Quei diabolici anni Settanta (original) (raw)

Il fermento degli anni Settanta

Letteratura italiana contemporanea. Narrativa e poesia dal Novecento a oggi, a cura di Beatrice Manetti e Massimiliano Tortora, Roma, Carocci, 2022, 372-384

Pensato per gli studenti universitari, il volume ricostruisce la storia della letteratura italiana dall'inizio del Novecento ai giorni nostri, lungo le due direttrici parallele della narrativa e della poesia, nella convinzione che lo sviluppo di ciascuno dei due generi, benché reciprocamente intrecciato, sia scandito da svolte e accelerazioni specifiche, e suggerisca pertanto una sua propria periodizzazione. Il libro si articola in diciannove capitoli, ognuno dei quali è dedicato a un determinato arco cronologico e a una corrente oppure a uno o più autori e autrici. L'obiettivo è offrire non un'opera enciclopedica, ma uno strumento didattico in cui trovino spazio le questioni letterarie essenziali del xx secolo, associate ai nomi di maggior rilievo. In questo modo si potrà comprendere l'evoluzione storico-letteraria e individuare con chiarezza quali sono le opere che più si sono imposte nel canone. Beatrice Manetti insegna Letteratura italiana contemporanea all'Università degli Studi di Torino. Ha scritto saggi e curato volumi sulle maggiori autrici del Novecento, da Anna Maria Ortese a Paola Masino, Natalia Ginzburg, Anna Banti. Massimiliano Tortora insegna Letteratura italiana contemporanea alla Sapienza Università di Roma. È direttore responsabile di "Allegoria" e co-direttore di "L'Ellisse. Studi storici di letteratura italiana". Per Carocci editore ha curato, tra l'altro, Il modernismo italiano (2 a rist. 2020).

I violenti anni Settanta

Special Issue of Diacritica [with Monica Jansen], X, 2 (52), 31 July, 2024

Full Issue online and available to download in PDF format: https://diacritica.it/archivio

6. La crisi degli anni Settanta e Ottanta

Negli anni Settanta giunsero a compimento i processi di evoluzione delle economie più avanzate che si muovevano sempre più decisamente verso la terziarizzazione, cioè verso una sempre maggiore prevalenza del settore terziario (servizi) rispetto a quello secondario (industria). Questo, insieme ai cambiamenti demografici portati dai progressi della medicina e dal miglioramento delle condizioni di vita, rese sempre più insostenibile il modello di Stato Sociale che si era affermato sino ad allora e il cui tasso di crescita era stato largamente superiore all'andamento del prodotto interno lordo.

Gli anni Settanta e la Tv degli ultimi dieci anni

La televisione racconta la storia, produce immaginari storici, ma con modalità diverse rispetto ad altri media quali il cinema. La televisione genera l'evento, rendendo lo spettatore testimone dell'evento stesso. Per quale ragione i cosiddetti «anni di piombo» hanno preso il posto di Mussolini o della Shoah nella fiction televisiva? Qual è il senso del succedersi dei diversi periodi o personaggi al centro delle serie televisive? In che modo gli storici si possono rapportare in modo fertile e produttivo agli immaginari storici prodotti dalla televisione? L'autrice propone un breve excursus per la didattica degli audiovisivi, e una riflessione sulla rappresentazione degli operai in Gli anni spezzati.

Così andavano le cose nel secolo sedicesimo

1984

Con manzoniana ironia: così andavano le cose nel secolo sedicesimo. In Sicilia. E cioè quando la mafia ancora non si chiamava mafia. Ma era già mafia, se nella rivalità degli istituti, nei conflitti giurisdizionali, nel gareggiare delle cariche del Regno, nelle inimicizie e nei punti d'onore dei singoli potenti si può intravedere (e si può senz'altro) qualcosa di simile al gioco oggi dei partiti e all'inserirvisi, parteggiando e patteggiando, di interessi particolari al di fuori cli ogni legge. Il quadro che Antonio Montalto, avvocato fiscale (qualcosa di simile al procuratore generale cli oggi, ma con più esteso potere e con maggiore difficoltà ad esercitarlo), fa della sicurezza pubblica e dell'amministrazione della giustizia in Sicilia è, nel mutare degli accidenti, sostanzialmente uguale a quello che se ne può trarre oggi. Come dice Cancila nella nota introduttiva: « magistrati assassinati da sicari alle dipendenze di potenti, elevato numero di delitti di sangue quasi sempre impuniti, connivenza tra potere politico e delinquenza, impotenza della magistratura, corruzione, tangenti, omertà, false testimonianze». Intorno al 1.530 così come intorno al 1980.

Ottanta gli anni dei mutanti

New Rock Magazine II, 4, 1990

Oggi che siamo sempre più immersi nei Novanta ricapitoliamo le interazioni e le sinergie che tra rock, cinema, letteratura, informatica, moda, spettacolo che hanno reso gli anni Ottanta un intenso laboratorio di stili, di contaminazioni, di destrutturazioni.

Il teatro degli anni Settanta. Tre vite ribelli

Palinsesti, n. 10, 2021

The most surprising aspect of the theatre of the 1970s was the force with which it spoke: its capacity to attract as an instrument of rebellion, for those who did it as much as for those who went to see it. Beyond the great theatres, institutional or otherwise, there was a widespread and independent turn to theatre by youthful forces, predominantly left-wing, generally in a spontaneous form, which gave rise to a true parallel world, divided into strands that were often opposed, especially from a stylistic point of view. The three lives in theatre that I present here (Sandro Lombardi, Julia Varley, Luigia Calcaterra) instead delineate, for once, a vertical section. L’aspetto più sorprendente del teatro degli anni Settanta è la forza con cui ha parlato: la sua capacità di attrazione in quanto strumento di una ribellione, per chi lo faceva quanto per chi lo andava a vedere. Al di là dei grandi teatri, istituzionali o meno, ci fu un diffuso e indipendente volgersi al teatro di forze giovanili, prevalentemente di sinistra, in genere in forma spontanea, che dettero vita a un vero mondo parallelo, diviso in filoni che spesso sono stati contrapposti, soprattutto dal punto di vista stilistico. Le tre vite nel teatro che qui presento (Sandro Lombardi, Julia Varley, Luigia Calcaterra) delineano invece, per una volta, una sezione