CONFERENCES | Portraits on Medals. Women and power in renaissance age [Venezia, 19 March 2024, h. 10>13] (original) (raw)

«Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento», catalogo della mostra (Vicenza, Gallerie d'Italia, 14 dicembre 2023-6 aprile 2024) a cura di Howard Burns, Vincenzo Farinella, Mauro Mussolin, Skira, Milano 2023

https://gallerieditalia.com/it/vicenza/mostre-e-iniziative/mostre/2023/12/14/le-trecce-di-faustina-acconciature-donne-e-potere-nel-rinascimento/ Il tema della mostra affronta per la prima volta con taglio monografico un aspetto fondamentale dell’arte, della cultura, della società e degli studi antiquari del Rinascimento: le acconciature femminili. Attraverso una selezione di opere ad ampio raggio, dai busti imperiali a quelli rinascimentali, dai quadri alle sculture, dalle antiche monete alle medaglie moderne, dai disegni ai volumi a stampa (con una finale appendice neoclassica), nel percorso espositivo si cerca di ricostruire il mondo affascinante e complesso delle capigliature del Quattro e Cinquecento, le possibilità artistiche che hanno offerto e la loro importanza nella società e nella moda italiana. Il titolo richiama una delle acconciature più spettacolari e famose, quella dell’imperatrice Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, divenuta simbolo di concordia e amore coniugale. Il suo busto, presente nelle più celebri raccolte antiquarie rinascimentali, sia di artisti come Lorenzo Ghiberti e Andrea Mantegna, che di committenti come Lorenzo il Magnifico e Isabella d’Este, divenne un celebrato modello artistico e numerose copie e rielaborazioni diedero grande visibilità all’eccentrica capigliatura che finì per essere adottata da moltissime donne, specialmente in Veneto. Il percorso si snoda attraverso sei sezioni e raccoglie una selezione di ritratti di protagoniste del Rinascimento, tra cui Lucrezia Borgia, Isabella d’Este ed Eleonora da Toledo, approfondendo l’espressività delle acconciature nella ritrattistica ufficiale ed evidenziando come le stesse donne le abbiano utilizzate per proporre valori culturali e modelli di comportamento. Allo stesso tempo, la mostra vuole sensibilizzare alla cultura materiale dell’epoca – un argomento meglio approfondito nel catalogo – al fine di precisare il contributo degli artisti. Le acconciature che vediamo nei quadri sono fantasie puramente immaginarie o rappresentazioni precise della moda dell’epoca? In che modo la creatività si è manifestata nell’acconciatura quotidiana attraverso l’uso di parrucche, elementi posticci e costruzioni invisibili? Si può parlare di realtà e finzione per le acconciature del Rinascimento, oppure si tratta di due aspetti legati tra loro in maniera indissolubile? Al termine del percorso, i visitatori avranno non solo riflettuto su questi aspetti, ma anche riscoperto i sorprendenti ruoli delle acconciature nel Rinascimento. Lontane dall’essere solo preoccupazioni cosmetiche femminili o semplici curiosità da artista, le acconciature devono essere considerate i legami di una cultura “totale”, quella rinascimentale, dove le credenze morali, sociali, religiose e fisiologiche si intrecciarono, rafforzandosi a vicenda.

I poteri delle donne al tempo di Matilde, in Matilde di Canossa e il suo tempo, Atti del XXI Congresso internazionale di studio sull’alto medioevo in occasione del IX centenario della morte (1115-2015), Spoleto, CISAM, 2016, pp. 35-55.

Il secolo XI – ‘il tempo di Matilde’, in senso figurato – fu un momento particolarmente favorevole all’esercizio del potere politico in prima persona da parte delle donne ? I dati oggettivi che le fonti ci consegnano a tale proposito sono difficilmente discutibili: a partire dalla seconda metà del secolo X e soprattutto nel secolo a seguire, si fecero via via più fitte le attestazioni di contesse, duchesse, marchionisse che, insieme con regine e imperatrici, non paiono essere più soltanto mogli e madri, piuttosto invece donne in grado di reggere in prima persona le sorti di piccoli dominazioni locali così come di marche e regni. Ma questi nuovi ruoli furono davvero il segno di effettivi processi di affermazione personale femminile? piuttosto, invece, furono l’esito ultimo di strategie parentali e politiche insieme che, proprio nel momento in cui sembrarono offrire spazi concreti all’affermazione femminile, arrivarono a un punto di rottura, di profonda trasformazione, che priverà le donne anche di quelle prerogative che, fra i secoli VI e IX, una società politica, plurale quanto le forme della parentela che la caratterizzavano, aveva offerto loro.

Replica e prospettive, in Su donne e patrimoni nel bassomedioevo: una discussione di 'Donne, famiglie e patrimoni a Genova e in Liguria nei secoli XII e XIII, a cura di P. Guglielmotti, 2020', a cura di Gian Maria Varanini, in «Reti Medievali Rivista», 22 (2021), 2, pp. 53-60.

"Reti Medievali Rivista", 2021

The author comments on the readers’ contributions to the book under discussion and argues some research and dissemination perspectives.