E. Venturelli, Andrea Boni e la Casa del Manzoni. La rinascita ottocentesca del cotto ornamentale, Centro Nazionale Studi Manzoniani, Milano, 2014. Qui compaiono il primo capitolo (pp. 7-29) e le illustrazioni finali (pp. 101-122). Per il testo completo: info@casadelmanzoni.it. (original) (raw)

"Etchings of Ancient Ornamental Architecture" (1800) e "Designs for Cottages" (1805). L'esperienza romana nelle pubblicazioni ottocentesche di Charles Heathcote Tatham e Joseph Michael Gandy

"MDCCC 1800", n. 7 (luglio 2018), Ed. Ca' Foscari, Venezia, 2018

Charles Heathcote Tatham and Joseph Gandy played important roles in early Nineteenth century British artistic world: Tatham for his contribution to the development of applied arts, Gandy for being John Soane’s projects graphic executor, as well as a truly eclectic artist, hard to classify in traditional canons. Apparently disconnected and distant from each other, the two architects shared the experience of the trip to Rome, which took place simultaneously in the years 1794-1796, but if they boarded the same ship, they also moved in two diametrically opposite directions once arrived in Rome. The letters sent home by the two young artists confirm this, telling two completely dissimilar experiences of the same Rome and the Ancient. After returning home, between 1800 and 1806, both architects published some illustrated publications strongly linked to the recent trip. In both cases they are architectural model albums: two series of ’didactic’ engravings by Tatham, and two pattern books for rural buildings by Gandy. They are two extremely different editorial cases, but both based on the ’re-use’ of the Italian experiences of the authors and their personal interpretation of their time’s cult of antiquity

E. Venturelli, Terrecotte a stampo per l'arredo della casa e del giardino, un prodotto di successo della fabbrica milanese di Andrea Boni (1815-1874), "Faenza, Bollettino del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza", 2013, 2, pp. 81-91.

Terrecotte a stampo per l'arredo della casa e del giardino, un prodotto di successo della fabbrica milanese di Andrea Boni (1815-1874) 81 A metà Ottocento, dopo secoli di abbandono, tornò in vita la produzione

I pavimenti del Duomo di Monza dai Borromeo alla metà dell'Ottocento, in Atti del XXIII Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Narni, 15-18 marzo 2017), a cura di C. Angelelli,C. Cecalupo, M. E. Erba, D. Massara, F. Rinaldi, Roma 2018, pp. 619-632.

Per il contributo finanziario alla stampa degli Atti si ringrazia vivamente La riproduzione del testo o brani di esso, in qualsiasi forma presentata e diffusa, è assoggettata alla legge 22 aprile 1941, n. 633 successivamente modificata con la legge 18 agosto 2000, n. 248. ISBN 978-88-7140-816-3 © Roma 2018 -Edizioni Quasar di S. Tognon s.r.l. via Ajaccio, 41-43 -00198 Roma tel. 0685358444 -fax 0685833591 www.edizioniquasar.it, email: qn@edizioniquasar.it COMUNE DI NARNI

TROLETTI F., La campagna decorativa ottocentesca. Un’aggiunta al catalogo del Guadagnini?, in TROLETTI F. (a cura di), Chiese sussidiarie di Sale Marasino, Intese Grafiche, Montichiari (Bs) 2013, pp. 95-108.

Chiese sussidiarie di Sale Marasino, 2013

L'attuale aspetto della chiesa di Sant'Antonio abate a Marasino è da ricondurre a una serie d'interventi non documentati che ne hanno stravolto l'originale assetto. Non si conosce, ad esempio, la data precisa del rimaneggiamento della copertura con volta in muratura. Le decorazioni che scandiscono le lesene e i contorni degli ovali della volta sono probabili dipinture a secco che collocherei ai primi decenni del Novecento: forse sono delle riprese un po' pesanti di precedenti disegni 1 . In questo studio mi occuperò di tre affreschi: il Riposo durante la fuga in Egitto, le Virtù Teologali e Sant'Antonio abate in gloria. I tre lavori sono pressoché privi di bibliografia approfondita e di studi relativi alla loro attribuzione. Fa eccezione la nota di Antonio Fappani 2 , il quale cita e attribuisce i primi due affreschi, ma senza apportare argomentazioni stilistiche, ad Antonio Guadagnini 3 ; lo stesso studioso non fa menzione del Sant'Antonio abate in gloria. 1 In alcuni punti dell'edificio la caduta della pellicola pittorica va svelando un intonaco sottostante colorato, forse ciò che resta di una precedente decorazione. Durante questo studio ho individuato, salendo sopra il sedile del coro appoggiato alla parete sinistra del presbiterio, una precedente decorazione floreale. La decorazione, probabilmente a secco, è oggi visibile dall'intercapedine tra muro e l'aggancio del coro ligneo. Si tratta di motivi floreali che si sviluppano su buona parte del muro, vedi fig. 46. 2 La prima segnalazione è di a. Fappani, Santuari nel bresciano, V, Brescia 1983, p. 76, il quale assegna ad Antonio Guadagnini la Fuga in Egitto e le Virtù Teologali; lo stesso autore, a distanza di più di un decennio (a. Fappani, Enciclopedia bresciana, XVI, Brescia 2000, p. 46) cita solo la "Fuga in Egitto" senza alcun riferimento alle altre due opere: non si comprende se si tratti di un ripensamento o di una svista. Una nota generica si trova pure nella Guida d'Italia del Touring Club Italiano, Lombardia, XV, Milano 2005, p. 632, dove si accenna al San'Antonio abate quattrocentesco e a "un altro [affresco] attribuito ad Antonio Guadagnini", ma senza fornire spiegazioni sul soggetto ritratto e collocazione dell'opera. Più tardi i. Bottazzi, Chiesa di Sant'Antonio a Marasino, in s. BUiLa, g. tognazzi (a cura di), Itinerari di devozione, Brescia 2001, pp. 86-89, si limita a riportare le informazioni desunte da Fappani, aggiungendo la presenza degli altri due affreschi, ma senza suggerire alcun dato per la datazione e la paternità. Sempre la Bottazzi, non considerando l'abside romanica o forse riferendosi solo all'attuale stato, scrive che la chiesa "non dovrebbe […] essere stata costruita più tardi del '400". Nessun riferimento alle opere di Marasino è invece presente in g. vaLzeLLi, Antonio Guadagnini, Esine (Bs) 1991; in O. ameraLdi, Il pittore Antonio Guadagnini di Esine, Esine (Bs) 1979; e in a. giorgi, Antonio Guadagnini: la compostezza accademica e la rappresentazione domestica nella pittura, in «Itinera», VIII (2007), 1, n° 6, pp. 105-107. Segnalo anche una pubblicazione, poco diffusa ed edita come numero speciale di «El Carobe», bollettino della Parrocchia di Esine stampato nel dicembre 1971: l'autore non è indicato, ma nella presentazione si intende che i promotori dell'iniziativa sono Margherita e Oberto Ameraldi. Le pagine sono numerate da 247 in poi: o. ameraLdi, Il pittore Antonio Guadagnini di Esine, in «El Carobe», (1971), n° 6-7, pp. 247-351. Nella pubblicazione è riportato l'albero genealogico dei Guadagnini. Per ultimo Antonio Burlotti firma una scheda su Marasino per una guida della locale Comunità Montana: Sale Marasino, in Itinerari storico culturali, s.l., 2009, p. 13; l'autore riferisce solo dell'affresco della "sacra famiglia" di Antonio Guadagnini. In realtà, rispetto all'indicazioni di sacra famiglia o di fuga in Egitto date dai precedenti studiosi, sarebbe più corretto definire l'opera come Riposo durante la fuga in Egitto. Tra gli ultimi contributi sul pittore esinese, ma che non aggiungono opere al suo catalogo, vedi: g. vaLzeLLi, Giovane e baldanzoso torna il pittore camuno Guadagnini, in «AB», XI (1994), 1, n° 38, pp. 95, 96, e g. vaLzeLLi, Santi senza aureola e paradisi coi colori del cielo lombardo, in «AB», XI (1994), 3, n° 40, p. 85; m. corradini, I segni del sacro nell'arte contemporanea, in Il Garda segni del sacro, Roccafranca (Bs) 2004, pp. 203-206. 3 Antonio Guadagnini nasce a Esine, in Bassa Valcamonica, nel 1817. Dopo aver condotto studi classici a Lovere e frequentato la Scuola di Disegno dell'Accademia Tadini tra gli anni 1835-36, il