Una nota su "La classe operaia va in Paradiso (original) (raw)

Discorrendo di classe lavoratrice e di rivoluzioni (prima parte) [2021]

2021

Indice Introduzione. Due secoli di movimento operaio I Il punto di vista di Marx ed Engels 1. "Guardare più lontano, avere una visione più ampia" 2. I lavoratori in cattedra, Marx ed Engels nei banchi 3. Fatti, parole e polemiche: riformismo-partito-coscienza 4. La via al potere II Sviluppi storici e problemi interpretativi. 1. Dinamiche della classe operaia inglese, 1838-1914 2. Splendori e miserie della Seconda Internazionale: Germania, 1890-1914

Da Memoriale (1962) di Paolo Volponi a La classe operaia va in paradiso (1971) di Elio Petri : fabbrica e nevrosi operaia negli anni Sessanta e Settanta

in Figure dell'anomalia. La costruzione del personaggio nell'Italia dell'Otto e Novecento. A cura di A. Berré e M. Spinelli. Bologna, Pendragon, 2017

Da Memoriale (1962) di Paolo Volponi a La classe operaia va in paradiso (1971) di Elio Petri: fabbrica e nevrosi operaia negli anni Sessanta e Settanta La fabbrica e la letteratura italiana hanno da sempre intrattenuto delle feconde, molteplici e, talvolta, contradditorie relazioni 1 . In età giolittiana, per esempio, il movimento futurista si era impadronito della materia industriale declinandola però secondo un'ottica di esaltazione della modernità e della nascente industria. Tematiche quali lo sfruttamento patronale, le nevrosi e l'alienazione operaia, tipiche della letteratura industriale degli anni Sessanta, non rientravano certo nella linea di mira della poetica futurista. È piuttosto a partire dagli anni Trenta, con il romanzo Tre operai di Carlo Bernari, pubblicato per la prima volta nel 1934, che comincia, secondo la maggior parte dei critici letterari, la stagione vera e propria della letteratura industriale italiana che trova appunto, durante gli anni del miracolo economico, il momento del suo massimo sviluppo.

Precisazioni su "Marxismo e miseria" e "lotta di classe e offensive padronali"

1949

Più accumulazione, minor numero di borghesi. Più accumulazione, maggior numero di operai, ancor maggior numero di proletari semioccupati e disoccupati, e di peso morto di sovrappopolazione senza risorse. Più accumulazione, più ricchezza borghese, più miseria proletaria. Il falso marxismo si compendia nella tesi che il lavoratore può conquistare posizioni utili: a) nello Stato politico con la democrazia liberale; b) nella azienda economica con aumenti di salari e rivendicazioni sindacali. E ciò parallelamente al crescere dell'accumulazione del capitale. Il falso marxismo corteggia la dottrina che l'aumentata produzione è aumento di ricchezza sociale ripartita tra "tutti". Ha tradito totalmente la legge basilare del marxismo.

Introduzione a "Le traiettorie dell'operaismo nel lungo '68 italiano"

Traiettorie operaiste nel lungo '68 italiano, 2020

Lungi dall'essere una corrente teorica e politica omogenea, l’operaismo fu piuttosto una costellazione di esperienze – politiche e intellettuali, individuali e collettive, di ricerca e di azione – molteplici, frammentate, spesso contaminate da elementi eterogenei, che produssero genealogie non lineari. Con questo lavoro speriamo di aver fornito un contributo utile per le ricerche a venire che intendano andare al di là di quelle interpretazioni equivoche che vorrebbero ricondurre una stagione assai complessa di sperimentazioni politiche e sociali, quale fu il “lungo ’68” italiano, a una presunta “matrice” operaista, o, ancora, ridurre le molteplici traiettorie dell’operaismo alle tesi, peraltro a loro volta divergenti, di alcuni suoi più noti rappresentanti. Introduzione di Marco Morra e Fabrizio Carlino. Articoli di Alessandro Arienzo, Marco Rampazzo Bazzan, Andrea Cavazzini, Michele Filippini, Marco Grispigni, Giovanni La Guardia, Diego Melegari, Mariamargherita Scotti, Irene Viparelli.

Prime espressioni di un’identità della classe operaia. Contributo al ripensamento di una categoria

Studi storici, 2007, n. 3, pp. 761-778.

L’histoire du mouvement ouvrier demeure profondément liée à des lieux communs qui s’effritent facilement lorsqu’on se confronte aux débats actuels dans les domaines de l’histoire économique et de l’anthropologie historique. A partir de l’analyse du cas français, l’article vise à questionner certains de ces lieux communs. Notamment, en introduisant la distinction entre « identité ouvrière » et « identité de la classe ouvrière », ces pages montrent le caractère essentiellement politique des classes sociales, à comprendre dans le processus de déploiement de la société démocratique. "L’articolo vuole essere un contributo alla riflessione storiografica sulla categoria di classe sociale. In particolare, prendendo spunto dai dibattiti vivi nei campi della storia economica e dell’antropologia storica, l’articolo vuole mettere in luce il carattere essenzialmente politico della classe sociale o, in altri termini, l’indissociabilità tra emergenza delle classi sociali e dispiegamento della società democratica e dell’individualismo moderno. Dopo aver chiarito i termini della mia riflessione teorica nella prima parte dell’articolo, nella seconda ne dimostro la fondatezza e l’operatività tramite l’analisi del processo di definizione della classe operaia francese negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento. Si tratta di un caso chiave (oltre che storicamente centrale) in cui l’emergere dell’identità di classe non è che indirettamente legato ai processi d’industrializzazione. "

Sulla prima diffusione del "Paradiso"

Questo articolo analizza le più importanti testimonianze riguardo alle ultime opere di Dante, in particolare Egloghe e Paradiso. L'esame puntuale del sonetto Acciò che le bellezze, Signor mio di Iacopo Alighieri consente di ipotizzare che l'ultima cantica era conosciuta a Ravenna, anche se non divulgata in modo definitivo. Quanto all'Epistola a Cangrande, si conferma la sua scarsa compatibilità con alcuni dati riscontrabili nei testi di Dante o di Iacopo.

Articolo Baglio su Movimento operaio e socialista a Messina

Antonio Baglio è ricercatore nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Messina, dove insegna Storia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il Partito nazionale fascista in Sicilia. Politica, organizzazione di massa e mito totalitario 1921-1943, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Per la pace in Europa: istanze internazionaliste e impegno antifascista (con S. Fedele e V. Schirripa), Dipartimento di Studi sulla Civiltà moderna, Messina 2007; Galati Mamertino nel Novecento. I. Dall'alba del secolo fino alla caduta del fascismo, Rubbettino, Soveria Mannelli 2009. Salvatore Bottari è ricercatore nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina, dove insegna Storia moderna e Storia della Sicilia moderna. Tra i suoi lavori monografici si segnalano: Post res perditas. Messina 1678-1713, EDAS, Messina 2005; La lunga rincorsa. Messina dalla rivolta antispagnola al terremoto del 1908 (con L. Chiara), Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2009; Messina tra Umanesimo e Rinascimento. Il "caso" Antonello, la cultura, le élites politiche, le attività produttive, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010.