Sulla memoria di Artemisia Gentileschi (original) (raw)

G. Medugno, "Artemisia Gentileschi negli inventari notarili napoletani del XVII e del XVIII secolo" [anteprima], in A.E. Denunzio, G. Porzio (a cura di), "Artemisia Gentileschi a Napoli. Studi e documenti", UniorPress, Napoli 2023, pp. 113-206

Censimento dei dipinti registrati sotto il nome di Artemisia Gentileschi negli inventari notarili napoletani del XVII e del XVIII secolo, corredato da schede biografiche dei collezionisti. Schede: 1. 1646, Cesare di Gennaro principe di San Martino 2. 1646, Francesco Muscettola principe di Leporano 3. 1647, Camillo Colonna 4. 1648-1710, Giuseppe Carafa dei duchi di Maddaloni ed eredi 5. 1649, Vincenzo D’Andrea 6. 1655-1661, Ettore Capecelatro ed eredi 7. 1649-1783, Antonio Ruffo principe della Scaletta ed eredi 8. 1666-1814, Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona conte di Conversano ed eredi 9. 1667, Berardino Belprato dei conti di Anversa 10. 1677-1743, Giovanni Andrea Lumaga ed eredi 11. 1672, Davide Imperiale 12. 1680, Santi Maria Cella 13. 1682-1716, Francesco di Palma duca di Sant’Elia ed eredi 14. 1685-1700, eredi del cardinale Ascanio Filomarino 15. 1688, Jan e Ferdinando Vandeneynden 16. 1690, Giovanni Battista Capece Piscicelli 17. 1694-1837, Alvaro Della Quadra ed eredi 18. 1699, Carlo De Cardenas, conte di Acerra e marchese di Laino 19. 1700, Ferdinando d’Afflitto, principe di Scanno 20. 1701-1702, Fabrizio Pinto 21. 1704, Ottavio Orsini conte di Oppido 22. 1707, Salvatore Ciavarella 23. 1710, Francesco e Gennaro D’Andrea 24. 1715, Giacomo Capece Zurlo 25. 1716, Domenico Perrino 26. 1718, Paolo Francone principe di Pietracupa 27. 1723, Giovanna Battista d’Aragona Pignatelli Cortes, duchessa di Terranova e Monteleone 28. 1739-1752, Cesare Michelangelo D’Avalos ed eredi 29. 1741, Stanislao Poliastri, arcivescovo di Rossano 30. 1747-1748, Guglielmo Ruffo principe di Scilla 31. 1767, Francesco Emanuele Pinto, principe di Ischitella

Scrivere (e dipingere) l’Altrove. Anna Banti, Artemisia e Lily Briscoe: per un’arte "di memoria, non di maniera", in «Allegoria», XXXIII, 82, luglio/dicembre 2020, pp. 186-201.

Allegoria, 2020

L’articolo tenta di delineare un’analisi comparata fra Artemisia (1947) di Anna Banti e To the Lighthouse (1927) di Virginia Woolf, con particolare attenzione ai personaggi di Artemisia e Lily Briscoe, entrambe pittrici. Sebbene la scrittrice inglese sia stata più volte evocata dalla critica bantiana, infatti, mai le due autrici sono state oggetto di uno studio comparativo sistematico: approfondire i possibili legami intertestuali fra Artemisia e Al faro, cui spesso vengono preferite altre opere woolfiane come Orlando o A room of One’s Own, potrebbe pertanto rivelarsi interessante per indagare da un’ulteriore prospettiva la costruzione del primo personaggio di finzione ispirato alla vicenda di Artemisia Gentileschi – a maggior ragione perché nei decenni successivi la pittrice barocca sarà oggetto di un vero e proprio processo di “finzionalizzazione”, fra romanzi, opere teatrali, film, graphic novel, docufiction ecc. The essay aims to outline a comparative analysis between Anna Banti’s Artemisia (1947) and Virginia Woolf’s To the Lighthouse, with a focus on the characters of Artemisia and Lily Briscoe, both painters. Indeed, even if the English writer was often mentioned by Banti’s critics, the two authors have never been the object of a systematic comparative study. Therefore, the article deepens the potential connections between Artemisia and To the Lighthouse (and not the most quoted Orlando or A room of One’s Own) in order to investigate from a further point of view the construction of the first fictional character inspired by Artemisia Gentileschi - particularly since the baroque painter will be the subject of a massive fictionalising process in the following decades, including novels, plays, films, graphic novels, docufictions etc.

Julia VICIOSO, Costanza Francini tra Artemisia Gentileschi e le Committenze della Compagnia della Pietà in San Giovanni dei Fiorentini a Roma, Roma 2014

La pubblicazione del presente volume scaturisce dal ventennale lavoro di ricerca svolto dall'autrice riguardo la Basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma, dove la Compagnia della Pietà rappresentava il sodalizio fiorentino, incaricato della gestione della chiesa. In tale contesto -in cui vigeva una singolare norma controriformata che limitava gli apparati scultorei a favore di quelli pittorici- i simboli iconografici della Nazione Toscana e della Compagnia della Pietà, come il giglio e la rappresentazione della Pietà, spiccano in diverse tipologie di opere che vanno dai ceri dipinti per la Candelora alle pale d'altare. Il volume è arricchito dalla trascrizione di una gran mole di documento dell'Archivio dell'Arciconfraternita e dell'Archivio di Stato di Roma, relativi al periodo che va dal '500 al primo '600 e attestanti la presenza di numerosi artisti più o meno noti. Tra questi ultimi troviamo Costanza Francini, inconsueta figura di pittrice che si inserisce in un contesto sociale favorevole alla donna, tanto da ottenere per il proprio lavoro il medesimo compenso dei colleghi uomini. L'interesse per la figura di Costanza è dato tra l'altro dalla sua amicizia con la celebre artista Artemisia Gentileschi, facilitata dalla vicinanza delle loro dimore - entrambe risiedevano un tempo presso la chiesa dei Fiorentini- de dal fatto di aver subito ripetute accuse diffamatorie per il loro legame con il pittore Agostino Tassi.

Artemisia e la Samaritana, o delle donne che pensano. Interpretazioni e rappresentazioni dell'episodio giovanneo al tempo della Controriforma, in Cristo e la Samaritana di Artemisia Gentileschi, a cura di F. Solinas, De Luca Editori d'Arte, Roma, 2022, pp. 40-49.

Cristo e la Samaritana di Artemisia Gentileschi

Nel volume si descrive tutta la straordinaria storia documentaria e collezionistica del dipinto Cristo e la Samaritana al pozzo, capolavoro di Artemisia Gentileschi, di cui si ha traccia già nelle sue lettere indirizzate al Cavalier Cassiano Dal Pozzo (1637). Recentemente acquisito dalla Fondazione Pisa per le raccolte del Museo di Palazzo Blu, il quadro viene esposto dopo un attento restauro conservativo. "L’opera ci appare oggi com’era percepita allora, pulita da vernici ossidate, restauri coprenti e debordanti: i colori accesi, splendenti, le espressioni e i gesti eloquenti, penetranti, la monumentalità delle figure e del paesaggio della campagna partenopea sono i particolari che rendono il dipinto una prova strepitosa della pittrice matura. Guardando la Samaritana, apprezziamo l’eloquente e intensa dolcezza con la quale è rappresentato l’incontro tra Gesù e la peccatrice di Samaria attorno al pozzo di Giacobbe: le due figure a grandezza più del naturale sono affrontate attorno al pozzo, un Cristo giovane e attraente è simile a quello bellissimo, leggermente più antico, ritratto nel Sinite parvolus oggi conservato presso la sacrestia dalla chiesa romana dei Santi Ambrogio e Carlo".

L'Allegoria della Pittura di Artemisia Gentileschi a Hampton Court Ritratto di una pittrice del XVII secolo

2009

INDICE 5 Premessa 9 Parte prima: l'opera 23 Parte seconda: chi è raffigurato nel dipinto 33 Appendice iconografica e illustrazioni 45 Bibliografia e fonti web 3 4 5 Lavinia Fontana, Sofonisba Anguissola, Fede Galizia ed Elisabetta Sirani solo per citarne alcune. Di Artemisia Gentileschi prenderemo in esame un'opera in particolare, il cosiddetto Autoritratto in veste di Pittura di Hampton Court e lo studieremo come un "reperto", una traccia da seguire di un passato ancora oggi sfuggente, a causa di molte zone d'ombra che ancora circondano sia Artemisia e la sua vita che questa opera. Considereremo i documenti del tempo e le argomentazioni di autorevoli storici dell'arte per arrivare a una tesi nuova, forse azzardata, ma che si vuole porre in modo problematico di fronte ad un fatto complesso come è un'opera d'arte e la sua tradizione, intesa come l'insieme delle interpretazioni, degli studi e delle idee che nel corso degli anni si sono costruiti attorno all'opera stessa. Con la speranza che questo possa essere un contributo e uno spunto per nuove ricerche e studi in questo campo della storia dell'arte, soprattutto oggi, in un momento in cui l'arte e in generale la cultura italiana sta vivendo giorni bui. 6 L'ALLEGORIA DELLA PITTURA DI ARTEMISIA GENTILESCHI A HAMPTON COURT Ritratto di una pittrice del XVII secolo 7 8 "È un errore capitale teorizzare prima di avere i dati. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, invece di adattare le teorie ai fatti." Arthur Conan Doyle, Uno scandalo in Boemia.

Artemisia Gentileschi libera da ogni stereotipo. Un talento versatile nella Napoli del Seicento.

Artemisia Gentileschi rientra in quella categoria di personaggi autorevoli la cui biografia non può essere trascurata ai fini di una corretta fruizione dell'opera. Studiare la sua produzione significa fare i conti con fatti ed eventi cruciali della sua esistenza. Di questo occorre tener conto nella giusta misura giacché l'artista è solita lasciare sulla tela tracce di sé. E' come se la superficie bidimensionale raccontasse contemporaneamente due vicende: da un lato la scena effettivamente riprodotta, dall'altro una storia parallela che, avente per protagonista la stessa Artemisia, finisce per incontrarsi con l'episodio ritratto. Una storia priva di lieto fine in cui a fare da sfondo sono i demoni, le ossessioni, i rimorsi, la vergogna, la passione e l'inquietudine. Sono questi i segni che la Gentileschi si ostina a registrare col pennello su tele che ne rendono immortale sia il talento sia la personalità.