L’approccio eco-territorialista alla pianificazione territoriale e il ruolo fondativo degli aspetti patrimoniali (original) (raw)

Riflessioni su alcuni aspetti teorici della territorialità, in Costituzionalismo.it, 14 gennaio 2013

Nell'ambito della dottrina dello stato e della scienza giuridica, gli approcci allo studio dell'elemento territoriale sono stati diversi. Tuttavia la storia concettuale e la riflessione filosofica sembrano mostrare come le differenti teorie non possano offrire ricostruzioni dell'elemento territoriale aderenti alla realtà dello stato moderno se prescindono dai debiti concettuali verso la filosofia politica: e, in particolare, verso il moderno concetto di sovranità e la relativa teoria dell'obbligazione politica. In altri termini, la storia del concetto di territorio dello stato sembra dover essere compresa come un capitolo della storia della sovranità. In the scope of general theory of state and of law science, several theories have investigated the state territory. However, history of concepts and philosophical studies seem to demonstrate how those theories cannot offer reconstructions of the territory connected to the reality of the modern state if they do not take into account the conceptual debts towards the political philosophy: and in particular towards the modern concept of sovereignty and the related theory of political obligation. In different words, the history of the concept of state territory might be considered as a chapter of the history of sovereignty. Sommario: 1. Statualità e territorialità. -1.1. Sul piano storico. -1.2. Sul piano razionale. -2. Le diverse teorie sul territorio. -3. Alcune brevissime riflessioni conclusive. Statualità e territorialità. Nell'ambito della dottrina dello stato e della scienza giuridica, diverse teorie hanno indagato il territorio dello stato tentando di offrirne una definizione dogmatica o quantomeno ricostruttiva[1].

A che punto siamo con la pianificazione territoriale regionale e paesaggistica? Prima parte

Teresa Cannarozzo, Mauro Pascoli, Massimo Zupi, Silvia Capurro, Annalia Mesolella, Giuseppe Guida, Giuseppe De Luca, Silvia Saccomani, Claudia Cassatella, Donato Di Ludovico, Andrea Canziani

La pianificazione territoriale regionale ha avuto una fervida fase di sviluppo a seguito della modifica del Titolo V della Costituzione, della territorializzazione delle politiche dell’Unione europea, e del rilancio della pianificazione paesaggistica a seguito dell’emanazione del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Quali risultati si possono osservare oggi? Dai presentati in questa prima parte gli esiti sono quantomeno incerti e per molti punti di vista anche sconfortanti. Sembra si sia persa una occasione, tre lustri non sembrano bastati per produrre innovazioni significative nelle pratiche regionali.

Per una pianificazione "a misura" di territorio

Territori, 2011

The text proposes several approaches for reflection on the subject of the governance of territorial consumption, addressing two critical issues: the dimensioning of planning and the concept of territory as a common good. The latter is understood as the outcome of cooperative behaviour and interactive practices aimed at recognition of the value of the places and the definition of rules of settlement for the protection of increasingly scarce collective resources. Exploring the relations between the limits of efficacy of the mechanisms for dimensioning the plans and responsibilities of the policies for governance of the territory – increasingly torn between public and private interests and not sufficiently "shared" - the book offers food for thought on the role of a "territorial-size" type of planning in the acknowledgement and management of the common goods.

Pianificazione paesaggistica e rischi, un approccio sincretico nella gestione territoriale

2020

Ogni rischio implica la sua specifica resilienza: c'è una resilienza degli edifici agli eventi sismici, degli insediamenti alle alluvioni, dei sistemi sanitari alle epidemie, dei sistemi sociali alle crisi economiche o alle ondate migratorie ecc. Dopo l'epidemia da coronavirus non si potrà però continuare a procedere a pezzi perché non ha senso attrezzarsi per una resilienza alle epidemie, dimenticandosi della vulnerabilità agli eventi sismici o ai rischi da inondazione o da troppo caldo o da contrazione demografica. Ci vuole una "resilienza delle resilienze". Nel paper si cerca di identificare un meta-modello di resilienza capace di: a. produrre risultati rilevanti nei potenziali (più resistenza, più durabilità, più autosufficienza); b. costruire un ordine capace di adattamento autonomo e creativo; c. attivare un proprio efficace sistema interno di controllo (decisioni politiche e tecniche). In contrapposizione al meta-modello metropolitano spinto e in coerenza con la teoria dell'evoluzione ecosistemica cui qui si fa riferimento, il meta-modello di resilienza integrato (dal punto di vista fisico, ecologico, sociale e politico-istituzionale) del territorio regionale viene definito "Ecopoli".