Libertà Religiosa, Sicurezza Alimentare e Halal Defense. In Margine Alle Linee Guida Osce 2019 (original) (raw)


Summary: 1. Preamble. - 2. Transformations of the Italian society and discipline of the religious phenomenon. - 3. Global transformations and interdisciplinary approach to religiosity. - 4. Conclusions

Per lungo tempo le politiche di intervento hanno o ignorato la presenza della dimensione culturale e/o religiosa oppure hanno delegato alcune importanti funzioni a organizzazioni religiose senza soppesare con attenzione le implicazioni sociali e politiche. Il rapporto tra religioni e sicurezza alimentare è sicuramente fonte di complessità, in quanto non solo le differenze culturali rendono meno semplici le soluzioni di intervento, ma anzi in alcuni casi l’enfasi sulle regole alimentari come fattore identitario può generare incomprensioni e divisioni. Allo stesso tempo, le religioni possono essere una importante risorsa per la soluzione dei problemi legati alla sicurezza alimentare. In considerazione dell’impegno e dell’esperienza dei movimenti religiosi sul problema, le religioni possono contribuire a costruire una sensibilità diffusa sulle tematiche del diritto al cibo, affrontando attraverso il dialogo gli aspetti più delicati, mobilitando risorse finanziarie e umane supplementari a quelli dello Stato e sollecitando la pubblica opinione a esprimere una voce nei casi di inerzia.

L'articolo sostiene tre tesi: primo, il rispetto delle regole alimentari religiose e la predisposizione di menù religiosamente orientati non sono affatto un attacco alla laicità dello Stato; secondo, affermare che tali regole sarebbero divieti imposti dalla religione è un modo retoricamente efficace, ma argomentativamente sbagliato, di porre la questione; terzo, a volte, di fronte all’alternativa di escludere alcuni alimenti dai menù scolastici oppure una pluralità di opzioni alimentari, può essere la prima soluzione quella da predilegere.

The countries of the Global South, more exposed to the climatic, environmental, energy and food insecurity crises caused mainly by the countries of the Global North, on the one hand are characterized compared to the latter by a greater centrality of the religious factor and protagonists of many migratory dynamics and on the other hand, they have begun to investigate new production and food sustainability paradigms in response to the current crises. Islam, as the most widespread religion in these horizons and aligned with ESG criteria, plays a decisive role in religiously rebalancing the relationship between man and nature in the Anthropocene.

The essay, starting from the social confinement measures adopted in Italy to deal with the pandemic Covid-19 emergency and the consequent difficulties of Muslims in obtaining legitimate food, highlights the absence of legislation on the halal sector, both in Italy than in Europe. However, precisely in response to the needs due to the lockdown, the Italian prefectures have recognized the right to legitimate movements to obtain lawful food, according to their religious beliefs. Il saggio, traendo spunto dalle le misure di confinamento sociale adottate in Italia per fronteggiare l’emergenza pandemica da Covid-19 e dalle conseguenti difficoltà dei musulmani di procacciarsi alimenti leciti, mette in luce l’assenza di una normativa sul settore halal, sia in Italia che in Europa. Tuttavia, proprio in risposta alle esigenze dovute al lockdown, le Prefetture italiane hanno riconosciuto il diritto di spostarsi sul territorio per procacciarsi alimenti leciti in conformità al proprio credo religioso.

Dall'imprenditoria etnica delle macellerie islamiche alla traiettoria dell'export della certificazione halal dei prodotti made in Italy. Un tentativo di introduzione alle problematiche di base

Il diritto al cibo religiosamente orientato al tempo di pandemia * SOMMARIO: 1. I diritti fondamentali al tempo di pandemia-2. Il "diritto al cibo"-3. La normativa speciale anti-epidemica sulla libertà di movimento-4. Diritti garantiti o libertà compresse? 1-I diritti fondamentali al tempo di pandemia L'emergenza epidemiologica ha indotto i Governi, sia locali che nazionali, a emanare una serie di provvedimenti volti a fronteggiare la pandemia. Di conseguenza si è verificata la inevitabile compressione delle libertà fondamentali dei cittadini, in particolare quella di movimento e di libertà religiosa, in ragione del prevalente diritto alla salute. Ci si pone perciò il problema relativo all' acquisto di cibo religiosamente orientato o di alimenti particolari per chi soffre di determinate patologie o allergie. Si tratta di prodotti non facilmente reperibili se non in negozi particolarmente dedicati, di scarsa diffusione sul territorio, per cui i soggetti innteressati sono costretti a spostarsi anche al di fuori dei confini del proprio comune di residenza per acquistarli, nonostante l'espressa limitazione della libertà di movimento 1. Il susseguirsi in tempo di pandemia di eventi religiosi quali la Pasqua ebraica, quella ortodossa e il Ramadan accende ancor di più i riflettori su tali problematiche. Come è noto, soprattutto in questi momenti, le religioni prescrivono il consumo di determinati cibi in osservanza di canoni religiosi. Per alcune il rispetto di tali precetti è semplicemente suggestione alimentare, per altre si traduce in vere proprie * Contributo sottoposto a valutazione. 1 Un esempio fra tanti è la notizia pubblicata dall'ANSA lo scorso 2 aprile in piena emergenza da COVID-19. Il fatto ha riguardato una multa di euro 533,00 comminata a un musulmano residente in Liguria che aveva percorso circa 40 Km, da Ventimiglia a Imperia, per acquistare cibo "halal", cibo idoneo al consumo secondo la religione musulmana (in http://www.ansa.it/liguria/notizie del 2 aprile 2020).

SOMMARIO: 1. Gli enti ecclesiastici nel mercato: un possibile esempio di impresa etica. – 2. Enti religiosi e attività d’impresa. 3. Il ramo Inlus dell’ente ecclesiastico. – 4. Enti ecclesiastici e società benefit. – 5. Prospettive.

A "bloodhound" at the “Last Supper”: religious references in commercial communication under scrutiny by the Italian Advertising Self-Regulation Institute ABSTRACT: Since the birth of commercial advertising there has been a widespread use of religious references in the creation of promotional material, in some cases even distorting, trivializing, or exploiting the representations of the Sacred symbols. So, it is important to properly to understand whether and within what limits the use of religious references in advertising should be admitted, as well as the possible protection that can be granted to religious sentiment which may be harmed by such use. Starting from the recent case relating to the segugio.it commercial, this contribution examines the issue with regard to the provisions contained in an important soft law instrument of the Italian legal system, i.e. the Advertising Self-Regulatory Code, and the rulings made in its application by the decision-making bodies of ...