, con particolare attenzione verso i monumenti, gli edifici storico-architettonici, come ad esempio le chiese, le torri, palazzi, centri storici e siti archeologici, che testimoniano la memoria storica delle fasi di insediamento in diversi contesti geografici.
FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 494, 2021
Due campagne di prospezioni geofisiche e saggi di scavo in località Coculédi e in contrada Bregatorto, due siti contigui ubicati sul margine orientale della Dorsale Tabulare tra Jonio e Tirreno, alla quota di 980 m s.l.m. e a 14 km di distanza dalla costa jonica, hanno accertato la presenza di un grande edificio e di una fortificazione rurale attribuibili a Locri Epizephyrii. L’edificio in località Coculédi, esteso su un’area di c. 600 m2, venne costruito verso la fine del VI secolo e fu distrutto e abbandonato prima della metà del V sec. a.C.; le sue funzioni non sono ancora definibili. La fortificazione in contrada Bregatorto, coprente un’area di oltre 1900 m2, fu occupata dagli inizi del V secolo fino al III sec. a.C.; in essa si individua il principale punto di controllo del percorso di collegamento più diretto da Locri ai centri di Métauros e Medma sul versante tirrenico meridionale. L’identità culturale locrese di entrambi i siti si evince anche dall’evidenza dei rinvenimenti ceramici, che trovano stretti confronti in ambito locrese. Altri tre siti contigui con materiali di età greca (un probabile insediamento rurale e due posti di vedetta) sono stati identificati presso Monte S. Mauro, lungo il percorso in direzione di contrada Bregatorto proveniente dalla costa jonica. Questa concentrazione di siti ai margini della chora e l’esistenza di un sito fortificato in una posizione strategica sulla Dorsale Tabulare documentano un’organizzazione del territorio locrese e un sistema di controllo della viabilità interna fin dall’età tardo arcaica.