LA SINDONE DI TORINO - Stagione 2: Le analisi dell'Enea (original) (raw)

IL CREPACCIO 2 DI PIAN SULTANO (TOLFA - RM)

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA PPE.Atti V PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA PAESAGGI D'ACQUE ATTI DEL QUINTO INCONTRO DI STUDI volume II , 2002

La vasta formazione orografica di Pian Sultano, ricca di testimonianze archeologiche, è nota in particolare per l'insediamento del Bronzo Medio del versante occidentale e per le tombe a camera ricordate tra gli altri da Coppi, Bastianelli e Mengarelli, di cui alcuni esemplari realizzati con tecnica costruttiva mediante l'impiego di megaliti e blocchi furono attribuiti da Puglisi all'età del bronzo. Nel 1971 è stato rinvenuto il crepaccio 1, con materiali del Bronzo Antico e Medio. Nel 1997, nel corso di ricerche speleologiche intraprese almeno un anno prima, Attilio Nini rinvenne il crepaccio 2, poche centinaia di metri più a sud lungo lo stesso sistema di ciglioni del banco di travertino. Le successive ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale nel crepaccio 2 hanno permesso di rilevare la posizione di giacitura e di recuperare il notevole complesso di materiali ceramici e faunistici, associati a resti scheletrici umani di cui si fornisce la descrizione e l'inquadramento cronologico, che, sulla base dei confronti, riconduce le attività cultuali svolte nel crepaccio, delle quali l'aspetto funerario costituisce solo il segmento per ora più percepibile, a un momento terminale dell'antica età del bronzo.

LA SINDONE È AUTENTICA! Una nuova ipotesi.pdf Edizione 7 dicembre

TAU Editrice, 2022

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La Sindone nei Vangeli (2)

Estrapolando il capitolo sull'attestazione della Sindone dal mio libro "La Sindone è autentica", con l'apporto di nuovi studi, riesco a dimostrare con ragionevole certezza che non solo la Sindone è attestata nei Vangeli, ma che si dice chiaramente, specie da Giovanni, che essa è la prova materiale della risurrezione di Gesù.

Il "pio" Enea e le mitiche origini di Roma [CON LE SLIDE DELLA CONFERENZA]

Si può parlare delle origini più remote della Storia Romana prendendo le mosse dal suo mitico inizio, ma ci serviremo di uno spunto molto tardo, 31 agosto del 537 d.C.: il testo normativo di uno degli ultimi protagonisti della romanità, l'imperatore Giustiniano. Questi, con tutta la possibile serietà burocratica, spiegava che l'antichissima organizzazione statuale dei romani, la res publica, aveva avuto inizio con un nobile troiano di stirpe regale, Enea... Se, nel VI secolo dopo Cristo, con l'imprimatur di Giustiniano si trova ancora Enea al vertice della sequenza originaria dei "padri" della Roma più antica, ci si deve sentire autorizzati a cominciare proprio da qui...

Le Storie di Enea. Genesi e fortuna del ciclo arazziero

Ultimato entro il 1767 il ciclo di Pirro, destinato alla Camera di Parata della defunta regina Elisabetta di Lorena, ed avanzata la serie di Annibale concepita per l'Anticamera dei Paggi di Carlo Emanuele III, le forze gravitanti attorno alla Regia Manifattura di Arazzi furono impiegate per proseguire il rivestimento delle anticamere del primo piano in direzione della Sala degli Staffieri della regina in facciata. La prosecuzione del progetto allestitivo non corrispose ad una continuità stilistica con i quattro cicli già posti in essere, essendo stati esclusi dalla fase della realizzazione dei bozzetti gli interpreti dell'opera del defunto Claudio Francesco Beaumont (m. 1766), gli allievi della sua scuola quali G. Domenico Molinari, erede delle committenze lasciate inevase alla morte del maestro, in favore del napoletano Francesco De Mura. L'assegnazione al pittore, che intratteneva già dal 1738 contatti con la corte torinese, 2 rispose evidentemente alla soddisfazione del gusto della futura regina Maria Antonia Fernanda, per la cui Camera da Letto al secondo piano della reggia torinese l'artista aveva spedito nel 1750 i sovrapporta Azioni eroiche di donne illustri, corrispondenti alle Storie di Alessandro Magno figuranti nella vicina Camera d'Udienza dello sposo Vittorio Amedeo, unici corpi estranei appositamente previsti per un cantiere dominato dal contesto artistico locale, nonché ad un allineamento agli aggiornamenti della reggia napoletana. Il rinnovo dell'appartamento nuziale del diciassettenne re partenopeo Ferdinando IV, nipote della principessa consorte sabauda, già in via di completamento all'inizio del 1766, vide attivo De Mura 1 Per i prodromi: o. Graffione, Il cantere degli arazzi di Claudio Francesco Beaumont. Nuove indagini, in G. DarDanello, Di modello, di intaglio e di cesello. Scultori e incisori da Ladatte ai Collino, Torino 2012. Per un approfondimento si rimanda inoltre a: A. telluCCini, L'Arazzeria torinese, in «Dedalo. Rassegna d'Arte», VII (1926), p. 101-131; 167-185; M. viale ferrero, Arazzi e tappeti antichi, Torino 1952, pp. 105 -111; M. viale ferrero, Arazzi, in Mostra del Barocco Piemontese, Catalogo della mostra a cura di v. viale, Torino 1963, vol. II, pp. 1-6; v. natale, scheda in Bâtire une ville au siècle des lumières, Catalogo della mostra a cura dell'Archivio di Stato di Torino,

GNOMONICA N. 2 - RIVISTA

GNOMONICA, 1999

Meridiane inclinate Giacomo Agnelli, La sofisticata meridiana digitale Nicola Severino, Ancora sulle ore canoniche, temporarie e planetarie Renzo Righi, Orologio solare kircheriano a Cogruzzo AlessandroGunella, Come facevano? Nicola Severino, Mystery Stefano Bianchi, Orologi solari in Canavese Enrico Del Favero, Il GPS nella gnomonica Frederick Sawyer, Nuove meridiane a coordinate tolemaiche (trad. di G. Ferrari) Diego Bonata, La gnomonica nel WEB Alberto Nicelli, Dalla Sundial Mailing List