Migrazione e integrazione di dati e metadati: prospettive su papiri e testi, Napoli 17 giugno 2024 (online meet.google.com/yua-qgqc-rcs) (original) (raw)
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DigItalia, 2016
Sui metadati applicati alle riproduzioni digitali dei manoscritti si assiste oggi a uno sforzo progettuale che si esplica in analisi e proposte, esperienze concrete ed elaborazione di linee guida che mirano a facilitare e incoraggiare l’utilizzo delle riproduzioni digitali da parte dei ricercatori e offrire loro un servizio di alta qualità. Il saggio presenta e discute i contributi sul tema emersi da due convegni svoltisi in ambito nazionale e internazionale: il primo – “Manoscritti e metadati” – tenuto a Milano il 26 novembre 2015 e organizzato dal Censimento dei manoscritti medievali della Lombardia; il secondo – “A common international standard for rare materials? Why? And how?” – svolto a Lisbona il 22 febbraio 2016 a cura dalla sezione IFLA Rare Books and Special Collections.
2021
È noto come la diffusione di Internet abbia innescato un'autentica rivoluzione copernicana, determinando la nascita di questioni giuridiche di stringente attualità strettamente connesse alla tutela di diritti e libertà fondamentali. L'antico gap tra diritto e sviluppo tecnologico è acuito dalla crescita costante del volume di dati trattati, oggetto di circolazione e commercializzazione, oltre che attributi fondamentali dell'identità personale. Nell'ormai ampissimo panorama dottrinale sull'argomento, si distingue l'ultima opera del Prof. Gianpaolo Maria Ruotolo dedicata alla regolamentazione dei dati informatici nel diritto internazionale ed europeo; trattasi di un percorso politematico volto ad approfondire istituti e modelli giuridici all'apparenza distanti (e.g. commercio elettronico, transborder data access nei procedimenti penali), oggi accomunati dall'impiego sempre più pervasivo e invasivo delle tecnologie digitali e, dunque, della loro imprescindibile "materia prima", i dati appunto (personali e non). Lungi dall'essere un ennesimo "Manuale sulla privacy", l'opera fornisce un quadro complessivo dello stato dell'arte relativo alla regolamentazione dei dati informatici in contesti diversificati, regolamentazione che, a causa della natura ontologicamente transnazionale della Rete e delle fattispecie che vi si realizzano, ha luogo per il tramite di norme di diritto internazionale e, nel nostro contesto regionale, europeo. Tale prospettiva rappresenta, al contempo, un osservatorio privilegiato su questioni di primo piano nell'ordinamento internazionale contemporaneo, tra tutte quella relativa all'emersione di procedimenti decisionali, forme di cooperazione con attori non statali e strumenti normativi del tutto "atipici" ascrivibili al fenomeno del cd. informal international lawmaking (IN-LAW). Il taglio innovativo del volume emerge iconicamente sin dalla copertina, con un tributo alla matita di Jack Kirby tratto da una scena del fumetto "Challengers of the Unknown" nel quale i quattro eroi protagonisti lottano contro Ultivac, un robot capace di pensiero autonomo ribellatosi al suo costruttore, uno scienziato dell'ex Germania nazista. L'impianto full circle dell'opera (supportata da una robusta bibliografia e da una ricca casistica giurisprudenziale nazionale e sovranazionale), muove dalla progressiva erosione del ruolo della Comunità Internazionale nella gestione di quel global public good che è Internet fino al crescente peso dell'attività para-legislativa e para-giurisdizionale posta in essere da soggetti privati in materia di tutela e bilanciamento tra diritti fondamentali nel cyberspazio (è lo stesso Autore a proporre il caso dell'Indipendent Oversight Board di
Il volume raccoglie tutti i documenti pertinenti a Giulia Farnese (1475-1524), l'amante adolescente di papa Alessandro VI (Rodrigo Borja), che è stata la causa principale della fortuna della sua famiglia e in modo particolare di quella di suo fratello Alessandro, il futuro papa Paolo III. I documenti più importanti, ricavati sempre dagli originali (fatta eccezione per i testi storici dei quali esistono edizioni critiche), sono trascritti per intero e con un criterio quasi facsimilare. Dei documenti minori (di natura per lo più notarile) si forniscono estratti dettagliati. Di tutti si danno accurate indicazioni archivistiche o bibliografiche.
AIUCD 2024_«MeTe digitali. Mediterraneo in rete tra testi e contesti»
2024
La conferenza AIUCD 2024, dal 28 al 30 maggio 2024 a Catania, è organizzata dal CNR Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, dal DISUM (Dipartimento di Scienze Umanistiche) e dal CINUM (Centro di Informatica Umanistica) dell’Università di Catania, con il supporto di CLARIN-IT. Il tema di quest’anno è «MeTe digitali. Mediterraneo in rete tra testi e contesti». Il Mediterraneo è inteso nella sua accezione più inclusiva di spazio di elaborazione culturale, letteraria, artistica, filosofica e scientifica. L’obiettivo è quello di valorizzare il ruolo del digitale come medium attraverso cui si creano connessioni tra testi e persone, si istituiscono dialoghi a distanza tra culture diverse, si realizzano spazi virtuali di condivisione di testi e artefatti riconducibili a una radice culturale condivisa. Viene dato spazio alla riflessione teorica e metodologica negli ambiti della filologia digitale e dell’analisi computazionale, dell’organizzazione e preservazione di collezioni digitali e nate digitalmente, dell’applicazione di tecniche di Intelligenza Artificiale e dei problemi della conservazione del patrimonio digitale.
“Smart migration”: risorse e rischi digitali per i MSNA. pp.167-176. In
G- Tumminelli, S. Greco (eds), Migrazioni in Sicilia 2018 - ISBN:9788857558103, 2019
Il VI Rapporto Migrazioni in Sicilia fotografa una situazione radicalmente mutata, non soltanto nella nostra isola, ma in tutto il paese e a livello sovranazionale. Se da un lato la rinnovata attenzione verso le problematiche legate ai cambiamenti climatici ha portato alla nascita di un processo dal basso che ha coinvolto milioni di giovani in tanti paesi, dall'altro l'adozione di misure estreme per bloccare i flussi migratori (sempre più, peraltro, causati nel mondo dagli stessi cambiamenti climatici), ha avviato in altrettanti paesi un processo inverso, che nega l'efficacia di un approccio globale, anzi, ne teme gli effetti. Attraverso l'adesione al progetto "Educare alla cittadinanza e alla salute globale" della Fondazione di Religione "Opera San Francesco Saverio" -Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari -C.U.A.M.M-l'Istituto Arrupe ha voluto promuovere un percorso di sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza attiva ed alla salute globale, finanziato dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, con l'obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità mondiale. E proprio l'anno 2018 si è chiuso con una ferita profonda per gli italiani che hanno sempre creduto nell'importanza della solidarietà e della partecipazione attiva ai processi di collaborazione in atto a livello globale. L'ingiustificata defezione del nostro paese dalla conferenza intergovernativa di Marrakech del 10 e 11 dicembre dove 164 paesi hanno aderito al Global Compact for Migration (GCM), accordo finale di un processo avviatosi in seno all'Organizzazione delle Nazioni Unite già nel 2016, dimostra come l'Italia, frutto di un felice incrocio millenario di popoli e culture, si stia isolando a livello internazionale, con il rischio di alimentare pericolosamente la diffusione di idee xenofobe e, in generale, l'intolleranza verso i migranti. Come del resto spiegato in modo esaustivo nei documenti ufficiali, con buona pace di coloro che hanno affermato il contrario, il testo del GCM non è vincolante, ma offre esclusivamente la possibilità di operare in materia di immigrazione entro un quadro di collaborazione globale, lasciando gli stati aderenti del tutto liberi di esercitare la propria sovranità sul tema. E cos'è che l'Italia ha chiesto a gran voce negli ultimi tempi se non la collaborazione degli altri paesi nella gestione del fenomeno migratorio?
Il tema della giurisdizione e dell'enforcement in relazione alle condotte connesse alla tratta e al traffico di migranti -suscettibile di inquadramenti variabili dal punto di vista penalistico -si raccorda ad un quadro complesso, traversato da profonde divergenze di vedute. Preliminarmente, occorre riconoscere che, come gli eventi di questa estate 2018 stanno drammaticamente a dimostrare, ci si trova al cospetto di prospettive politiche fortemente influenzate da fattori estemporanei se non, peggio, da cinici calcoli elettoralistici e ispirate alla ricerca del consenso e alla strumentalizzazione delle paure collettive, spesso dimentiche delle complesse dinamiche socio-economiche all'origine del fenomeno migratorio e alle sue implicazioni per l'avvenire. In questo quadro, la ricerca degli strumenti giuridici più appropriati -anche di natura penale -atti a contrastare fenomeni di così ampia portata come quelli che qui ci interrogano, e che coinvolgono il rispetto dei diritti fondamentali di un numero elevatissimo di persone in condizione di oggettiva minorità, appare non solo opportuna ma necessaria 2 .