Miraculum nella lessicografia mediolatina. Miraculum nella lessicografia mediolatina, in Miracolo! Emozione, spettacolo e potere nella storia del secoli XII-XVII, a cura di L. Andreani e A. Paravicini Bagliani, Firenze, SISMEL – Edizione del Galluzzo, 2019 (medEVI, 21 ) pp. 3-17. (original) (raw)
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In Così parlò Zarathustra, Nietzsche rappresenta molto vividamente, per metafora, il tempo del veggente (Wahrsager), attraverso una delle enigmatiche visioni intitolata Die Sieben Siegel (Dei sette sigilli):
Andrea Beretta, recensione a Martina Di Febo, Mirabilia e Merveille: le trasformazioni del meraviglioso nei secoli XII-XV, Macerata, EUM edizioni -Università di Macerata, 2015 («Premio Tesi di dottorato», 3), pp. 291, in «Revue Critique de Philologie Romane», XVII / 2016, pp. 179-186. Martina DI FEBO, Mirabilia e Merveille: le trasformazioni del meraviglioso nei secoli XII-XV, Macerata, EUM edizioni -Università di Macerata, 2015 («Premio Tesi di dottorato», 3), pp. 291.
Nuova Rivista Storica, 2019
Conformemente a quanto indicato nel «Regolamento per la classificazione delle riviste nelle aree non bibliometriche», approvato dal Consiglio direttivo dell'Anvur in data 20 febbraio 2019, tutti i contributi pubblicati dalla rivista sono sottomessi preventivamente al vaglio di due esperti anonimi esterni al Comitato editoriale (double-blind peer review), designati dal Direttore e dal Comitato di direzione. Quelli che appaiono nella sezione Interpretazioni e rassegne sono egualmente valutati secondo il procedimento di revisione tra pari doppio cieco ma da un solo esperto anonimo esterno al Comitato editoriale, anch'esso designato dal Direttore e dal Comitato di direzione.
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Macerata (PRIN 2008WY7TXK_003 "Passato e futuro del medioevo. Figure dell'immaginario" -unità di ricerca dell'Università di Macerata: Tipologie e identità del personaggio medievale fra modelli antropologici e applicazioni letterarie) L'IMMAGINE RIFLESSA Pubblicazione periodica semestrale Registrazione presso il Tribunale di Alessandria n° 430 del I Aprile 1992 Direttore responsabile: Lorenzo Massobrio Stampato da DigitalPrint Service s.r.l. in Segrate (Mi) per conto delle Edizioni dell'Orso Realizzazione informatica a cura di Arun Maltese (bear.am@savonaonline.it)
Euripides' Andromache stages strongly formed characters. Andromache herself and Hermione, the daughter of Helen and Menelaus, confront each other. Firstly, I highlight the uncertain and slippery situation of Hermione, the Spartan girl lost in her new home. Then I propose to listen to Andromache. As a mature and experienced woman, Hector's widow offers marital advice to a young novice, even teaching her an art of love. But her words, far from expressing a superior, thoughtful, disembodied wisdom, prove contingent on her own situation. Andromache is a slave. She therefore speaks as a slave. In this collision between a princess and an ex-queen, an unsettling theatrical polyphony can be heard. Euripides continues to experiment, in this way, with multiple character configurations, social interactions, and possible embodiments of the feminine.
LA PROSA ITALIANA TRA COMUNICAZIONE E INVENZIONE LETTERARIA Atti del XII Convegno internazionale di italianistica dell’Università di Craiova, 29-30 settembre 2022, a cura di Elena Pirvu , 2024
Come molti scrittori del secondo dopoguerra italiano, epoca di transizione fra società agricola/rurale e incipiente industrializzazione, patriarcato e affermazione della parità dei sessi, forme di comunicazione tradizionali e diffusione dei mass media, la siciliana Laura di Falco (1910- 2000) ne interpreta le tensioni e contraddizioni. La prolifica autrice, al secolo Laura Anna Lucia Carpinteri, nel corso della sua operosa carriera scrive otto romanzi e svariati racconti, raccontando le tumultuose trasformazioni della sua epoca soprattutto tramite un’ottica femminile, evidenziando quindi la maggiore difficoltà per le donne di adeguarsi ad un cambiamento spesso solo subito, e non agito. Al tempo stesso, Di Falco descrive in alcuni casi l’opportunità che l’evoluzione sociale e dei costumi offre alle sue protagoniste per affermare se stesse e acquisire una più decisa consapevolezza delle proprie potenzialità. Se tali nodi problematici sono usualmente esposti attraverso modalità narrative incentrate sul dato psicologico ma sempre agganciate alla realtà, che sia storica (Le tre mogli, 1967), o contemporanea (L’Inferriata, 1976), colpisce per la sua singolarità Miracolo d’estate, nel quale si racconta la vicenda perturbante di una conversione dall’inanimato all’animato (Freud): Giovanna, donna in carriera ma ossessionata da un desiderio cocente di maternità, scopre con stupore che una sua bambola è diventata una bambina, bellissima ma capricciosa e ingovernabile. La donna finisce per essere dominata da questo essere ibrido, che affascina tutti i conoscenti e parenti della protagonista, manifestando invece nei confronti della ‘madre’ un inspiegabile astio e desiderio di nuocere. In realtà la trasformazione è frutto dell’esperimento di uno scienziato, che ha fatto leva sull’eccessivo senso materno frustrato di Giovanna per operare il cambiamento. Di fronte ad una figlia/mostro, che riscuote l’assoluta approvazione della società di massa assurgendo a fenomeno mediatico, Giovanna non può far altro che ‘scrivere’ la storia, per poterla comprendere e trasmettere il messaggio che essa contiene. Il romanzo presenta due principali elementi di interesse: in primo luogo l’interazione di elementi fantastici e fantascientifici tramite la rielaborazione di due noti topoi – la conversione dell’inanimato in animato e lo scienziato ‘pazzo’, entrambi espressione di hybris: è infatti eccessivo il desiderio di maternità espresso dalla protagonista, così come la volontà di controllo e strumentalizzazione dello scienziato. Si consideri inoltre che tale narrazione, dichiaratamente non realistica, presenta un forte ancoraggio alla società coeva, di cui sono tratteggiati alcuni nodi problematici: la tensione irrisolta fra una nuova immagine della donna e la persistenza di valori tradizionali quali la maternità come elemento identitario, le difficili relazioni genitori/figli, il ruolo dei mass media, l’affermazione del dominio maschile (Bourdieu) attraverso una scienza manipolatoria. Il fantastico fantascientifico di Di Falco acquista quindi una decisa valenza ermeneutica, affrontando nodi irrisolti della società italiana, come ha affermato recentemente Nicoletta Vallorani in un’intervista per il volume Fantascienza femminista (2022): “la scrittura migliore di fantascienza si rivolge al passato e al presente. Non ha alcuna pretesa di anticipare il futuro”.