La questione meridionale prima dell’intervento straordinario (original) (raw)
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Questione meridionale, legislazione speciale e dibattito storiografico
Poteri speciali, legge speciale, superprogetto per Napoli: negli ultimi mesi si è sviluppato un vivace dibattito intorno alle grandi trasformazioni urbane della città e agli strumenti più utili ed efficaci per realizzarle. Sia esponenti politici nazionali e di governo, sia esponenti politici locali, hanno avanzato idee di varia natura sul futuro della città, richiamando, a volte, anche proposte e tipologie d'interventi che hanno avuto altri esempi nella storia del Mezzogiorno d'Italia. E' quantomeno doveroso muovere da essi, porgere lo sguardo a ritroso verso i momenti in cui si sono adoperate normative eccezionali, congelando temporaneamente il corso ordinario degli svolgimenti amministrativi, con nobili e, spesso, velleitari obiettivi per guadare alla palude economico-sociale onde avrebbero efficacemente agito soltanto poteri speciali, azioni extra legem.
Giornale della libreria, 0
Gli squilibri geografici nel consumo dei libri in Italia sono l'effetto del circolo vizioso fra l'assenza di librerie e la endemica scarsità di lettori nei piccoli centri del sud. Agli inizi degli anni '90, è maturata la consapevolezza che l'educazione permanente e la conquista di giovani lettori si potesse attuare attraverso la costruzione di reti, fra soggetti pubblici e privati, che collaborassero come presidi territoriali per la crescita e la coesione socio-culturale delle comunità locali.
L'intervento straordinario nel Mezzogiorno
Tra l'inizio del secolo e la prima guerra mondiale circa 300.000 persone all'anno prendevano la via dell'emigrazione dal Mezzogiorno,dal 1921 quando l'America iniziò a chiudere le frontiere e per causa della seconda guerra mondiale, scomparivano i tradizionali sbocchi all'estero;e la popolazione meridionale dal 1931 al 1951 crebbe di 3 milioni di persone, arrivando a 17 milioni.
Questione meridionale e nuovi conflitti sulle politiche di sviluppo regionale
Conflitti, 2019
La Collana «Studi e Ricerche» dell'Università Niccolò Cusano -Telematica Roma raccoglie ricerche originali e innovative di studiosi di discipline umanistiche. Rivolta ad un pubblico di studiosi ed esperti si propone di alimentare il dibattito scientifico contemporaneo su temi e argomenti di rilevante interesse. La Collana è aperta a contributi di docenti universitari e di esperti qualificati e si avvale di un Comitato Scientifico. La collana si avvale della procedura di valutazione e accettazione double blind review. Il consiglio di Amministrazione dell'Università degli Studi Niccolò Cusano -Telematica Roma, al fine di assicurare la promozione e la diffusione dei risultati originali degli studi e delle ricerche, realizzate in nome e per conto dell'università, promuove le pubblicazioni inserite nella collana Studi e Ricerche.
La 'nuova questione meridionale' nell'era della globalizzazione.
Grafica della copertina: Sintesi L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d'autore. Sono vietate e sanzionate la riproduzione e le fotocopie (queste ultime sono consentite solo se per uso esclusivamente personale di studio, senza limite), I lettori che desiderano possono consultare il
Secessione dei ricchi o svilimento della questione meridionale modificata temporalmente
Brandolini al Presidente della Svimez Adriano Giannola sul Corriere del Mezzogiorno del 14 gennaio 2019 2 Si riportano due esempi: il 22 gennaio 2019 sulla sua pagina facebook l'ex Senatore Lucio Romano ha così scritto (https://www.facebook.com/lucioromano02/): «"HO FIRMATO L'APPELLO PER IL SUD NO alla "secessione dei ricchi"! NO all'autonomia delle Regioni del Nord che vuole il Governo. Non voltiamoci dall'altra parte, condividiamo e mobilitiamoci. Dalla sanità alla scuola, all'università, al welfare, ai servizi al cittadino, nascere e vivere al Sud significherà avere meno diritti sostanziali, economici e sociali, in confronto dei residenti nelle regioni ricche del Nord». Il 22 dicembre 2018 l'ex Senatore Giovanni Russo Spena, sul portale di Rifondazione Comunista ha, tra l'altro, così scritto: «Questo governo neofascista, nel suo furore contro la democrazia costituzionale, va avanti come una pericolosa ruspa (per usare una pessima metafora salviniana). Stiamo giungendo ad un passaggio che costituisce, se non lo blocchiamo, una mutazione definitiva della nostra architettura istituzionale.». Cfr.: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=36876 Ma dov'erano i Senatori Romano e Russo Spena quando, nel 2001, si è modificato l'art. 116 della Costituzione e il 28 febbraio 2018 quando il Governo Gentiloni ha firmato le intese di base con le tre Regioni? 3 Cfr. Costituzione della Repubblica Italiana (GU n.
Nord non chiama Sud. Saggio sulla Questione settentrionale
Il saggio ricostruisce i dualismi territoriali in Italia dagli anni Settanta ad oggi, individuando le linee di frattura nella solidarietà fra le due aree del Paese. E' stato pubblicato in S. Colarizi, A. Giovagnoli, P. Pombeni (a cura di), L'Italia contemporanea dagli anni Ottanta ad oggi, Vol. III: Istituzioni e politica, Roma, Carocci, 2014, pp. 361-381.
Questione meridionale, democrazia e socialismo
«Infiniti Mondi», n. 1 del 2017, pp. 111-116, 2017
Il socialismo rappresenta un critica ai limiti, non certo alla necessità della modernità industriale e dei suoi protagonisti. È anch'esso un figlio legittimo del rivolgimento politico ed economico che chiudeva il plurimillenario dominio del modo di produzione agrario, affollava i centri urbani e costringeva le campagne sulla difensiva. La grande rivoluzione dovette fare così i conti con la Vandea, i giacobini napoletani erano travolti dalle schiere del cardinale Ruffo, tutta l'Europa del XIX secolo doveva affrontare-tranne che nella Sicilia del 1860-una marea montante di contadini più o meno emuli del sanfedismo, sempre schierati dalla parte dei poteri tradizionali e contro i risorgimenti liberali. Accadeva in Galizia, in Lombardia, nel Regno delle Due Sicilie , a maggior ragione nella Russia autocratica, nemmeno sfiorata dalla primavera dei popoli del 1848, dove lo zar poteva contare sull'indiscussa fedeltà dei muzik: «un universo analfabeta», ostile ai cambiamenti, per i quali «a scandire gli anni» continuavano a essere «le stagioni, le festività sacre e il ciclo agricolo»...