Il diritto comparato come geopolitica (II), Genova 16 marzo 2024 (original) (raw)

Sulle spalle dei giganti? La questione metodologica del diritto comparato e il suo racconto

Editoriale Scientifica (Collana Opere Prime, DPCE), 2022

Un viaggio attraverso la storia moderna del diritto comparato e i suoi metodi. Come itinerario quello di centocinquant’anni di comparazione giuridica (1850-2000), ripercorsi consultando la letteratura metodologica, ma anche gli atti di alcune delle più note conferenze della disciplina, a partire dal Congresso “fondativo” di Parigi del 1900, nonché i verbali delle prime associazioni di comparatisti e le loro vivaci corrispondenze epistolari. Ne emerge un affresco sugli entusiasmi, le speranze, ma anche i dubbi e le molte frustrazioni di una disciplina nata nel segno della “sovversione” verso le altre (e ben più antiche) scienze giuridiche, e che sceglie il metodo come via per ottenere la sua emancipazione. Da allora, si assiste alla progressiva maturazione di una comunità di studiosi, inizialmente di origine europea, borghese, e declinata al maschile. Ma che, con il tempo, estende i propri confini al mondo non occidentale (beyond the West), facendo dell’esigenza di comprendere quella radicale diversità un poderoso stimolo per l’innovazione metodologica. La storia dei metodi del diritto comparato è qui ricostruita dunque, come la storia dei suoi protagonisti, non solo quelli occidentali, e delle rispettive biografie che si intrecciano con gli eventi politici, economici e sociali dell’epoca. Impossibile comprendere, ad esempio, l’irrequietezza metodologica di Raymond Saleilles (1855-1912), se non lo si colloca all’interno delle insicurezze della Terza Repubblica francese; la sensibilità di Ernst Rabel (1974-1955), se non si pensa alla Germania sconfitta della Prima guerra mondiale; la vitalità metodologica di Gino Gorla (1906-1992), se non in relazione all’afflato dell’Italia del secondo dopoguerra. Un approccio interdisciplinare che offre spunti non solo sulla genesi dei metodi della comparazione giuridica, ma anche sul modo in cui essi vengono tramandati alle generazioni successive, e spesso da queste sovvertiti, mostrando tutta la complessità del rapporto dei comparatisti con i loro maestri e “giganti” del passato.

Il diritto comparato e la comparazione giuridica tra internazionalismo e nazionalismo: premesse per una discussione

La costruzione della 'legalità' fascista negli anni Trenta, a cura di I. Birocchi, G. Chiodi, M. Grondona, Roma, Roma Tre-Press, 2020, open access, 2020

L’obiettivo del lavoro è quello di evidenziare come il diritto comparato, lungo il decennio 1930/1940, abbia conosciuto una vicenda complessa e molto interessante, ancora da studiare in dettaglio. Da una parte, il diritto comparato è stato infatti potenziato, anche attraverso iniziative ufficiali del regime (vanno infatti richiamati l’«Istituto di studi legislativi» e la sua rivista, l’«Annuario di diritto comparato e di studi legislativi», entrambi fondati da Salvatore Galgano; nonché l’«Unidroit»), in vista della elaborazione di un diritto (non solo privato) il più possibile uniforme, addirittura (come appunto in Salvatore Galgano) di un diritto universale; dall’altra parte, però, a partire dalla metà degli anni Trenta, il regime fascista, innanzitutto per ragioni di politica estera, ha inteso piegare il diritto comparato a scopi nazionalistici e imperialistici, così da snaturarlo e da condurlo a un oblio dal quale sarebbe fuoriuscito solo nel secondo dopoguerra. Il saggio si limita a individuare una serie di problemi su quali sarebbe interessante proseguire la riflessione.

Comparazione giuridica, fine della storia e spoliticizzazione del diritto

The fall of the Berlin-Wall has been interpreted as the end of history, i.e. above all the identification of neoliberalism as the definitive way of conceiving the economic order worldwide. To that aim, the political order has to be conceived as a mere instrument for developing the market order based on free competition, so that no social conflict is able to question it. The result is a depoliticized economic order, where legal scholars simply have to implement economic theories and practices, giving up the traditional expectation to organize society through their own professional knowledge. The European Union is the most representative context to identify these tendencies, which end up in a dramatic alteration of the balance between the two cornerstones of the Western legal tradition: democracy and capitalism.