2009_ARAMUS. Uno Scavo di Archaeologica Orientale Floss (original) (raw)

Risultati preliminari degli scavi archeologici a Satricum nel 2009

2010

Dal 1996 fino a 2009, con un intervallo di cinque anni (1998-2003) in cui si lavorava sull’acropoli del sito, l’Universita di Amsterdam ha condotto degli scavi archeologici nell’area urbana dell’antica Satricum durante campagne annuali di scavo con lo scopo di salvaguardare i resti antichi ivi ancora presenti, malgrado le attivita agrarie eseguite negli anni Settanta del secolo scorso in quasi tutte le zone satricane 1 . Lavori intensi di livellamento eseguiti nel 1983 nell’unico terreno non ancora coltivato (l’odierna Poggio dei Cavallari larga c. 2 ha) (figg. 1-2), hanno portato fuori molti resti antichi fra cui interi blocchi rettangolari lavorati di tufo lionato e di tufo bianco. In una prima campagna di scavo esplorativo eseguita nel 1984 fu messa in evidenza una seria di muri lunghi parallelli risalenti al periodo arcaico che prudentemente si interpretavano come muri di contenimento di una strada monumentale che portava al tempio di Mater Matuta sull’acropoli. Qui, una sua pre...

Asolo. Indagini archeologiche

NAVe 1 Notiziario di Archeologia del Veneto, 2012

L'area archeologica del teatro romano di Asolo 1 è stata sottoposta di recente a un importante intervento di restauro, preceduto da due sondaggi archeologici, di cui il primo, effettuato a Nord del muro del criptopor-tico, ha portato all'individuazione di una stratigrafia preromana e di evidenze di età romana, fra le quali sono da segnalare tracce d'interventi edilizi riferibili ai lavori di cantiere per la realizzazione del complesso 2. Nell'aprile 2009 è stata elaborata dalla Soprin-tendenza per i Beni Archeologici del Veneto la "sche-da tecnica", che costituisce il progetto di restauro al quale doveva attenersi la ditta incaricata dei lavori 3. Le soluzioni indicate nel progetto, ispirato alla Carta del Restauro del 1972, erano di limitare al minimo gli interventi, di compiere operazioni sempre reversibili, di effettuare integrazioni chiaramente distinguibili, di indicare soluzioni che dovevano avere una minima invasività sul contesto monumentale, di rispettare gli assetti degli impianti originali sulla regolamentazione delle acque meteoriche. Era necessario prevedere anche la fruibilità del sito e una manutenzione periodica programmata dei resti archeologici. I la-vori di restauro si sono concentrati soprattutto nel criptoportico, perché sia il muro settentrionale sia quello meridionale presentavano notevoli problemi conservativi con un parziale distacco degli intonaci, sul mosaico rinvenuto all'interno del medesimo am-biente e sulla frontescena del teatro. Successivamente, dopo la costruzione di una parziale copertura dei resti restaurati, è stato possibile riaprire al pubblico l'area archeologica i primi tre sabati di ogni mese (fig. 1) 4. Nei primi mesi del 2012, sempre nel centro storico di Asolo, è stato eseguito un intervento archeologico in via Marconi con l'apertura di una trincea larga circa 50 cm al centro della carreggiata stradale 5. Lo scavo ha permesso di portare alla luce 1 Gli scavi eseguiti dall'Università di Padova e diretti da Guido Rosada sono editi in Teatro romano 2000. 2 I sondaggi sono stati realizzati nel 2009 dalla ditta Dedalo s.n.c. 3 I lavori di restauro, eseguiti dalla ditta Diego Malvestio & C. snc., sono stati finanziati dalla ditta Carron, che ha ac-quistato dalla provincia di Treviso villa Freya e alla quale va un sentito ringraziamento. La scheda tecnica è stata elaborata da Stefano Buson e Michele Pasqualetto, funzionari restauratori della Soprintendenza. 4 La progettazione delle coperture è stata realizzata dallo studio Torsello Architettura di Venezia. 5 L'intervento è stato promosso e finanziato da Asco Piave nuove evidenze archeologiche in tre settori della via: 6 il primo era situato davanti all'entrata di villa Freya, un altro in corrispondenza del numero civico 132 all'incrocio fra via Bembo e via Marconi e l'ultimo all'angolo della via davanti a palazzo Fietta-Serena. A.L. Lo scavo Via Marconi Nello scavo di via Marconi la parte superficiale del deposito era caratterizzata da una sequenza di strati sub-planari 7 che raggiungevano una profon-dità massima di circa 60 cm. Questi strati erano probabilmente i livelli stradali e le relative stesure di preparazione, ciò consente quindi di ipotizzare che già a partire dal basso medioevo o dal rinascimento la viabilità doveva ricalcare quella attuale. Settore 1 (fig. 2) Davanti all'ingresso principale di villa Freya è stata individuata una stratigrafia conservata quasi esclusivamente in sezione. Al di sotto dei piani stradali, di cui si è detto, sono stati portati alla luce alcuni strati tabulari che venivano a sigillare buche con riempimenti a matrice prevalentemente orga-nica contenenti macerie databili all'epoca romana 8. Le caratteristiche della matrice, l'assenza di livelli d'uso e il rinvenimento di macerie romane rendono S.p.A. in occasione della posa della tubatura del gas metano. Si vogliono ringraziare oltre ad Asco Piave anche Nicoletta Rigoni, Giorgio Fossaluzza e Orietta Dissegna. Lo scavo ha avuto inizio dall'incrocio tra via Marconi e via Browning, è stato prosegui-to lungo tutta via Marconi e, oltre questa, lungo via Foresto Vecchio fino al civico 24. Lo scavo di Asco Piave ha interessato anche via Cipressina fino al civico 4; in questo tratto sono stati individuati solo depositi di riporto realizzati in tempi moderni per la costruzione della strada. Tutte le vie indagate erano state già interessate dalla posa di numerosi tubi e cavidotti, quindi il deposito era stato molto compromesso. 6 La stratigrafia individuata non verrà presentata in ordine cronologico in quanto gli elementi per riconoscere le fasi sono pochi o addirittura assenti. Si procederà quindi ad una descrizio-ne che parte dagli strati più recenti fino alle esigue testimonianze romane e/o preromane. L'assenza poi di strati di collegamento tra i settori porterà a descrivere le strutture partendo dal settore Ovest e andando verso Est in modo arbitrario. 7 La matrice sabbio-argillosa conteneva macerie minute, tra le quali frammenti di maiolica e di ceramica ingobbiata invetriata. 8 Tra i materiali romani si segnalano tessere di mosaico bianco e un frammento di lastrina di rivestimento parietale in serpentino.

La Documentazione Tridimensionale Dello Scavo Archeologico Nell’Abitato Dell’Età Del Bronzo DI Mursia, Pantelleria (TP)

IpoTESI di Preistoria, 2010

The purpose of this paper is to describe methods of documentation and detection techniques used on the archaeological site of Mursia (Pantelleria, TP) in order to build three-dimensional models of a hut and a stone mortar. The software measures three-dimensional coordinates of a finite set of points on the object using two photographs taken from different positions (stereo pairs). In particular, we explore some technical aspects of data processing like quickness, measurement accuracy, information content of record and equipments cost.

Indagini archeologiche dell'Università degli Studi di Cagliari a Nora (CA) Progetto Isthmos -Campagne di scavo 2015-2016, «The Journal of Fasti Online», Folder-IT-2017-373

This paper focuses on the investigations conducted by the University of Cagliari in the former military area of the site of Nora during the last excavation campaigns (2015-2016). There are six excavation areas: Alpha, Beta, Gamma, Delta, Omicron and Omega. The operations provided evidence of the presence of walls belonging to a large building, with three quadrangular rooms, that appears to extend to the east of the segment of the E-F road, identified in the previous excavation season. This article provides a preliminary report too on the terracotta votive figures from the zone of the former military area of Nora. They are figurines of various types, most of which are fragmentary, mold-made, depicting male and female characters. Most of the terracotta votives come from a trench cut into the ground, and they are perhaps linked to a sacred area not yet localized. The paper focuses on a monumental fountain too, excavated in the NE corner of the former military area.

Archeoastronomia nel Mausoleo di Romolo (Villa di Massenzio), Roma

Atti XXIII Seminario di Archeoastronomia ALSSA, 2021

Il Mausoleo di Romolo fa parte della Villa di Massenzio sulla Via Appia Antica, al secondo miglio subito fuori Roma, e fu costruito dall’imperatore Massenzio fra il 308 ed il 312 d.C. come tomba dinastica, per il figlio Romolo morto prematuramente. Vicino alla struttura vi è un Circo nel quale si svolgevano giochi in suo onore. A seguito di una segnalazione abbiamo iniziato a studiare il Mausoleo per verificare l’ipotesi di orientamento astronomico, incoraggiati dal fatto che anche il Mausoleo di Adriano, l’attuale Castel Sant’Angelo, presenta un orientamento astronomico al Solstizio Estivo, come da noi dimostrato nel 2012. Presentiamo invece in questo caso una ipotesi di orientamento al solstizio invernale, in attesa di una verifica sul posto e di ulteriori approfondimenti basati su rilievi recenti.

ARCHEOLOGIA E PROFUMI. L'ANFORA ARGENTEA DI BARATTI

A LUME DI NASO.Olfatto, profumi, aromi tra mondo antico e contemporaneo A cura di Vincenzo Bochicchio, Marco Mazzeo, Giuseppe Squillace .Quodlibet Studio , 2019

L'anfora di Baratti, rinvenuta nel 1968 da un pescatore a largo del Golfo omonimo, dove era stata fondata in epoca etrusca la città di Populonia, rappresenta ancora oggi un esemplare unico nell'ambito della produzione toreutica di IV secolo d.C. Restaurata magistralmente tra gli anni '70 e gli anni '80 dal Centro di Restauro dell'allora Soprintendenza di Firenze, ci ha restituito non solo un notevole esempio di tecnica fusoria e di gusto estetico, ma racchiude nella complessa costruzione a file di ovali sovrapposti (ben 132 su 10 file) significati religiosi, filosofici e cosmogonici che caratterizzarono l'epoca romana tardoantica. Su di essa sono rappresentati sia miti famosi con divinità del pantheon greco, come il giudizio di Paride e Leda con il cigno, sia la nota favola di Amore e Psyche, sia allusioni ai riti dionisiaci e alla Grande Madre Cibele. L'anfora rivela un sincretismo religioso unico e un certo livello intellettuale che doveva caratterizzare la ricca famiglia alla quale era stata destinata, assieme ad altri pezzi da mensa andati perduti forse in fondo al mare. Quest'oggetto, dal 2001 conservato al Museo archeologico di Piombino (dove sono conservate le testimonianze dell'antica città etrusca e poi romana di Populonia) offre molti spunti di studio, non solo per la ricerca dei modelli iconografici, per l'individuazione di miti ancora incerti, o per l'aspetto musicale così preponderante nei corteggi dionisiaci, ma ci da modo di riflettere come alcuni miti ivi rappresentati, detti “di trasformazione”, legati a particolari piante, fiori ed essenze, all'uso degli aromi nei culti misterici, possano essere anche un modo piacevole per comunicare al grande pubblico l'importanza dell'uso dei profumi e rimedi fitoterapici nel mondo antico. Dafne che fu trasformata in alloro per sfuggire ad Apollo, Giacinto che fu trasformato nel fiore omonimo dopo che Apollo lo uccise involontariamente durante una gara di lancio del disco, Attis che si trasforma in pino dopo essere stato evirato dalla Dea Cibele, Adone a cui le donne ateniesi dedicavano piccole essenze odorose come il basilico, la vite e l'edera sacri a Dioniso, l'incenso bruciato durante i riti misterici... Perchè non trasmettere tutto questo in modo diverso a chi si avvicina al mondo antico con interesse non specialistico? Nasce così il nostro progetto con Diadema, un accurato laboratorio cosmetico artigianale che ha sede proprio a Piombino nato dalla fantasia di due farmacisti, aperto alla sperimentazione e con un grande desiderio di promuovere il nostro territorio con le sue bellezze naturali e culturali. Dall'altra c'è il nostro museo, che fa parte della più ampia rete di parchi e musei della Val di Cornia, gestita per conto dei Comuni da una società in house, la Parchi val di Cornia S.p.A., che da oltre vent'anni ha come mission non solo la gestione e promozione dei beni culturali e naturali, ma anche l'autosostentamento finianziario. I nostri bookshop, direttamente gestiti e con la consulenza di noi archeologi, hanno come obbiettivo non solo l'aumento delle entrate finanziarie, ma cercano di svolgere anche una funzione didattica, spesso basata sull'archeologia sperimentale, rivolta sia alle scuole che ad un target adulto. Stiamo quindi progettando essenze per il corpo e profumatori per la casa e la biancheria, utilizzando le immagini delle singole figure sull'Anfora legate in qualche modo al mondo vegetale. Un modo diverso per noi quindi per far conoscere questo reperto eccezionale e portarlo al di là dei confini territoriali, facendolo uscire dall'interesse di nicchia degli esperti in materia.