Gli affetti umani alla luce del “divin poema”: disegni di pseudo-similitudini nel Dante Vallicelliano (Indice / Table of Contents). (original) (raw)

"Natura umana in Dante: analogie della percezione visiva", in: I passi fidi. Studi in onore di Carlos López Cortezo, a c. di C. Cattermole, A. Nava, R. Scrimieri, J. Varela-Portas, Roma, Aracne Editrice (Coll. Dante nel mondo, 18), 2020, pp. 323-354.

I passi fidi. Studi in onore di Carlos López Cortezo, a cura di C. Cattermole Ordóñez, A. Nava Mora, R. Scrimieri Martín, J. Varela-Portas de Orduña, Roma, Aracne Editrice (Coll. Dante nel mondo, 18), 2020

Culture visive e teorie degli affetti nella lettura di Dante

Letture classensi , 2022

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un'esplosione di studi sulle culture visive intorno a Dante. È un approccio che, in quest'anno del Centenario, ha favorito anche l'inclusione di un pubblico molto vasto. Penso, innanzi tutto, ai lavori a Ravenna, alla mostra a cura di Laura Pasquini e Giuseppe Ledda: «La bellezza ch'io vidi… (Pd, XXX, 19). La Divina Commedia e i mosaici di Ravenna», che, nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, ha messo in evidenza i richiami tra i mosaici ravennati e l'opera di Dante. La mostra si propone come una sintesi ideale tra ricerca scientifica e apertura verso il pubblico, in modo perfettamente inserito nell'ambiente circostante e radicato negli spazi storici di Dante. Essa mette infatti in relazione i mosaici ravennati, le terzine della Commedia, e i testi esplicativi del libro Iconografie Dantesche di Laura Pasquini 1. È esattamente di questo tipo di lavoro, a metà strada tra l'esperienza visiva e l'analisi testuale, che vorrei discutere in questo contributo. L'anno 2021 ha visto un periodo di grande fermento negli Studi Danteschi a livello internazionale. Studiosi di tutto il mondo, in Italia, nel Regno Unito, in Germania, negli Stati Uniti-giusto per nominare alcune sedi-stanno forgiando e proponendo nuovi metodi che siano in grado mettere in collaborazione gli strumenti dell'analisi testuale e quelli dell'analisi visiva. Ci stiamo facendo, in modi diversi, la stessa domanda: in che modo il testo dantesco ci chiede di "guardare"? Verso che tipo di sguardo ci invita? Quando Dante dice «vedi» nella Commedia-e lo fa spesso-sta spingendo il suo lettore verso una serie di pratiche che includono, ma anche superano, il semplice concetto di "leggere" per come lo intendiamo noi oggi e sembrano avere piuttosto

Roberta Carpani, <> nel teatro figurato dell'Adamo di Giovan Battista Andreini (1613 e 1617), in E. ARDISSINO, E. SELMI (a cura di), Visibile teologia. Il libro sacro figurato in Italia tra Cinquecento e Seicento, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2012, pp. 409-427

2012

robErta carpani «GlI AFFeTTI e le coSe» nel TeATro FIGurATo dell'ADAMo dI GIovAn BATTISTA AndreInI (1613 e 1617) uno dei più straordinari libri di teatro del XvII secolo con illustrazioni è prodotto nella milano di Federico Borromeo da un comico dell'arte: L'Adamo di Giovan Battista Andreini, che conobbe evidentemente un'immediata fortuna di pubblico se, solo quattro anni dopo la princeps del 1613, nel 1617 il medesimo stampatore-libraio Gerolamo Bordone o Geronimo Bordoni ne preparò un'altra stampa 1. con l'intensa attività di pubblicazione dei testi teatrali e delle opere poetiche che accompagnano il nomadismo del lavoro di attore professionista, Andreini costruisce tenacemente la sua identità di «comico letterato». la sua vicenda riflette le trasformazioni che più ampiamente attraversano il teatro europeo fra cinque e Seicento: il passaggio dai testi recitativi manoscritti alla drammaturgia stampata determina un «cambiamento di scala», come ha notato raimondo Guarino 2 , che

Vasari lettore di Dante, in Dante, Leonardo, Raffaello: la divina consonanza di arte e poesia. Atti del convegno (Roma, 21-23 settembre 2021), a cura di M. Fagiolo, Roma, Gamngemi, 2022, pp. 211-220.

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M. Villa, Lo sguardo dell’ “altro” e l’autoriconoscimento di Dante: un percorso nel Purgatorio, «Tenzone», 13, 2012, 183-221.

The article consideres episodes within Purgatory when Dante is seen by “others”. At the beginning of his journey is necessary to define the difference between Dante and others, because he has the body, according to tradition of otherworldly journeys. Dante is seen from the shadow of his body, and this is a new theme in the Commedia. Shadow opens the dialogue and it’s a mnemonic image, creating webs intratextual. By recalling the flesh, shadow points out the problem of the dialectic between embodiment and vanity. Besides, it forces Dante to define his own identity and it shows a process of self-awareness, completed at the end of the journey, in Eden, when Beatrice calls him by name. This essay deals with Dante’s reaction and with three fundamental characteristics of each meeting: visual perception, sensory metaphors related to the wonder and intensity of soul’s glance, with their intratextual implications. KEYWORDS: Purgatory, other, recognition, shadow, view, wonder, dialogue

La prosaica Commedia. Iconografie anticlericali e poco ‘divine’ nel poema di Dante

Acheruntica. La discesa agli Inferi dall’antichità classica alla cultura contemporanea, a cura di Roberto M. Danese, Anna Santucci, Alessio Torino, 2020

Spesso si dimentica che il titolo di Divina Commedia, diffuso solo dall’edizione a stampa del 1555, è frutto dell’estro di Giovanni Boccaccio. In realtà, infatti, Dante nel suo poema, offeso nella propria fede religiosa da una Chiesa sempre più corrotta, critica pesantemente l’istituzione ecclesiastica inserendo religiosi tra i dannati e scrivendo diverse invettive contro il clero in tutta la sua gerarchia. Analizzando i corredi figurativi che tra XIV e XV secolo arricchirono manoscritti e incunaboli della Commedia, è possibile rintracciare una serie di illustrazioni che mettono in immagine tematiche anticlericali, a conferma di una percezione originaria del poema tutt’altro che “divina” e in aperto contrasto con la Chiesa e con la morale comune del tempo. One often forgets that the title Divine Comedy, widespread since the 1555 printed edition, is the offspring of Giovanni Boccaccio’s creativity. In fact, Dante, offended in his religious faith by the Church’s increasing corruption, makes it the object of sharp criticisms in his poem. He includes religious people among the damned and addresses several invectives against the clergy in all its hierarchy. By analyzing 14th- and the 15th-century images from manuscripts and incunables of the Comedy, a series of illustrations highlight these anticlerical themes. Such images provide the best confirmation that the poem's first reception regarded Dante’s work as anything but “divine,” and contrasting both the Church and common moral beliefs of the time.

I volti del peccato nell’Inferno di Dante. Un approccio fisiognomico (Dante Füzetek 2008/3.)

La fisiognomica – che mira ad individuare l'indole e le inclinazioni di una persona attraverso i segni del corpo e del comportamento – è una visione latente, rintracciabile anche nella Commedia quando il poeta presenta le anime viziose e virtuose. Nella Commedia, grazie alla fantasia, alla capacità raffigurante del poeta e al posto centrale delle moralità, ci troviamo di fronte a una incredibile ricchezza di caratteri, affetti e forme comportamentali. Dante con la poliedricità dei moti, suoni e sguardi delle anime fa vedere le manifestazioni del dolore, dell’ira, del piacere e della preoccupazione e di tutti gli altri affetti. Il saggio, dopo un preambolo letterario-culturale analizza alcune figure animali dell’Inferno per illustrare quanto può aggiungere alla loro interpretazione morale la conoscenza dei segni fisiognomici. Fra le figure analizzate dal punto di vista fisiognomico ci concentriamo, fra l'altro, sulle tre fiere del canto I, su Brunetto Latini, su Gerione...

Pomena e altre divinità da giardino in Giovanni Boccaccio, in Il destino degli dèi. Permanenze, riprese, travestimenti letterari. Atti del XLVI Convegno Interuniversitario, Bressanone, 6-8 luglio 2018, a cura di G. Peron e T. Zanon, Padova, Esedra Editrice, Padova, 2021, pp. 111-121.