Dalla medievale chiesetta di S. Angelo al lago all'attuale parrocchia di S. Michele Arcangelo e S. Giuseppe della città di Andria (original) (raw)

La Chiesa di San Sebastiano e l’annesso Oratorio della Confraternita della Morte della Città di Andria, con una carrellata tra documenti e storiche letture

La Chiesa di San Sebastiano e l’annesso Oratorio della Confraternita della Morte della Città di Andria, con una carrellata tra documenti e storiche letture, 2020

Parte I - La Chiesa di San Sebastiano Chiesa di San Sebastiano : cenni storici Il prospetto La navata Il presbiterio L’altare della Chiesa e il suo dossale Gli affreschi della cupola L’Oratorio della Confraternita della Morte Parte II - Documenti e Letture Documenti “Visita Pastorale”, del 7 dicembre 1694 “Visita Pastorale”, del 10 settembre 1697 “Visita Pastorale”, del 28 ottobre 1711 “Visita Pastorale”, del 25 giugno 1732 “Visita Pastorale”, del 5 settembre 1738 Letture La Chiesa di San Sebastiano o della Morte, di G. Borsella La Chiesa di San Sebastiano, di M. Agresti

Il Santuario di Monte Sant'Angelo (c.d. Tempio di Giove Anxur). I luoghi, i culti, la storia degli studi di un’area monumentale tra terra e cielo - La Terrazza Maggiore: da architettura a simbolo.

Piazza Domitilla 6, ISSN: 2704-5552, 2022

Castello di Teodorico, Monte Giove, Il Tempio, Santuario di Monte Sant’Angelo, Tempio di Giove Anxur. Nel corso dei secoli le dodici arcate affacciate da uno sperone di roccia a sud della Pianura Pontina, a picco sul Mar Tirreno, lì dove l’antica via Appia toccava il mare per la prima volta, hanno impressionato l’immaginario collettivo in più maniere: in incisioni e dipinti, nelle narrazioni dei viaggiatori del Grand Tour, fino ai più moderni video e scatti fotografici digitali. Può risultare anomalo, al visitatore odierno, che di tale monumento, ben visibile da terra e da mare a oltre 200 metri di altezza, noto e frequentato nell’antichità, non ci siano giunte indicazioni definite sulla strutturazione, sulle divinità venerate, sui riti officiati e, soprattutto, sul “nome”. Quello che oggi viene comunemente chiamato, dopo più di due secoli di storia degli studi, “Tempio di Giove Anxur” è una terrazza ad arcate, di grande impatto scenografico; esso rappresenta tuttavia solo parte di un grande complesso santuariale monumentalizzato nell’età romana tardo-repubblicana (I secolo a.C.). Le antiche menzioni dell’area si confondono con quelle della città immediatamente sottostante: Terracina. Città che aveva conservato nel proprio nome, anche nei secoli successivi alla fondazione romana del 329 a.C., quello della divinità preromana “Anxur”. Tante incognite contribuiscono ad accrescere la suggestione di chiunque varchi l’ingresso dell’area archeologica, meta di studiosi e turisti affascinati dai segni lasciati dai secoli su tale prodotto dell’ingegno umano. La gestione del complesso, afferente al Polo Museale di Terracina, è attualmente affidata alla Fondazione Città di Terracina, che si occupa anche delle attività di valorizzazione, dei servizi al pubblico e della manutenzione dei percorsi di visita, in rigoroso rispetto per gli aspetti naturalistici del sito, incluso già da tempo all’interno del Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi. Negli ultimi anni un’attenzione particolare viene riservata al tema della comunicazione, mediante la realizzazione di incontri aperti al pubblico riguardanti indagini archeologiche in corso nel territorio cittadino o temi di ricerca del campo storico, archeologico e antropologico presentati da studiosi provenienti da tutta Italia. Il dossier di questo numero di Piazza Domitilla è stato pensato come un ulteriore momento di formazione e condivisione, agevole e illustrato. La sua realizzazione è stata possibile grazie all’apporto di preziosi colleghi e alla proficua collaborazione con il direttore della rivista: a tutti loro vanno i miei ringraziamenti. A voi, lettori, lasciamo la curiosità di sfogliare e approfondire gli argomenti di vostro maggiore interesse, con il desiderio di trasmettere la passione per il simbolo identitario della nostra Comunità: il Santuario di Monte Sant’Angelo (c.d. Tempio di Giove Anxur).

M.R.CIUCCARELLI, S.VIRGILI, I. LAMBERTINI, Dal villaggio all’abbazia. recenti indagini archeologiche nel chiostro di S. Maria in Castagnola a Chiaravalle (Ancona), I. l’età del bronzo, in «Picus», XXXVI (2016), pp. 113-130.

Stratigraphic archaeological excavations carried out in the S. Maria in Castagnola Abbey’s cloister (Chiaravalle, AN), permitted us to reconstruct, though only partially, a new and unexpected history of this site, where, in the Middle Ages, one of the most important architectonic complexes of the region, but significant at a national level as well, has been erected. In this contribution we will discuss, at a preliminary level, the evidence that can be linked to the earliest occupation of a site whose later evolution spanned well into the post-medieval and modern eras. More precisely we will present the archaeological data concerning the phases of the Middle-Recent Bronze Age, consisting of layers rich with archaeological material, mostly objects of everyday use (pottery, bone, bronze), and structures preserved in negative (an artificial ditch, post-holes) which are indicative of permanent occupation. Although the interpretation of this evidence is rendered difficult by the numerous later interventions and by the limited extension of the excavations, the finds from Chiaravalle add significantly to the reconstruction of protohistoric occupation of the lower Esino valley.

Da monastero a casale: l'Abbazia di Santa Maria di Rossilli presso Gavignano da Innocenzo III all'Unità d'Italia (con una postilla sul suo portale cosmatesco), in Atti dell'Anno Innocenziano per gli 800 anni dalla morte di Papa Innocenzo III (1216-2016), a c. di F. Romiti, 2019, pp. 229-262.

Questo scritto intende essere la continuazione, o meglio un doverosoquanto tardivocompletamento della ricerca presentata dal sottoscritto al convegno internazionale Innocenzo III Urbis e Orbis nel 1998, incentrato soprattutto sulle vicende dell'abbazia di Santa Maria di Rossilli nel Medio Evo 354 , ma con l'occasione vorrei aggiungere qualche riflessione sul portale cosmatesco della chiesa, già da me attribuito per motivi stilistici alla bottega di Iacopo di Lorenzo, che fu un personaggio di primo piano nel vasto programma di renovatio degli edifici ecclesiastici avviato dallo stesso pontefice 355. La grande importanza del complesso abbaziale di Rossilli presso Gavignano, posto lungo l'antica via Latina, è nota da tempo agli studiosi, anche per via delle notevoli sopravvivenze archeologiche di età romana