Marco Pino, Adorazione dei Magi, Napoli, Museo Diocesano (original) (raw)

Dopo Veronese: la fortuna dell'Adorazione dei Magi nella pittura vicentina

Veronese. L'Adorazione dei Magi, 2018

Tra la fine del Cinquecento e il Settecento l'Adorazione dei Magi realizzata da Paolo Veronese per l'altare Cogollo della chiesa di Santa Corona a Vicenza, oltre ad attirare l'interesse di numerosi scrittori d'arte come Borghini, Ridolfi e Boschini, i quali la citarono nelle loro opere con toni entusiastici riconoscendone il valore e la bellezza, suggestionò anche alcuni artisti vicentini. I pittori Alessandro Maganza (Vicenza 1548-1632), Francesco Maffei (Vicenza 1605 circa-Padova 1660) e Giovanni Antonio De Pieri (Vicenza 1671-1751) si confrontarono con il capolavoro di Veronese e ognuno di essi rielaborò l'illustre prototipo secondo il proprio stile personale.

Nuovi dati per Giovan Battista De Pino (o Piro): una Carità romana in collezione privata, un affresco con Anime nel Purgatorio nella catacomba di S. Gaudioso a Napoli, e un «Teatro» delle Quarantore con Jusepe de Ribera per l’Oratorio dei Girolamini a Napoli

Rassegna Storica dei Comuni, 2023

Nel 2008 pubblicai su Arte Cristiana un breve articolo sull’ancora poco noto Giovan Battista De Pino o De Piro, pittore di ambito napoletano documentato nella prima metà del Seicento (1612-1647). Il De Pino apparteneva certamente alla folta cerchia dei collaboratori di Belisario Corenzio (1558 - c. 1646), prolifico artista di origine greca che per quattro decenni fece incetta di commissioni grazie anche alle sue capacità imprenditoriali. Da allora sono emersi pochi ma non secondari dati sull’attività del De Pino. In primo luogo, abbiamo un dipinto su tela rappresentante una Carità romana (fig. 3), presente in una collezione privata, e che qui verrà analizzata stilisticamente per la prima volta. Si tratta della seconda opera superstite dell’artista, nonché della prima firmata a noi nota. In secondo luogo, proporrò di attribuire al De Pino un affresco con Anime nel Purgatorio situato nella catacomba di S. Gaudioso a Napoli. Infine, segnalerò alcuni documenti inediti ma quasi ignoti, che vedono il nostro pittore impegnato in un Teatro delle Quarantore, cui probabilmente contribuì anche lo spagnolo Jusepe de Ribera (Xàtiva, 1591–Napoli, 1652).