La Raccolta di Francesco Maria Quarenghi nella Biblioteca Civica Angelo Mai (original) (raw)
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La biblioteca circolante di Angelo Fortunato Formiggini a Roma
2013
«C'era una volta un editore modenese di sette cotte, e perciò italiano sette volte, che risiedeva a Roma. Quando gli dissero: tu non sei italiano, egli volle dimostrare di essere modenese di sette cotte e perciò sette volte italiano, buttandosi dall'alto della sua Ghirlandina». Queste le parole più famose lasciate ai posteri da Angelo Fortunato Formiggini, editore ebreo italiano e fondatore dell'omonima casa editrice, morto il 29 novembre 1938 per essersi gettato dalla torre del Duomo di Modena dopo la promulgazione delle leggi razziali.
Collezionare libri: la raccolta del banchiere-mecenate Ottavio Costa
“Annali di Critica d’Arte”, IV, pp. 563-605 , 2008
Il raffinato collezionismo di Ottavio Costa (1554-1639) non ha riguardato solo gli oggetti d'arte raccolti in decenni di ragguardevoli e ponderate committenze. I dettagliatissimi inventari fatti redigere periodicamente dal banchiere-mecenate ingauno attestano una discreta considerazione maturata anche per i manoscritti e le fonti a stampa. Tre documenti stilati tra il 1600 e il 1641 offrono lo spunto per una riflessione sulla cultura sofisticata e cosmopolita di uno dei primi estimatori di Caravaggio, vicino a Guido Reni e al Cavalier d'Arpino. La sua biblioteca, nella quale si riconoscono anche gli apporti dei fratelli Pier Francesco e Alessandro, si pone accanto ad altre celebri collezioni di libri avviate da personaggi a loro vicini, come quelle del cardinale Francesco Maria del Monte o del cardinale Alessandro Peretti Montalto.
Per una questione di metodo. Francesca Cortesi Bosco nella Biblioteca Civica Angelo Mai
Sono esplicitati gli stretti, proficui e lunghi rapporti intercorsi tra Francesca Cortesi Bosco (1938-2017) e la Biblioteca Civica di Bergamo, l'istituto in cui la studiosa reperì e consultò le fonti documentarie e librarie utili per la elaborazione delle sue molteplici ricerche sulla vita e l'attività di Lorenzo Lotto, la cui poetica e spiritualità hanno costituito il principale motivo di studio di tutta una vita.
Maria G. Castello. - La Collectio Avellana e gli archivi
The Collectio Avellana and Its Revivals, a cura di Rita Lizzi Testa e Giulia Marconi, Cambridge 2019, pp. 302-317., 2019
La redazione della Collectio Avellana, la cui composizione risalirebbe alla metà del VI secolo, pone agli storici un'infinità di quesiti, alcuni dei quali riproposti di recente da Rita Lizzi Testa 1 Provo ad articolare delle risposte, partendo però da una domanda non fatta, ovvero la terminologia. Non esiste in latino un termine univoco per archivio e questo naturalmente costituisce una difficoltà. C'è l'ovvio scrinium che designava prima un oggetto fisico, quei bauli in cui venivano trasportati i documenti tra il III e il IV secolo, ma poi finì per indicare un officium, vocabolo anche esso polisemantico. Una delle questioni fondamentali riguarda gli archivi da cui il compilatore attinse il materiale: quali furono? Tale domanda ovviamente ne genera altre relative alla tipologia di archivi, ecclesiastici e imperiali, ai rispettivi responsabili e, soprattutto, alla loro accessibilità.
1995- Pavese lettore nella Biblioteca del Collegio Trevisio di Casale Monferrato
Il saggio analizza le letture effettuate da Cesare Pavese durante il periodo che trascorse presso il Collegio Trevisio dei Padri Somaschi a Casale Monferrato (novembre 1943-primavera 1945). Questa indagine è stata condotta sulle postille autografe rinvenute nei volumi della biblioteca del Collegio consultati dall'autore, e si è avvalsa della testimonianza diretta di padre Giovanni Baravalle, insegnante presso il liceo Trevisio in quel periodo.