Un affare metropolitano. Reti sociali e mercato degli appalti nel regno di Napoli al tempo delle nuove imposizioni (1481-1485) (original) (raw)
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Archeologia del commercio e del consumo a Napoli nella tarda età imperiale
Studia Archaeologica, 2020
The volume analyzes three contexts of the historic centre of Naples (Girolomini, Santa Patrizia and Piazza Bovio) that provide an insight into a chronological horizon, between the last quarter of the 4th century AD and the first half of the 5th century AD, almost unknown in Naples but of great importance both in terms of material culture and how to organize daily life, for the many clues of those changes that will characterize the second half of the fifth century. The study is based on the analysis of ceramic finds with archaeometrical insights for some classes related both to issues of origin and technological character. From a strictly ceramological and ceramocentric plan, the analysis then moves towards the reconstruction of consumption, convivial and cooking methods, and the definition of the economic landscape on a local, regional and Mediterranean scale. The pottery data are integrated with archeozoological finds and evidence of other classes (such as glass, metals) applying multivariate analysis that leads to new interpretative hypothesis of the ceramic assemblages. Il volume analizza tre contesti del centro storico di Napoli (Girolomini, Santa Patrizia e Piazza Bovio) che forniscono un insight su un orizzonte cronologico, compreso tra l' ultimo quarto del IV sec. d.C. e la prima metà del V sec. d.C., quasi sconosciuto a Napoli ma di grande rilevanza sia per quanto riguarda la cultura materiale che le modalità di organizzazione della vita quotidiana, per i molteplici indizi di quei cambiamenti che caratterizzeranno la seconda metà del V secolo. Lo studio si basa sull' analisi dei reperti ceramici con approfondimenti archeometrici per alcune classi relativi sia a questioni di provenienza che di carattere tecnologico. Da un piano strettamente ceramologico e ceramo-centrico l' analisi si muove poi verso la ricostruzione dei consumi, delle modalità conviviali e di cottura, e la definizione del paesaggio economico su scala locale, regionale e mediterranea. I dati ceramologici sono integrati con le evidenze archeozoologiche e di altre classi di materiale (vetri, metalli) anche mediante l' applicazione di metodi di statistica multivariata che permettono di guardare ai contesti ceramici con nuove ipotesi interpretative.
Mercato della terra a Napoli nel XII secolo
La terra, a Napoli, è l'elemento sostanziale di un'economia tutt'altro che lineare, che cresce e si afferma a partire dal X secolo, la cui trama non è né feudale, né mercantile, né capitalistica, ma fondata su alcuni presupposti monetari, di produzione e di scambio, riassumibili così: 1) l'uso condiviso e generalizzato di valuta in oro. 2) L'impiego di una serie di innovazioni tecnologiche e contrattuali. 3) La specializzazione agricola. 4) Un tradizionale sistema legale e fiduciario, garantito dall'ordo dei curiales, che fornisce stabilità all'intero sistema di rapporti e transazioni. 5) Il supporto di intermediari commerciali esterni, vista la quasi totale assenza di mercatores o negotiatores locali. Un'economia che, tra l'ultima fase ducale e l'età normanna, si trasforma in alcune sue componenti, così come muta, in maniera percettibile, il ritmo e la prassi di composizione e scomposizione dei patrimoni. Dove, al dono e al baratto, i consueti strumenti di scambio adoperati nei periodi precedenti e fondamento della creazione di nuove fortune e di nuove forme del potere cittadino, si affiancano le compravendite, segno del mutamento dei tempi e della modifica delle abituali attitudini del mercato.
Plagio e commercio nelle guide tardo-cinquecentesche dedicate a Napoli e Pozzuoli (2014)
This essay illustrates how strongly chorographical texts depend on intertextual borrowings from previous materials, up to the point of becoming a patchwork of quotations from earlier texts. It highlights how this characteristic feature of chorography becomes the object of an unusually early debate on plagiarism. This polemic between two clearly competing Neapolitan intellectuals, Tomaso Costo and Scipione Mazzella, denotes how in the 1590s the status of chorography was changing considerably. Hendrix argues that the growing numbers of visitors to a city like Naples, particularly those coming from far away, lured publishers and authors alike as of the 1580s to transform conventional chorography conceived in a context of local pride into a commercially attractive product targeting this new audience. This went along with a re-framing of existing chorographical materials, not only causing concern with regard to its dubious status oscillating between intertextuality and plagiarism, but also in view of the urban identity presented no longer to wellinformed citizens but rather now to foreign visitors much more dependent on the accuracy and reliability of the given information.
Mediterrana. Ricerche Storiche, 2019
SOMMARIO: La percentuale di città demaniali nel Regno di Napoli in età moderna fu sempre marginale rispetto alla più ampia geografia feudale, ma non per questo fu meno significativa. Il presente saggio vuole fare luce sui casi in cui il conseguimento dello stato demaniale fu effetto di un processo bottom up, raggiunto per iniziativa dei ceti emergenti locali che, con ingenti sforzi finanziari, promossero, per l'appunto, la propria condizione di demanializzazione. Sono stati presi in esame tre differenti casi di studio, attestati tra la seconda metà del XVII secolo e la prima metà del XVIII secolo per rintracciare, attraverso la documentazione dell'Archivio Storico del Banco di Napoli, attori sociali e operazioni economiche svolte tra Napoli e le province del Regno per raccogliere le somme utili alla richiesta di riscatto in demanio presso i tribunali napoletani. È stato così ricostruito il network sociale di nuovi operatori economici, attivi a livello provinciale, che parteciparono come mediatori nella gestione delle pratiche finanziarie svoltesi a Napoli, con dinamiche per molti versi in linea con le coeve principali piazze europee. ABSTRACT: The percentage of state-owned cities in the Kingdom of Naples in the modern age was always lower than the number of fiefs, that didn't mean that it was less significant. The study is focused on the bottom up process that defined the state-owned state, obtained by the initiative of the local emerging classes, namely the 'redemption processes in state property'. In the documents of the Historical Archive of the Banco di Napoli, three different case studies were examined between the second half of the 17th and the first half of the 18th century. The social actors and the economic operations were traced between Naples and the provinces of the Kingdom of Naples to collect the money useful for the request for redemption in state-owned. The social network of new economic operators, active at the provincial level and mediators in the management of financial practices in Naples, was reconstructed with the dynamics of the main contemporary European plazas.