Società, economia, religione delle città erniche: Alatri, Anagni, Capitulum Hernicum, Ferentino e Veroli (original) (raw)
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La religione dei Fenici d'Oriente, così come quella di Cartagine e delle colonie occidentali, consisteva in un sistema politeistico. Ogni centro cittadino possedeva un proprio pantheon e proprie divinità tutelari, pur nel contesto di una comune tradizione che autorizza a parlare di «religione fenicia». La relativa diversificazione locale dei culti costituiva tuttavia un mezzo di diversificazione culturale, attraverso cui ciascuna città affermava la propria specifica identità. Fonti di conoscenza per la religione fenicia sono le iscrizioni locali (anche se laconiche e ripetitive), importanti anche per gli elementi teofori presenti nell'antroponimia. Gli autori classici forniscono spesso equiparazioni o interpretazioni di dèi fenici in relazione a divinità greche e romane, mentre l'Antico Testamento, documenti egiziani e mesopotamici, ma soprattutto i testi di --> Ugarit offrono dati di primaria importanza per la storia delle varie divinità. La mitologia fenicia e punica è assai poco nota per mancanza di testimonianze dirette e si conoscono solo episodi frammentari o brevi notizie sparse in fonti greche e latine. Unica eccezione è il materiale tramandato da Filone di Biblo, che scrisse in greco nel II sec. d.C. ed i cui frammenti della «Storia fenicia» sono stati conservati da Eusebio di Cesarea (IV sec. d.C.), che li cita polemicamente per combatterne i contenuti pagani. Filone afferma di avere raccolto l'eredità di un leggendario sacerdote fenicio, Sancuniaton, attivo all'epoca della guerra di Troia. Nei suoi materiali, in cui sono narrate le credenze intorno alla cosmogonia, alle origini della cultura ed alla teogonia, si può cogliere un nucleo genuino di mitologia fenicia, anche se rielaborato dalla tradizione e trasformato da mode culturali come l'Evemerismo. Nei pantheon delle città fenicie si individuano alcuni elementi strutturali comuni e caratteristici. Al loro vertice si trova infatti una coppia costituita da un dio (detto baal o adon, «signore»), la cui identità varia da città a città, e da una dea (chiamata per lo più baalat, «signora»), in cui si deve riconoscere --> Astarte, complessa figura dalle funzioni assai varie: detentrice della regalità e perciò protettrice del re, garante della fertilità e della fecondità, protettrice
Angizia, Feronia, Marica. Divinità e culti italici nell'Eneide
This contribution focuses on the analysis of the presence of Italic divinities and cults in the Aeneis. In particular, some divinities (Angitia, Feronia, Marica, Mefitis, Iuppiter Anxur) and some rituals (the Hirpi Sorani) are taken into consideration. Some speculations on the Vergilian poem as depository of information on pre-Roman Italy lead to the vexata quaestio of the sources of the Aeneis, to the relationship between Virgil and Varro, and consequently to the connection between the poem and the Augustan cultural and political project. Among the conclusions, it comes out that the poet did not hesitate to modify the historical data at his disposal, using the references to Italic religions as a means to enrich the epic narration and to give to the reader a particular image of Italy at the moment of Aeneas' arrival.
Luoghi, tempi e modi del culto di Ercole tra i Paeligni (Regio IV – Sabina et Samnium)
Los lugares de la Historia. Actas IV Congreso AJHIS, Salamanca 2013. Temas y Perspectivas de la Historia, vol. 3 (ISBN: 9788461657551), 2013
The principal cult of the Paeligni, like many other Italic populations, was certainly that of Hercules, witnessed by a lot of epigraphic evidences and by the votive materials found in the shrines, with which the Paelignian territory is literally marked. Essential feature of all these places of worship is the presence of water, a condicio sine qua non for the manifestation of the divinity, but it is also the fundamental element in the rites related to his devotion, ranging from the field of medicine and health (as evidenced by the presence of numerous anatomical votives) to those related to the oracle of divination (sanctuaries of Cansano, Cocullo, Corfinio, Molina Aterno, Scanno, Vittorito). Definitely linked to transhumance and pastoral culture, devotion to Hercules is also reflected in a large number of epigraphs, that show the antiquity of the phenomenon and present the hero in three aspects. The first one is a Hercules, so to speak, “simple” (ie without special epiclesis), who manifest on the Ides of August (the 13th), when the devotees are used to dissolve or, in some cases, to renew their vows. Practically confined to the area of Paeligni Superaequani was the cult of Hercules Victor, linked to a more economic-commercial or military culture (shrines of Castelvecchio Subequo and Secinaro). The devotion to Hercules Curinus (or Quirinus), on the other hand, was exclusive of the big sanctuary of Mount Morrone (near Sulmona) but “national cult of Paeligni” (according to Giacomo Devoto), was this epiclesis originated from the fact that the divinity probably supervised the synoecism which brought the small towns of southern Valle Peligna to join in a new Roman administrative entity, Sulmo, raised to the rank of municipium after Bellum Sociale (91-88 BC).
Scienze dell'Antichità 28.3, 2022
The contribution aims to systematise the society manifestations in sacred contexts within Northern and Po Valley Etruria through epigraphy. A contextual approach is chosen and the analysis is developed focusing on the 6th‐5th century BCE, while it is not considered practicable for the Hellenistic period due to the reliable documents lack in Po Valley Etruria. Practices and agents are compared, particularly in order to formulate considerations on social classes and their relationship with the sacred. This allows us to propose the identi‐ fication of at least two diversified models, one of a hegemonic nature within the Po Valley urban settlements and the other linked to the sacred places use by the aristocratic groups of the territories along the Arno valley from Volterrano to Casentino.
PRODURRE PER GLI DEI L’ECONOMIA PER IL SACRO NELL’ITALIA PREROMANA (VII-II SEC. A.C.) Atti del Workshop internazionale a cura di M.C. Biella, C. Carlucci, L.M. Michetti, 2022
The cult of Hercules, a multifunctional divinity, is well documented in Latium Vetus and Latium Adiectum. The analysis of various sanctuaries and votive deposits has highlighted the location of these sites along the main road and commercial transport routes. This brief paper aims to analyse the relationship between the presence and activities of Hercules, as evidenced by literary and epigraphic sources as well as by votive materials (small bronzes in particular), and the topographical distribution of these sanctuaries. By comparing data and contexts that have been revealed in ancient Latium it is possible to put forward an economic interpretation for some of the functions performed by certain places of worship, which are characterized by specific expressions of the cult of Hercules.
Alari fittili nell’Etruria centro-meridionale tra contesti abitativi, santuariali e di tipo rituale
Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico 17, 2021
Introduzione L'alare è un manufatto indissolubilmente connesso alla εστία, attestato fin dall'età preistorica, che si usa per sorreggere legna, recipienti o spiedi o anche solo per contenere il fuoco. Un oggetto antico, la cui funzione, seppure certo mutata, non è stata completamente stravolta dal tempo-fatto raro nell'ambito della cultura materiale-, dal momento che lo si trova anche nei moderni caminetti. Le conquiste della modernità offrono oggi soluzioni diverse al problema del riscaldamento e della cottura dei cibi, rendendoci poco consci della assoluta importanza che il focolare e gli oggetti ad esso connessi dovevano rivestire all'interno di una abitazione antica. Nell'area medio-tirrenica e specificamente in territorio etrusco, oggetto della presente ricerca, il ricorso a manufatti fittili con funzione di alare è documentato soprattutto dal Bronzo Finale e per tutta l'età del ferro. Le attestazioni, che giungono fino al V sec. a.C. 1 * Il presente contributo trae spunto da un Dottorato di Ricerca in Etruscologia svolto presso l'Università di Roma "La Sapienza" tra il 2007 ed il 2009 (XXI ciclo) e che ha avuto per oggetto l'instrumentum da focolare in Etruria tra il Bronzo finale e la fine del V sec. a.C. Ringrazio al riguardo il Prof. G. Colonna che ha seguito con grande disponibilità la mia ricerca, la Prof.ssa G. Bagnasco Gianni per la generosità con cui ha incoraggiato questo scritto e per i preziosi suggerimenti, e il Dott. F. di Gennaro, già correlatore della mia tesi di laurea, per le discussioni ed i consigli. Mi è gradito inoltre ringraziare la Dott.ssa Y. Backe Forsberg per i proficui scambi di idee e per la liberalità con cui mi ha permesso di disegnare e inserire nel catalogo un reperto da San Giovenale attualmente in corso di stampa; e il Dott. F. Vallelonga, Direttore del Museo Archeologico di Chiusi, per avermi concesso di studiare e pubblicare due reperti chiusini da I Forti e Montevenere (su concessione del Ministero per i beni e le 10 Si tratta di una foggia ampiamente attestata su tutto il pianoro di Veio (MURRAY THREIPLAND 1963, pp. 71-73, da ultima BENEDETTINI 2011, tipo N1, con riferimenti). 11 COZZA-PASQUI 1894, cc. 59-60. 12 Le strutture e la stratificazione e delle strutture erano conservate per un'altezza pari a tre o quattro filari di blocchi di tufo; condizioni di particolare privilegio per uno scavo in abitato.
Athens between Hadrian and Gallienus (117-268 CE): History, Archaeology, and Urban Landscapes is a work created as part of the “Roman Athens” research program of the Italian Archaeological School in Athens and developed through studies conducted at the University of Perugia and the “Sapienza” Uni- versity of Rome. This book continues a long tradition of scholarship and offers a new historical, archae- ological and topographical reconstruction of Athens during the 2nd and 3rd centuries CE. It focuses on the concept of the “Urban Landscape”, understood as a combination of material and immaterial realities, and as a historical process characterized by productive or destructive actions, sometimes spontaneous and other times planned, along with a constant relationship between natural and human-made space. The research is structured into three parts. Part I (Historical, Cultural, and Economic-Political Framework) is divided into three chapters. Chapter 1: Historical Framework offers a chronological overview of events between the 2nd and 3rd cen- turies CE, with emphasis on the relationships between emperors, institutions, and Athenian citizens. Chapter 2. Cultural Framework describes Athens as a centre of collective cultural experience, high- lighting the Second Sophistic, the intellectual life centred on Athens, philosophy, education, festivals and performances. Chapter 3. Economic-Political Framework analyses the political structure, economic measures and the institution of public benefaction. Part II (Areas of Investigation) is dedicated to describing the data (contexts, architectural structures, and infrastructure) that shaped the urban landscape of Athens during the years between Hadrian and Gallienus. Part III (Reconstructing and Narrating the Urban Landscapes) builds on the relationship between Parts I and II and is divided into two chapters. Chapter 1. Interpreted Landscape proposes hypotheses for the reconstruction of the urban land- scapes of three key periods in Athens during the mid-Imperial era: the Hadrianic age, the Antonine age (post-Hadrian), and the period between the Severan dynasty and the time of Gallienus. Each chapter con- tains sections that critically analyse the findings discussed in Part II. Chapter 2. Narrated Landscape provides a concise final narrative on the transformation of Athens’ urban landscapes. The text is accompanied by a section that gathers images, maps, plans, sections and reconstructions, all created using the available data.