I Lombardi di Sicilia una migrazione tra XI e XIII secolo (original) (raw)

2023, «Mediaeval Sophia», Studi e ricerche sui saperi medievali, E-Review semestrale dell’Officina di Studi Medievali, 14 (luglio-dicembre 2023), [ISSN: 1970-1950]

La conquista normanna della Sicilia si sarebbe conclusa con la presa di Noto nel 1091, a distanza di trent’anni dallo sbarco presso Messina di Ruggero d’Altavilla, con una campagna complessa e arti-colata, dal momento che di fronte alla limitata schiera degli invasori vi era una popolazione intera formata da greci-ortodossi e musulmani. La presenza greca, così radicata nella Sicilia al di qua del Salso, rappresentò un dato strutturale di grande rilevanza per la prima azione di cristianizzazione promossa dal Granconte, che nell’arco di pochi anni ripristinò o fondò ex novo decine di cenobi ba-siliani, nei territori in cui aveva precocemente creato le estese diocesi di Lipari, Patti, Catania e Santa Maria de Scalis. Il giuramento prestato a Melfi nel 1059 da Roberto d’Altavilla a Niccolò II avrebbe impegnato gli Altavilla a intraprendere una progressiva latinizzazione, affidata principalmente al clero franco-latino, ma che fu rafforzata da interventi di normalizzazione demica con l’immigrazione di folte schiere di cosiddetti Lombardi, inizialmente Aleramici, provenienti principalmente dal Monferrato al seguito di Adelasia Incisa del Vasto e del fratello Enrico, che avrebbero dato vita a molti insediamenti Gallo-Italici, a partire dalla contea di Paternò. Da quel momento gruppi compositi di Lombardi si sarebbero riversati in Sicilia a diverse ondate e per varie occasioni, generando un fenomeno antropologico strutturale di longue durée, un «patrimonio culturale isolano» radicato e profondo, certamente espressione e parte integrante della stessa identità siciliana. The Norman conquest of Sicily would have ended with the taking of Noto in 1091, thirty years after the landing at Messina of Ruggero d'Altavilla, with a complex and articulated campaign, since faced with the limited array of invaders there was an entire population made up of Greek Orthodox and Muslims. The Greek presence, so rooted in Sicily on this side of the Salso, represented a struc-tural datum of great importance for the first Christianization action promoted by the Granconte, who in the space of a few years restored or founded from scratch dozens of Basilian monasteries, in the territories where he had early created the extensive dioceses of Lipari, Patti, Catania and Santa Maria de Scalis. The oath sworn in Melfi in 1059 by Roberto d'Altavilla to Niccolò II would have committed the Altavillas to undertake a progressive latinization, mainly entrusted to the Franco-Latin clergy, but which was strengthened by demic normalization interventions with the immigra-tion of large numbers of so-called Lombards, initially Aleramici, coming mainly from Monferrato following Adelasia Incisa del Vasto and her brother Enrico, who would have given life to many Gallo-Italic settlements, starting from the county of Paternò. From that moment composite groups of Lombardi would have poured into Sicily in different waves and for various occasions, generating a longue durée structural anthropological phenomenon, a deep-rooted "island cultural heritage", certainly an expression and an integral part of Sicilian identity itself.