(2024-04-14, Cagliari) La contabilità dei grandi mercanti della Corona d’Aragona nel tardo Medioevo: una pratica di ieri e di oggi. (original) (raw)

L'aristocrazia del medio corso dell'Adda nei secoli IX-XII: de Vicomercato, de Caromano, de Bevulco, in La Curtis di Capiate fra Tardo Antico e Medioevo: Scoperte inedite e nuove ricerche sul territorio. Atti della prima Giornata di Studi, 21 maggio 2016, a cura di Andrea Mariani e Fabio Carminati

Il presente studio indaga le vicende di tre famiglie dell'aristocrazia rurale briantea, che ebbero notevole tra le famiglie de Vicomercato, de Caromano e de Bevulco sul territorio descritto. Aim of this paper is to investigate the events of three families from the rural aristocracy of Brianza, and Vimercate, mainly along the Adda river. In particular we tried to summarize de Vicomercato, de Caromano and de Bevulco families' main business in the described territory.

Signori e mercanti nella Sardegna tardo-medievale

Agricoltura, lavoro, società. Studi sul medioevo per Alfio Cortonesi, a cura di I. Ait, A. Esposito, Clueb, Bologna, 2020

Pinuccia F. Simbula, Alessandro Soddu, Signori e mercanti nella Sardegna tardo-medievale, in Agricoltura, lavoro, società. Studi sul medioevo per Alfio Cortonesi, a cura di I. Ait, A. Esposito, Clueb, Bologna 2020, pp. 629-665 ISBN 978-88-491-5685-0

Modelli culturali e pratiche di potere nelle corti meridionali del Tardo Medioevo: gli esempi di Anna Colonna e Isabella d'Aragona, in Isabella Chiaromonte di Copertino regina di Napoli, a cura di P. Corsi e M. Greco, Soleto (Lecce) 2017.

In questi ultimi anni c'è stato un crescente interesse della ricerca storica sulle relazioni tra donne e potere, che ha prodotto una serie di saggi e monografie particolarmente ricca per il tardo Medioevo e il Rinascimento, periodo per il quale chi si occupa di storia degli Stati finisce con l'imbattersi inevitabilmente in donne di governo, regine, principesse o esponenti dell'alta aristocrazia, spesso nelle funzioni di reggenti in luogo di re o principi assenti, minori o inabili 1 . Molti saggi hanno indagato su spazi e forme della partecipazione delle donne alla sfera pubblica, sul ruolo e sull'influenza che l'esercizio delle loro prerogative politiche, propriamente praticate o ufficialmente delegate, ha avuto sulla struttura e sulla cultura della corte, evidenziando «come, per far funzionare gli ingranaggi della monarchia, i ruoli maschili e femminili si integrassero e completassero e come le donne avessero capacità di sostenere conflitti, di animare resistenze e promuovere istituzioni» 2 . Lungi dall'essere esaustiva la ricerca riconosce come «il metodo di studiare singoli esempi» resti ancora una delle strade più percorribili per giungere a una riflessione più meditata e consapevole sulla pluralità delle forme del potere femminile nel Mezzogiorno medievale 3 .

Raffaele Iula, Napoli 1497: Federico I e i carlini della "magnanimità aragonese", in "Il Giornale della Numismatica on-line" del 12/10/2016.

NAPOLI 1497: FEDERICO I E I CARLINI DELLA "MAGNANIMITÀ ARAGONESE" (di Raffaele Iula) | La zecca partenopea, così come la città di Napoli, capitale dell'omonimo Regno, visse uno dei periodi più floridi ed intensi durante la dominazione, in Italia Meridionale, della Casa di Aragona. Grazie alla dinastia iberica, infatti, Napoli scopre un'autonomia politica ed economica che portò, nella maggior parte dei casi, all'accrescimento della ricchezza del Reame. Sul finire del XV secolo, però, la potenza aragonese fu messa in discussione principalmente da due fattori: le pretese politiche dei sovrani francesi Carlo VIII e Luigi XII e le rivolte baronali interne che avevano come fine ultimo il rovesciamento del re per sancire l'autonomia amministrativa, e in alcuni casi anche territoriale, della nobiltà locale. Il tracollo definitivo della Casa aragonese napoletana si ebbe sotto il regno di Federico d'Aragona, convenzionalmente conosciuto con il numerale I, il quale governò dal 1496 al 1501. La situazione che egli dovette fronteggiare durante il suo breve regno fu caotica, ma storicamente molto interessante: infatti, quando Federico salì al trono dopo la morte del nipote Ferdinando II (1495-1496), figlio di Alfonso II (1494-1495), che era a sua volta fratello del Nostro, ereditò dai suoi predecessori uno Stato in piena crisi politica. Il pericolo maggiore proveniva dalle fila della nobiltà locale: molte di queste famiglie erano rimaste fedeli agli Angioini e approfittavano di ogni pretesto per creare problemi alla dinastia aragonese. Così, nel 1485 sotto il regno del padre Ferdinando I (1458-1494), i baroni,

“I Saragona: una famiglia di mercanti alle Botteghe oscure tra XIII e XVI secolo”, in Gli Orsini e i Savelli nella Roma dei papi, Atti del Convegno (Roma, 9-10 giugno 2016), a cura di C.Mazzetti di Pietralata e A.Amendola, Cinisello Balsamo 2018, pp. 65-81

Severi uomini d' arme, instancabili viaggiatori, accorti diplomatici, mecenati alla ricerca di visibilità, appassionati collezionisti in instabile equilibrio tra matura consapevolezza intellettuale, antica protervia e progressivo indebolimento politico e finanziario: nel passaggio di alcune generazioni gli Orsini e i Savelli, due delle famiglie baronali romane tra le più antiche, si trovano a dover mutare da feudatari a uomini di corte, da signori arbitri del destino delle proprie terre ad attori, a tratti protagonisti, nel gioco delle corti sul più vasto scacchiere europeo. Il volume raccoglie i frutti di un progetto triennale di ricerca ad ampio raggio sulle due famiglie, in dialogo con studi limitrofi sull' argomento e a confronto con altre realtà italiane. Committenze laiche ed ecclesiastiche, collezioni d' arte, pubblicistica e storiografia trovano spiegazione nella ricostruzione del contesto storico e familiare in un lungo arco cronologico, grazie ai risultati di un' accurata indagine sulle fonti d' archivio e sulle opere. Nel volume si tratta di architettura, di dipinti ed affreschi, di arazzi e argenterie, di libri, stampe, reliquie e curiosità, secondo una lettura che tiene saldo il filo delle vicende familiari nello specchio del tempo come chiave per comprenderne le ragioni e le dinamiche, procedendo per cerchi concentrici, da Roma ai feudi, dall'Italia alle grandi corti europee. Arte e mecenatismo di antichi casati dal feudo alle corti barocche europee GLI ORSINI E I SAVELLI NELLA ROMA DEI PAPI Arte e mecenatismo di antichi casati dal feudo alle corti barocche europee GLI ORSINI E I SAVELLI NELLA ROMA DEI PAPI Arte e mecenatismo di antichi casati dal feudo alle corti barocche europee 9 788836 637751

F. PISERI, «Vol più ponti a fare uno mercatante che un dottore de leggi». La professionalizzazione del mercante-rationator nel Rinascimento italiano, in «La Scuola Classica di Cremona. Annuario dell’Associazione ex alunni del Liceo-Ginnasio “D. Manin”», 20 (2012), pp. 213-233.

Nelle pagine seguenti verranno esposte, attraverso lo studio della trattatistica del tempo, le competenze teoriche, matematiche e contabili raggiunte da chi, nella seconda metà del Quat trocento, esercitava ai più alti livelli l'attività di mercante/banchiere. 1 Questa delimitazione del campo di ricerca ai grandi operatori è dovuta alla ricchezza di fonti che ci hanno lasciato e all'ab bon danza della letteratura scientifica che ha analizzato sotto vari punti di vista la loro attività. La scelta di abbinare a un saggio che si concentra sulla figura del contabile nell'antichità queste osservazioni sulle competenze dei mercanti del tardo Medioevo ha una ragione ben precisa: questi attori sociali condividono, in diversi momenti e contesti, alcuni aspetti del percorso formativo e professionale degli specialisti della contabilità di cui si è parlato nel lavoro di Filippo Ledda. Sin dall'inizio del XIV secolo, questo iter è definito dagli autori dei trattati di matematica pratica in funzione della pratica della mercatura ed è quindi pensato principalmente per chi la esercita. I percorsi educativi iniziano con l'apprendimento dei saperi professionali imprescindibili e dunque con l'abaco; un costante tracciato di formazione informale nasce per il mercante/banchiere e per gli operatori finanziari, ma non esclude chi 213 1 Per una più ampia definizione dell'oggetto della ricerca rimando a un altro lavoro che è nato parallelamente a questo: F. PISERI, La formazione e la professionalizzazione del "corpo mercantesco" nel XV secolo, destinato ad essere pubblicato nel volume in preparazione a cura di M. MORANDI, dal probabile titolo Formare alle professioni. Commercianti e contabili. Il volume, frutto della rielaborazione dei materiali originati dal seminario svoltosi a Pavia il 16 aprile 2010, presso il Collegio Ghislieri, come ricordava Monica Ferrari, è legato al percorso di riflessione sulla "Storia pedagogica delle professioni", titolo di una serie di volumi dedicati a questo tema presso la casa editrice FrancoAngeli di Milano, serie di cui sono responsabili Egle Becchi e Monica Ferrari.