Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al contemporaneo, a cura di Matteo Fochessati in collaborazione con Anna Vyazemtseva (original) (raw)

Nostalgia, sentimento antico della modernità

Dopo aver scritto sulla meraviglia, sulla malinconia e altri sentimenti o stati d'animo filosofici, passare a trattare della nostalgia è quasi inevitabile. Qui si esaminano fonti letterarie, filosofiche, psicologiche, e riferimenti artistici, che possono aiutare a farci un quadro attendibile e articolato di uno stato d'animo così complesso. Sentimento antico e pressoché originario delle letterature europee , esso assume il suo nome usato in più lingue in età moderna, probabilmente non senza motivi. Del resto anche "utopia", il suo apparente contrario, è termine moderno...

"Una nostalgia che mormora sempre...". Memoria, storia ed esperienza del tempo nella narrativa di Enrico Palandri

Alla fine di Pier. Tondelli e la generazione 1 Enrico Palandri definisce il volume come un misto tra romanzo e testimonianza, e collega la scelta per questa forma ad una delle caratteristiche precipue dell'esperienza generazionale evocata nel volume, un'esperienza in bilico tra la visione ancora globale della storia che avrebbe caratterizzato la generazione precedente (visione globale, o visione in cui comunque la possibilità di istituire rapporti fra prospettiva personale e prospettiva globale -siano pure di natura conflittuale -pareva scontata), e la prospettiva completamente frammentaria delle generazioni successive, avvezze all'assenza di legami fra progetti collettivi e vita individuale. Sono considerazioni che (come molte altre contenute nel corso del libro) costituiscono una specie di autoritratto in uno specchio convesso, dal momento che nelle affermazioni di Palandri sulla figura di Pier Vittorio Tondelli e sui significati che la sua opera è andata assumendo nel corso degli anni si possono cogliere in filigrana altrettante dichiarazioni di poetica, dense di implicazioni e di chiavi di lettura per la narrativa di Enrico Palandri stesso. Più in particolare (e sarà questa la traccia del presente contributo), le riflessioni nell'ultimo capitolo di Pier mettono in luce quanto sia importante, per la rivisitazione di una parabola generazionale come quella evocata nel volume, concentrarsi sui rapporti aggrovigliati fra storia e memoria, fra ricostruzione storico-contestuale e esperienza viva del tempo. Nella narrativa di Enrico Palandri si trova una campionatura particolarmente ricca di situazioni narrative in cui l'esperienza del tempo -e in particolare la memoriaoccupa una posizione centrale, e in cui l'attività mnemonica dei protagonisti, in apparenza orientata soprattutto verso la sfera individuale, si collega anche, in maniera non sempre manifesta, ad un contesto storico più ampio (o, per essere più precisi, a certi modi di concepire il rapporto fra esistenza individuale e contesto storico).

Nostalgia. Iconografia di un sentimento

Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo, 2024

Nel 1688 lo studente di origine alsaziana Johannes Hofer si laureò in medicina a Basilea discutendo la tesi su una patologia sino ad allora ignorata, per la quale coniò una nuova definizione: nostalgia, ossia la "tristezza ingenerata dall'ardente brama di ritornare in patria". Attraverso le suggestioni formali e iconografiche di un percorso artistico che parte dal Rinascimento e approda ai giorni nostri, si raccontano qui le diverse espressioni della nostalgia e se ne ricostruisce la storia. Si documentano così archetipi e protagonisti di questo disturbo medico che progressivamente si è trasformato in un sentimento ambivalente e contraddittorio, individuale e collettivo, presente nella storia dell'umanità sotto tutte le latitudini geografiche e culturali.

L'esperienza di «Memoria» fra invenzione e innovazione, in Storiche di ieri e di oggi. Dalle autrici dell'Ottocento alle riviste di storia delle donne, a cura di Maura Palazzi e Ilaria Porciani, Roma, Viella, 2004

Con «Memoria» ho intrattenuto, e di sicuro intrattengo, un rapporto affettivo. Il mio non sarà quindi un resoconto distaccato di quella che è stata l'esperienza di questa rivista nel corso degli anni, né di certo una riflessione improntata «alla separazione dell'affettività e del segno, dell'emozione e del suo teatro». 1 Toccherà probabilmente ad altri, scevri da ricordi e nostalgia, fare la storia del valore di «Memoria. Rivista di storia delle donne», così come ricostruire le tappe della sua incidenza nel panorama culturale italiano e internazionale. Le mie saranno piuttosto osservazioni occasionali, frammenti di un percorso esistenziale (della rivista e mio).

Il romanzo come Forma Patetica della Nostalgia

Un'invenzione romanza: il romanzo e le sue trasformazioni nelle letterature medievali e moderne, 2020

Some aspects emerging from the reading of two fundamental works of the European literary canon (Don Quixote, Madame Bovary), make it possible to observe that nostalgia is a crucial feature (maybe the crucial feature) on which the novelistic idealization of human experience is actually based. It also seems that the nostalgic idealization of a mythical past represents the very foundations of the Romance as a genre since its medieval origins, as Chrétien de Troyes openly explains in the prologue of his Chevalier au lion. Accordingly, the Novel as genre (that is as a social practice which includes within its conceptual system all the authors, the readers and everything it aims to describe, hence everything and much more than everything), looks like a plastic monumentalization of the very concept of Nostalgia, eventually its actual Pathosformel.

Busi G., Greco S. (2022), Amarsi. Seduzione e desiderio nel Rinascimento. Il Mulino: Bologna.

Il Mulino, 2022

Nelle piazze e nei palazzi del Quattro e del Cinquecento va in scena il gioco della seduzione. Come si esprime, come si accende e cosa mai può spegnere un amore rinascimentale? Dalle ninfe avvenenti di Botticelli alle Veneri discinte di Tiziano, da Marte seduttore ai gentiluomini in impeccabili abiti di velluto nero, questo libro mette davanti ai nostri occhi un’epoca sfarzosa impregnata di lusinghe amorose. Scrittori, poeti, incartamenti processuali, cronache cittadine sono le porte d’accesso da cui si dipartono i sentieri del desiderio; muovendoci tra dipinti, statue, corti, studioli di eruditi, alcove, lettere d’amore, facendoci largo con spade, fiori, sospiri e borse d’oro, riusciamo a catturare tutto quel che resta dell’amore delle donne e degli uomini del Rinascimento, là dove si intesse la trama della società, si vive, si festeggia, fra trasporti carnali e richiami alla virtù. Andremo alla scoperta dei legami leciti e delle passioni clandestine, dell’amore che punta al potere e del potere che seduce e trasforma. Nelle relazioni fra donne e uomini, in quelle omoerotiche, tra ceti sociali diversi, le strategie del corteggiamento si affinano e si moltiplicano. Giulio Busi, esperto di mistica ebraica e di storia rinascimentale, insegna Giudaistica alla Freie Universität di Berlino. Collabora alle pagine culturali del «Sole 24 Ore». Tra i suoi numerosi libri segnaliamo, per il Mulino, Indovinare il mondo. Le cento porte del destino (2021) e Uno. Il battito invisibile (2022). Silvana Greco è docente di Sociologia del giudaismo presso la Freie Universität di Berlino e professore associato di Sociologia alla Technische Universität Dresden. Tra i suoi ultimi libri: Il sociologo eretico: Moses Dobruska e la sua «Philosophie sociale» (1793) (Giuntina, 2021) e Il Rinascimento parla ebraico (con G. Busi, 2019).

Mossi dalla nostalgia- Il melodramma dal romanzo vittoriano a Mad Men

L'elaborato si propone in breve di seguire nel tempo la riproposizione di medium in medium attraverso processi di traduzione mediale della struttura del melodramma già presente nel romanzo vittoriano. Questa operazione avverrà seguendone l'evoluzione attraverso una delle serie di maggiore successo negli ultimi anni : Mad Men. Sfruttando le riflessioni di critici come Rooney e Brooks si cercherà di dimostrare come la nostalgia per un posto lontano e per un locus amoenus identificato in un passato spesso mai vissuto non sia solo tipico della condizione postmoderna ma sia invece un residuo della traduzione mediale del melodramma sfruttando anche le riflessioni di studiosi come Elsaesser e Tudor.