Persone e parole della cura nell'Antichità (original) (raw)
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Linguaggio e terapia nell'antichità
L'obiettivo del seguente articolo è una prima presentazione di alcune vie di studio sull'uso terapeutico della parola e della terapia per mezzo del significato nell'antica Grecia. Non si tratta di trovare elementi che, a posteriori, giustifichino l'affermazione di una geniale anticipazione delle pratiche psicoanalitiche quanto, invece, di scorgere le caratteristiche comuni nell'applicazione del linguaggio e della simbologia nelle pratiche terapeutiche all'origine della cultura occidentale. È nostra opinione che il periodo che spazia tra lo VIII e il V secolo a.C. rappresenta una situazione privilegiata per capire molti degli avvenimenti sociali che stiamo vivendo al giorno d'oggi. Non si tratta quindi di erudizione fine a se stessa, ma di uno sforzo di comprensione del presente attraverso un esempio già inciso nella storia, nell'immaginario e nella tradizione culturale occidentale.
Cura degli altri e cura di sé nella medicina antica
G. Galli (ed.), Interpretazione e cura. Atti del XXII Colloquio sulla Interpretazione (Macerata, 11-12 marzo 2002), Macerata, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2003
A n n o V I N . 2 • F e b b r a i o 2 0 0 3 S O M M A R I O OSSERVATORIO 27 Homo de Humo (S. Bernardo). Il fondamentalismo tecnico-scientifico e l'uomo "astratto" di Graziella Biagini FONDI STORICI DI MEDICINA 28 Edizioni marchigiane di interesse medico nel fondo miscellaneo secentesco della Biblioteca comunale di Fermo di Maria Chiara Leonori AGENDA DELLO SPECIALIZZANDO 32 LETTERA DEL PRESIDE Prendono inizio, con questo numero del Bollettino, due nuove rubriche, Fondi storici di Medicina ed Album, entrambe curate da Stefania Fortuna, Docente di Storia della Medicina nella nostra Facoltà.
La persona e la sua cura – Dialogo con Guido Cusinato
2020
Sommario. Il dialogo tra Cusinato e Ronchi: la singolarità personale e il processo. Critica del concetto di persona in R. Esposito e S. Weil. L’epochè che sospende anche la singolarità personale. Patti impliciti ed espliciti, utopia e distopia della coppia. Sospensione sistematica di ogni aspettativa come base del dialogo autentico. Fedeltà coniugale e fedeltà al desiderio. Fede religiosa e fede laica. Jaspers e la responsabilità di costruire la propria singolarità personale all’interno della storia e del mondo. Cura dialogica e cura solidaristica, ateniesi e gerosolimitani.
Prescrizioni mediche e supporti materiali nell'Antichità
"Parlare la medicina: fra lingue e culture, nello spazio e nel tempo. Atti del convegno internazionale (Parma, 25-27 settembre 2016), a cura di Nicola Reggiani, Firenze: Le Monnier, 2018
For men use to write an evill turne in marble stone, but a good turne in the dust Thomas More, 1513 L'importanza dei supporti materiali della scrittura nell'Antichità, nonché il manifestarsi di una certa -per dir così -ideologia della cultura scritta, possono essere emblematicamente rappresentati dalla metafora delle «tavolette della mente», che, fin dall'immagine eschilea, alludeva alla memoria umana quale 'pagina' su cui registrare (e cancellare, e riscrivere) i ricordi: (Aesch. Prom. 789) e possa tu inciderlo sulle memori tavolette della mente.
" UN DIO NON CLERICALE? " APPUNTI SULLA VITTORIA DEI CHIERICI NELLA CHIESA ANTICA
Relazione tenuta dal Prof. Paolo Ricca il 14 Aprile 1989, presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma, in occasione del “Convegno in ricordo di Vittorio Subilia”, organizzato nel primo anniversario della sua scomparsa. Gli Atti del Convegno sono raccolti nel Volume “AA. VV. - Il pluralismo nelle origini cristiane. Scritti in onore di Vittorio Subilia”, Claudiana, Torino, 1994”.
Alcune note storico-religiose sulla questione del corpo divino nella Tarda Antichità
Academia – ein Verlag in der Nomos Verlagsgesellschaft eBooks, 2020
The present essay discusses some texts, mainly pertaining to Late antiquity, that outline the notion (either real or metaphorical) of divine corporeity, among which Arnobius, the Pseudo-Clementine Homilies, Marius Victorinus, and some oracles. The texts are examined in a comparative perspective, trying to highlight similarities and differences and, when possible, suggesting mutual influences, and taking into account different milieus, such as Iranian and Vedic literature, Orphic and Gnostic-Hermetic tradition, as well as Jewish mysticism. Discutere la nozione di corporeità divina 1 appare a prima vista paradossale, visto il prevalere, particolarmente in età tardoantica, di attributi che fanno riferimento alla divinità priva di forma e figura, colore, 2 attributi che di norma la cultura patristica, imbevuta di platonismo, avrebbe poi fatto propri e adattato al Dio cristiano (con la nota eccezione di un caso come quello tertullianeo, ancora largamente influenzato dallo stoicismo, o della meno conosciuta setta gnostica degli Audiani; tracce di questa concezione, in parte, sono presenti persino in Origene o Agostino). 3 Inoltre, la critica all'antropomorfismo che connota il politeismo è un dato ben noto (fin da Senofane), e sarà sufficiente qui ricordare la pagina caratterizzata da uno stile ironico e quasi grottesco in cui l'apologeta Arnobio, da consumato re-1 Del tema in generale discute l'ampia e dettagliata monografia di Markschies, Ch. (2016), "Gottes Körper". Abbiamo cercato di selezionare, nel presente contributo, testi e problemi di cui Markschies non tratta o che affronta solo per cenni. 2 Su questo punto si vedano lavori classici come Mortley, R. (1986), "From Word to Silence". Tra i testi che presentano tale elaborazione in senso negativo vi sono pagine celebri quali il cap. X del Didaskalikos di Alkinoo, Apul., Plat. I 5, e Mar. Victorin., adv. Arium I 49, con le sue riprese letterali dallo scritto gnostico Zostriano, su cui cfr.
Curare con il diavolo: aspetti performativi di alcuni esorcismi bizantini e postbizantini
Many Byzantine folk-exorcisms take the form of historiolae, i.e. short stories about the victorious confrontation of a saint or an angel with the devil, providing both the mythical foundation and the guarantee of effectiveness of the actual exorcism, often intended to free the “patient”, as well as from the demon, from the diseases caused by it. Sometimes, the historiola ends with a prayer by the holy protagonist, asking and obtaining from God the grant of special blessings for those who will copy the text of the story or will read it aloud, in this way “performing” it. In the case of the so-called “exorcisms of Gello”, some manuscripts have retained the names of the people who had copied the text, or of their family members, literally introduced into the story and into the characters’ dialogues. The most remarkable case, however, is that of a 15th century manuscript of the Testament of Solomon, where an unknown exorcist added his instructions on how to treat the possessed while reading aloud the text. The celebrant repeated on the unfortunate “patient” the same, often violent, actions that Solomon practiced against disease-inducing demons, beating, binding and abusing him in different ways: this provided a kind of performative shock-therapy focused on the re-enactment of the text.