CARLO DA CARONA E I LAPICIDI LOMBARDI DEL RINASCIMENTO IN FRIULI, UN'INDAGINE SUL CAMPO: NOVITÀ DOCUMENTALI E MATERIALI (original) (raw)
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IL CODICE CLARICINI DELLA COMMEDIA: NEL FRIULI UMANISTICO FRA LATINO E VOLGARE
I DE CLARICINI DORNPACHER IN FRIULI, 2021
Esame del codice Claricini della Commedia di Dante Alighieri (Padova, Biblioteca civica, C. M. 937): la sua copia (datata 1466) viene rapportata alla situazione culturale dell'epoca; del codice viene in particolare esaminato l'apparato delle glosse, nelle quali è identificato anche il commento di Iacomo della Lana.
2019
Sommario Il presente contributo si è posto come obiettivo quello di fornire un quadro d’insieme delle indagini archeologiche, iniziate nel 2014 in seguito a lavori pubblici, di una importante porzione del territorio lanuvino, il Colle San Lorenzo. Il Colle, ritenuto da molti archeologi l’acropoli dell’antica Lanuvium, ingloba al suo interno anche il Santuario di Giunone Sospita. Il resoconto dei dati, ancora in itinere, evidenzia gli importanti risultati ottenuti dall’ attività di tutela e salvaguardia della SABAP a Lanuvio; attività che negli ultimi quattro anni ha portato sul Colle all’individuazione di nuovi importanti siti (una terma di età imperiale, un’ area a carattere religioso attiva dal VII al I sec.a.C.) e, al contempo, analizza le strutture archeologiche riscoperte all’interno del Parco della Rimembranza, sicuramente in relazione al vicino santuario della divinità poliade di Lanuvio (ambienti ipogei, botteghe? e un tratto consistente di un antico tracciato viario). L’immissione dei dati esposti preliminarmente in questo volume, in cui si è tentato di comprendere anche cronologia e fasi di occupazione dei siti presi in esame, ha anche lo scopo di contribuire ad arricchire la discussione tra gli studiosi per una più approfondita conoscenza dei contesti archeologici analizzati. E’ da verifcare, infatti, il possibile rapporto tra le strutture a carattere sacrale rinvenute in via Giacomo Matteotti 22 e il vicino santuario di Iuno Sospita situato sull’acropoli della città. E’ poi da defnire il legame tra le strutture sopramenzionate con la contigua stipe di Pantanacci, una grotta con all’interno una cavità del terreno, poco profonda e non molto ampia piena d’acqua, alimentata da una serie di cunicoli, in parte naturali in parte lavorati, che sulla base di alcuni recenti ritrovamenti archeologici andrebbe identifcata come la famosa grotta del serpente sacro a Giunone Sospita menzionata da Properzio (IV 8, 3-14) e da Eliano (Nat. Anim. 11, 16). Una menzione particolare meritano anche le indagini archeologiche, non ancora completate, condotte in via Tempio di Giunone che hanno permesso di identifcare un impianto termale di dimensioni considerevoli, la cui prima fase è da collocare cronologicamente alla metà del II sec. d.C. Dell’impianto termale restano da chiarire i rapporti con gli antichi edifci circostanti, tutti precedenti per cronologia, ma la sua scoperta evidenzia come il Colle San Lorenzo, ma in generale l’antica Lanuvium, sia stato oggetto di considerevoli interventi edilizi nel corso del II secolo d.C., secolo che vide Antonino Pio e Commodo, nati entrambi a Lanuvio, ascendere al soglio imperiale. This paper aims to provide an overview of the archaeological investigations carried out to date in an archaeologically important part of the territory of ancient Lanuvium, the Colle San Lorenzo. Such work was initiated in 2014, following on public construction works. The hilltop, considered by many archaeologists the acropolis of the ancient city, houses the sanctuary of Juno Sospita. Although research is still underway, this overview already highlights some important results, obtained in the heritage protection programme that was implemented at Lanuvium by the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio RM-Met. Their activities have, over the last four years, led to the identification of new and important sites, such as a thermal building from the Imperial period and an area with a probably religious character dating between the 7th – 1st century B.C. At the same time archaeological structures were traced in the Parco della Rimembrenza consisting of hypogeic spaces, possible shops and a part of an ancient road. These structures can certainly be linked to the nearby sanctuary of the poliadic divinity of Lanuvium. By presenting the preliminary data in this volume regarding these finds, it is attempted to incorporate the chronology and phasing of the phases of occupation of the sites under consideration, with the aim of stimulating discussion between scholars in order to increase our knowledge of the archaeological contexts under scrutiny. We indeed need to verify the possible relationship between the structures with a ritual character found in the via Giacomo Matteotti 22 and the nearby sanctuary of Juno Sospita on the acropolis of the city. Moreover we need to verify the relationship between the abovementioned structures and the votive deposit of Pantanacci located next to it. This is a cave with inside a shallow and rather small depression in the ground that is fed by a series of partly natural and partly dug ‘cunicoli’ (water channels). On the basis of a number of recent archaeological finds the latter may be identifed with the cave of the serpent sacred to Juno Sospita mentioned by Propertius (IV 8, 3-14) and Aelianus (Nat. Anim. 11,16). But also the archaeological investigations, conducted in the via Tempio di Giunone, which have not yet been completed, deserve mention. Te latter have resulted in the discovery of a thermal building of notable dimensions, of which the frst phase can be dated to the mid- 2nd century A.D. The relationship between the thermal building and the ancient buildings around it, that are all earlier in date, still needs to be clarifed. However, its discovery shows how the Colle San Lorenzo, and more in general ancient Lanuvium, was subjected to considerable building activities during the 2nd century A.D., a period which saw Antoninus Pius and Commodus, both born in Lanuvium, ascend the Imperial throne.
LA FAUNA CAVERNICOLA DEL FORAN DI LANDRI
Foran di Landri. Il Landri svelato: ricerche e approfondimenti su una grotta tra storia e folklore, 2019
Hypogean habitat has characteristic features: lack of sunlight, stable climate, limited food sources. Cave-dwelling species evolved morphological and physiological adaptations. They are categorized by adaptability in: trogloxenes (occasional cavernicoles), troglophiles (living in both hypogean and epigean habitats), troglobionts (true cavernicoles). The presence of freshwaters and subaerial areas allows Foran di Landri cave to host several subterranean species, mostly arthropods. Freshwater hosts crustaceans (the copepod Megacyclops viridis, the amphipods Niphargus julius and Niphargus sp. prope stygius, and the isopod Monolistra julia) and snails. Terrestrial fauna includes the spiders Meta menardi, Metellina merianae and Troglohyphantes fagei, a Julid millipede, several springtails, the cave cricket Troglophilus neglectus, the crane fly Limonia nubeculosa, the round fungus beetle Aphaobius cfr. forojulensis, and the ground beetles Laemostenus schreibersi and Anophthalmus fab-brii chiappai, as well as some bats. Moreover, trogloxenes are sometimes found in the entry hall. The features of taxa living in Foran di Landri cave are hereby described. L'ambiente ipogeo ha caratteristiche peculiari: assenza di luce, clima stabile, scarsità di risorse. Le specie cavernicole hanno evoluto adattamenti morfologici e fisiologici specifici. In base al loro grado di adattamento, esse sono suddivise in: troglosseni (cavernicoli occasionali), troglofili (vivono sia in ambiente ipogeo che epigeo), troglobi (cavernicoli obbligati). Il Foran di Landri, grazie alla presenza di zone subaeree e zone sommerse, ospita un discreto numero di specie cavernicole, soprattutto artropodi. Nelle acque vivono crostacei (il copepode Megacyclops viridis, gli anfipodi Niphargus julius e Niphargus sp. prope stygius, l'isopode Monolistra julia) e gasteropodi. La fauna terrestre include i ragni Meta menardi, Metellina merianae e Troglohyphantes fagei, un millepiedi julide, diversi collemboli, l'ortottero Troglophilus neglectus, il dittero Limonia nubeculosa, il coleottero colevide Aphaobius cfr. forojulensis e i coleotteri carabidi Laemostenus schreibersi e Anophthalmus fabbrii chiappai, oltre ad alcuni chirotteri. La sala iniziale è frequentata anche da troglosseni. Sono qui descritte le caratteristiche dei taxa presenti nel Foran di Landri.
Le operazioni preliminari al consolidamento ed al restauro del Reale Albergo dei Poveri di Napoli hanno visto la vivace sinergia tra i progettisti ed un gruppo di restauratori di opere d'arte, volta alla definizione dei materiali e delle tecniche utilizzate per le finiture originali e la stratificazione degli interventi successivi. L'immenso edificio ha una superficie coperta pari a ca. 100.000 mq ripartiti su otto piani ed una facciata principale che sviluppa ca. 400 metri di lunghezza per ca. 45 in altezza. Sono stati individuati gli elementi essenziali delle varie campagne decorative che hanno caratterizzato l'evoluzione dell'edificio al suo interno, ed è stata realizzata una campagna d'indagine sulla facciata principale per determinare i colori voluti da Fuga. Si è quindi scelto di affiancare alla metodologia d'indagine tradizionale l'analisi colorimetrica delle tracce di finiture originali che è stato possibile rinvenire su una porzione molto ampia e significativa della superficie. Il numero delle prese colorimetriche è tale da assumere rilevanza statistica, e l'analisi dei dati ha permesso di definire in modo preciso le tonalità dei colori presenti in facciata. Sono stati messi a punto materiali e metodologie per la messa in opera che consentissero di ottenere una finitura cromaticamente equivalente a quella originale e di tessitura compatibile con l'edificio storico. "... su basi filologiche si insegue l'immagine originale del manufatto: con un meccanico legame e senza nessuna mediazione teorica si collega la supposta immagine originale all'estro innovativo del progettista. Questa impostazione non appare corretta: il rifacimento di un intonaco e della tinta non è un fatto meccanico, passivo e di automatica ripetizione, ma un atto progettuale creativo che richiede una notevole partecipazione per la ricomposizione dell'immagine dell'oggetto, in un momento storico in cui si è oramai perduta ogni continuità con il passato e sono altresì inesorabilmente perdute le capacità manuali e di composizione materica che alimentavano quel ricorrente esercizio. Oggi si vorrebbe riaprire a freddo un processo creativo non realizzando quindi un restauro, ma un ripristino. Ecco l'equivoco: il restauro su base filologica porta inevitabilmente al rifacimento. L'errore risiede nel credere di poter raggiungere la forma antica ed i suoi colori come se il tempo non fosse trascorso, considerando quindi il tempo come elemento reversibile… Il fine del restauro è quello di conservare per trasmettere al futuro le testimonianze nella loro fisicità, senza affogarle entro fodere protettive e negarle alla vista.. " (G. Carbonara). Premessa La campagna di indagini sulle finiture del Real Albergo dei Poveri in Napoli, preliminari alle operazioni di restauro dell'edificio, è stata condotta da un'équipe di professionisti specializzati: da una parte i progettisti del RTP Croci-Repellin [1], raggruppamento di architetti ed ingegneri, vincitore di gara europea per il restauro ed il consolidamento del monumento, bandita nel 2000 dal Comune di Napoli, proprietario del bene; dall'altra un gruppo di restauratori di opere d'arte, Equilibrarte s.r.l., di Carlo Serino e Antonio Iaccarino Idelson. L'investigazione ha mirato alla definizione dei materiali e delle tecniche utilizzate per le finiture originali e la stratificazione degli interventi successivi, al fine di operare scelte di restauro critico. Il presente lavoro illustra, inoltre, le indagini e i risultati conseguiti per le operazioni di restauro della facciata sud dell'edificio, portate avanti sotto la Direzione dei Lavori dell'Ufficio Progetto Recupero del Real Albergo dei Poveri, con la consulenza tecnica del RTP Croci Repellin e di Equilibrarte s.r.l.