Libertà nell’Etica e Politica crociana (original) (raw)

I. Pozzoni, Libertà nell’Etica e Politica crociana, in “NOVA”, Messina, Il Rabdomante, XIX, n. 72, 2019, 5-8.

La definizione crociana di «spirito pratico», con l'enumerazione dei momenti (economico ed etico) connaturati alla sfera della volontà, subisce l'influenza sostanziosa dell'intero corso esistenziale di Croce 1 ; aldilà della celebre Filosofia della Pratica (1909), con Frammenti di Etica e con Elementi di Politicariuniti in un unico volume, Etica e Politica 2 , nel 1931-il nostro autore, alla luce della sua reiterata diffidenza verso ogni forma di organizzazione istituzionale della res publica, consolida la sua riflessione culturale sui nessi tra momento economico e momento etico dello «spirito (pratico)» 3 , incentrandola anche sulla nozione di «libertà». La diffidenza crociana verso ogni attività di gestione delle istituzioni si radica sin nella fanciullezza dello studioso abruzzese: Ma se nella mia famiglia mi stavano innanzi esempi di pace, di ordine, di laboriosità indefessa, in mio padre sempre chiuso nel suo studio tra le carte di amministrazione, e in mia madre che si levava prima di tutti all'albeggiare, e andava in giro per la casa a metter assetto e a dar mano alle donne di servizio, mancava in essa qualsiasi risonanza di vita pubblica e politica 4 ; Croce non riesce a digerire la subordinazione d'ogni momento dell'attività umana alla «politica» 5 e continua a difendere la tesi della diffidenza e della ritrosia: Ma poiché, come ho detto, quello che io sentivo scosso, sconvolto e traballante era il fondamento di ogni serio concetto e di ogni elevata azione politica, la mia migliore opposizione, ossia quella a me più confacente e nella quale potevo dare maggiore rendimento, doveva consistere nella difesa e restaurazione delle necessarie premesse intellettuali e morali e nella continuazione resa più intensa della mia opera personale di pensatore e di scrittore 6 .