La critica acritica di Celant. Il catalogo della mostra Pistoletto, Palazzo Grassi, 1976, La scrittura editoriale di Germano Celant e l'archivio come metodologia Giornata di studio, Centro Pecci, 25 febbraio 2023 (original) (raw)
2023
Nel 1976 Michelangelo Pistoletto presenta per la prima volta la sua produzione completa a Palazzo Grassi - Centro Internazionale delle arti e del costume. In occasione di questa importante personale, Pistoletto decide di presentare tutto il corpus degli Oggetti in meno, opere realizzate a partire dal 1965 che sono la “semplice evidenza della presenza dell'oggetto…che non fanno finta, sono semplicemente lì, proprio nello spazio dello spettatore”. Gli oggetti in meno indicano con insistenza l'emergere di una nuova forma di teatralità nel suo lavoro, una forma in cui lo spazio per l'arte è progressivamente concepito come spazio per l'azione. Dalle fotografie dell'allestimento, emerge come la mostra fosse costruita come una vera e propria drammaturgia nello spazio: a Palazzo Grassi, Pistoletto mette in scena nello spazio le sue opere. Sul comunicato stampa e sul catalogo, non compare nessuna figura di curatore e, parlando con lo stesso artista, emerge come la mostra sia stata allestita da Pistoletto stesso. Pistoletto, però, invita Germano Celant a curare il catalogo. Il mio intervento intende analizzare Pistoletto (Electa editrice 1976) il catalogo che accompagna la mostra curata da Germano Celant. Il catalogo è composto dal suo testo titolato “Primi appunti, con citazioni, per una cronologia di Michelangelo Pistoletto” ed è un regesto della produzione completa dell'artista, attraverso una raccolta di citazioni, di estratti dagli scritti, dalle interviste e dai testi critici pubblicati sin dai primi anni '60. Come sempre, anche in questo catalogo, Celant sparisce per dare voce unicamente all’artista. Ma sparisce la sua voce oppure sembra soltanto sparire e in realtà Celant ci sta portando da un'altra parte? Il mio intervento intende leggere questo catalogo attraverso l’analisi della posizione critica che Celant afferma nel 1970 nel testo Per una critica acritica, nel quale dichiara che la critica deve diventare “complice” della produzione in arte e “procedere affiancata all’arte”. Ma la sintonia tra il lavoro teorico di Celant che procedeva dal 1967 tutto volto verso il ragionamento sullo spazio e la teatralità, e la messa in scena delle opere nello spazio di Palazzo Grassi realizzata da Michelangelo Pistoletto, fa del catalogo Pistoletto un caso studio per gettare luce sulla metodologia critica di Germano Celant. ////////////////////////////////////////////////// In 1976 Michelangelo Pistoletto presented his complete production for the first time at Palazzo Grassi - International Center of Arts and Costume. On the occasion of this important solo exhibition, Pistoletto decides to present the entire corpus of Objects in Less, works created starting from 1965 which are the "simple evidence of the presence of the object... which do not pretend, they are simply there, right in the space of viewer". The fewer objects persistently indicate the emergence of a new form of theatricality in his work, a form in which the space for art is progressively conceived as a space for action. From the photographs of the installation, it emerges that the exhibition was constructed as a true dramaturgy in space: at Palazzo Grassi, Pistoletto stages his works in space. In the press release and in the catalogue, no curator figure appears and, speaking with the artist himself, it emerges that the exhibition was set up by Pistoletto himself. Pistoletto, however, invited Germano Celant to edit the catalogue. My intervention intends to analyze Pistoletto (Electa editrice 1976) the catalog that accompanies the exhibition curated by Germano Celant. The catalog is composed of his text entitled "First notes, with quotations, for a chronology of Michelangelo Pistoletto" and is a summary of the artist's complete production, through a collection of quotations, extracts from his writings, interviews and critical texts published since the early 1960s. As always, even in this catalogue, Celant disappears to give voice solely to the artist. But does his voice disappear or does it just seem to disappear and is Celant actually taking us somewhere else? My intervention intends to read this catalog through the analysis of the critical position that Celant affirmed in 1970 in the text For an uncritical criticism, in which he declared that criticism must become an "accomplice" of production in art and "proceed alongside art". But the harmony between Celant's theoretical work which had been proceeding since 1967, all aimed at reasoning on space and theatricality, and the staging of the works in the space of Palazzo Grassi created by Michelangelo Pistoletto, makes the Pistoletto catalog a case study for light on the critical methodology of Germano Celant.