Dispositivo per l’igienizzazione di strumenti medici (original) (raw)
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utenzione Nell'ambito delle infrostrulture viorie qualche onno lo si ossisìevo all'ingresso prepotente di termini come metodì dì inddgìne ad alto rendimenlo, Globol Serice, P.M.S. e ricicloggio o freddo. Doveva essere una svolta epoco,le; oggi, a distonza di tempo, i segni del combidmenlo srentano o,ncoto d monifeslarsi SrnumrxTt E Muzzt PER LA MANUTENZIONE MODERNA EnÌica Co'tti.].i* LLLigi Brescia*' ll processo di sviluppo della tecnologia La svolta avrebbe dovuto concrelizzarsi in un rapido processo di sviluppo nelquale Enti Pubblicie Societa private, §eppur animati da motivazioni apparentemente diverse, avrebbero collaborato per il raggiungimento di obietlrvi comunr impo anti: innovazro0e e sf ruttamento corretto delle risorse.
Dispositivo Per La Perfusione Extracorporea DI Un Organo
2019
Ricevuta di presentazione per Brevetto per invenzione industriale pagina di 2 5 Ministero dello Sviluppo Economico-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Atto non firmato digitalmente in quanto completamente prodotto da sistema informativo automatizzato (decreto legislativo 39/93 art.3) DATI IDENTIFICATIVI DEL DEPOSITO Ruolo Mandatario Depositante andrea soldatini Data di compilazione 06/11/2019 Riferimento depositante BI1393F/FAS/fca Titolo DISPOSITIVO PER LA PERFUSIONE EXTRACORPOREA DI UN ORGANO Carattere domanda Ordinaria Esenzione NO Accessibilità al pubblico NO Numero rivendicazioni 16 Autorità depositaria PRIVACY Autorizzo il trattamento dei dati personali, inseriti all'interno del deposito, ai sensi del GDPR (Regolamento UE 2016/679) e del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali"
Pulizia e sporcizia: il corpo e l'acqua prima della Rivoluzione francese I nostri antenati vissuti prima di Cristo avevano un debole per l'acqua, e bagni pubblici e privati erano ampiamente diffusi nell'area del Mediterraneo: dall''isola di Creta, i cui palazzi possedevano sofisticatissimi sistemi idraulici, alla Grecia, e naturalmente agli antichi romani per cui la pulizia era una virtù sociale. Nel periodo di massimo splendore dell'impero dodici acquedotti portavano in città 1350 litri al giorno di acqua pro capite, molto più di quella attuale, distribuita fra edifici termali, fontane, cisterne, bagni privati e latrine pubbliche; le terme decaddero solo con le invasioni barbariche quando i Goti – che si bagnavano al massimo nei fiumi-scollegarono gli acquedotti e decretarono la chiusura definitiva degli stabilimenti. Il Cristianesimo promosse la santità della sporcizia: se da un lato il corpo era il tempio di Dio, dall'altro era guardato con sospetto perché fonte di tentazioni erotiche; San Girolamo ad esempio riteneva che gli inevitabili toccamenti del bagno potessero accendere il desiderio sessuale e finì per proibirlo alle vergini. Dal IV al V secolo, il corpo non lavato diventò un segno distintivo di perfezione spirituale: Sant'Agnese – martirizzata sotto Diocleziano-dopo il battesimo non volle toccare più acqua, mentre l'anacoreta siriano San Simeone resistette per 37 anni in cima a un pilastro senza né scendere né pulirsi. L'odor di santità che noi colleghiamo con meravigliosi effluvi floreali, all'epoca era il terribile fetore di un uomo che in tutta la vita non aveva mai pulito né sé stesso né la propria veste. I meno rigorosi però – ricordando che Cristo aveva lavato i piedi agli Apostoli – arrivarono ad ammettere che era impossibile imporre a tutti queste scelte radicali e che per un cristiano l'igiene poteva anche essere un conforto e una fonte di salute. Tra questi c'era San Gregorio Magno che nel VI secolo manifestò una certa tolleranza verso le norme sanitarie, proibendo qualsiasi abluzione dettata da " lussuria e voluttà " ma permettendole solo in caso di bisogno " poiché nessuno odia la carne ma la nutre e la cura ". L'incerto placet della Chiesa cattolica fece sì che l'angolo più pulito dell'Europa medievale fosse la Spagna occupata dagli Arabi che consideravano l'igiene personale un requisito fondamentale: a loro si deve l'invenzione degli hammam, bagni pubblici molto più piccoli delle terme romane ma muniti di vasche e locali per sudare. Nel resto dell'Occidente la pulizia stentava ad affermarsi: ci si lavava soprattutto le mani a tavola, cosa raccomandata dai manuali di buone maniere, per l'ovvio motivo che non essendo diffuse ancora le forchette, si acciuffava il cibo con le dita e si riteneva cafone pulirsi l'unto con le maniche o con la tovaglia. A reintrodurre il bagno pensarono i Crociati al ritorno dalla Terra Santa, che portarono anche con sé usanze arabe come i saponi profumati ottenuti con soli grassi vegetali come l'olio d'oliva e d'alloro. Dopo il XII secolo I bagni medievali – detti stufe-sorsero spesso vicino a sorgenti termali calde, ma anche nelle città non mancarono locali che contenevano parecchie tinozze dove potevano sedersi anche sei persone per volta; se non si reputava disdicevole farsi il bagno nell'acqua dove era passato uno sconosciuto, per quanto riguarda gli amanti poteva addirittura capitare che il cavaliere bevesse il liquido dove si era lavata la sua dama, considerandolo un sublime privilegio. L'accesso alle stufe era consentito a tutti, in un'allegra mescolanza di sesso e di età. Il problema sorse quando i bagni pubblici cominciarono ad essere