Spigolature lessicali dalle lettere dalla Garfagnana di Ludovico Ariosto, in «Giornale di Storia della lingua italiana», III, 1 (2024), pp. 27-56. (original) (raw)
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L'articolo, derivato dalla relazione di uno dei convegni celebrati in onore di Gianfranco Folena per il centenario della sua nascita, prende le mosse da uno dei suoi saggi più famosi ("Geografia linguistica e testi medievali") e si concentra su alcune prime attestazioni semantiche o semanticamente innovative di Folena nell’àmbito della terminologia degli studi linguistico-filologici italiani, come "cronotopo" o "diasistema".
«Studi di grammatica italiana», 2015
The paper presents the pubblication of the unknown and incomplete grammar of Giovanbattista Strozzi the Younger (1551-1634), discovered in the manuscript Magl. IV.30, preserved in the National Library of Florence (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), which contains the oldest witness in the transmission of the Strozzi’s «Osservationi intorno al parlare, e scrivere toscano», composed in 1583, edited in the 1630-34). The comparison between the «Osservationi» and the grammar founded in the Magl. IV.30, titled «La lingua volgare si può ridurre in regola come la latina, et la greca, et altre», lets us to attribue it to Strozzi. In fact, in Strozzi’s «Osservationi» some deviations from the grammatical rules fixed by Bembo and by other grammaticians are acceptable in the spoken vernacular of Florence: it can be observed that in the chapter concerning the articles («il», «el») Strozzi distinguishes the colloquial register of the speaking from the informal one. Moreover, the author actually included in this work some of the questions discussed in the florentine Alterati’s Accademy, which attended to have the ruling position in the literary environment, not only in Florence, but also in the rest of Italy in the last part of the XVI century. The examination of all these documents shows that their studies and attempts to codify Tuscan language had been made according to the method of Vincenzio Borghini who blazed the trail for his successors (some of Alteratis’ members) in textual criticism. ************************************************************************* Nel saggio vengono pubblicati i capitoli superstiti di una grammatica fiorentina, ritrovata fra le carte del ms. conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, contenente il più antico testimone delle «Osservationi intorno al parlare, e scrivere toscano» approntate da Giovanbattista Strozzi nel 1583. L’attribuzione del testo, che presenta il titolo «La lingua volgare si può ridurre in regola come la latina, et la greca, et altre», all’autore delle «Osservationi» ed esponente di primo piano dell’Accademia degli Alterati è motivata non soltanto dalle similarità fra le due grammatiche tramandate dal codice Magl. IV.30 (per esempio, l’articolo «el»), ma anche dalle notizie ricavabili dai manoscritti di questo cenacolo dei dotti, che svolse un ruolo significativo nella vita culturale fiorentina e italiana del tardo Cinquecento. In base ai documenti esaminati si può affermare che la grammatica, pervenutaci soltanto nelle parti sulle «lettere» e sul «nome», doveva essere scritta nel periodo iniziale dell’attività degli Alterati (1572 ca.), quando i suoi giovani accademici furono invitati da don Vincenzio Borghini a stendere «le regole, le prime, pure e semplici» per l’insegnamento primario della lingua volgare.
Spigolature tardoantiche e medievali alla luce di due pubblicazioni
Lo scopo principale di questa sintetica nota è quello di segnalare due pubblicazioni recenti che, sebbene molto diverse, hanno dei tratti in comune, perché si occupano, secondo finalità differenti, di temi e questioni che hanno una lunga e documentata storia dal periodo tardoantico al medioevo. Inizio con il primo volume che, in realtà, è una ristampa in un unico tomo dell'edizione pasqualiana del Virgilio nel Medioevo di Domenico Comparetti (1835-1927) 1 a cura di Luni Editrice 2 ; sin da subito va dato atto del "coraggio" di questo editore per aver ristampato -tra le altre cose, in una veste tipografica assai pregevole ed elegante -quello che, secondo Giorgio Pasquali, «fu il primo e rimase il solo libro italiano di filologia classica per tutto il secolo XIX» 3 . Difficile dare torto a Pasquali, se si tiene conto dell'importanza e della fortuna di quest'opera che Comparetti -eletto nel 1891 anche Senatore della Repubblica e, forse lo ricordano in pochi, bisnonno di Don Lorenzo Milani, oltre che, ovviamente, uno dei "padri" della papirologia italiana, insieme a Giacomo Lumbroso e, soprattutto, 1 Per un'utile panoramica d'insieme sull'intensa attività papirologica di Comparetti
b i b l i o t e c a d i c r i t i c a e l e t t e r a t u r a Xl volume pubblicato con i fondi miur per la ricerca scientifica (prin 2003) isbn 978-88-8965-412-5 © adriatica editrice 2007 via andrea da bari, 119/121 -70121 bari tel./fax 0805235640 www.adriaticaeditrice.it Prefazione la storiografia letteraria e la storiografia filosofica hanno determinato con sufficiente ricchezza di motivazioni e di particolari, ma anche di suggestioni e interrogativi che attendono ulteriori risposte, quella che può continuarsi a considerare la crisi dell'umanesimo, più o meno lunga a seconda della prospettiva con cui si guarda ai risultati, e a quali risultati, della trasformazione che quella crisi, come tutte le crisi, era destinata a produrre. la fine del medioevo, come la storiografia socio-politica preferirebbe chiamare il trapasso dal quattro al cinquecento e l'inizio dell'età moderna, sembra più evidente e meno sfumata di quanto non indichi il concetto di crisi dell'umanesimo, se consideriamo fattori come la formazione degli stati, il rilancio delle lingue nazionali, la nuova configurazione dell'istituto imperiale ed ecclesiastico. ma ci sono aspetti, in questi decenni di sicura trasformazione, che la storiografia abituata a trattare i grandi eventi e i grandi movimenti di cultura non può raggiungere se non superficialmente, e che l'erudizione più minuta raggiungeha anzi raggiunto -, ma deve spesso accontentarsi di un carattere frammentario, quale ha generalmente lo studio delle manifestazioni antropologiche e del livello più elementare della formazione intellettuale come l'apprendimento scolastico della lingua. quest'ultimo in particolare, che ha interessato la presente ricerca, ha una durata ben più lunga dei fenomeni investiti dalle grandi vicende economiche e politiche e dalle ideologie. eppure è interessante, e certamente metodologicamente proficuo, avvicinare la lente d'ingrandimento ad un luogo circoscritto come napoli, ad un momento circoscritto come quello 12 cfr. g. pontano, Dialoghi, a c. di c. previtera, firenze 1943, p. 34. 13 ivi, p. 36.
Il Liber magne curie, conservato presso l'Archivio di Stato di Mantova, fu redatto nel 1340, in occasione dei grandi festeggiamenti organizzati dai Gonzaga per celebrare il potere raggiunto con quattro matrimoni familiari e con l’investitura di ventiquattro nuovi cavalieri: un susseguirsi di banchetti, tornei e bagordi, canti e balli, durati otto giorni. Il documento è costituito da due elenchi. Il primo è l’inventario dettagliato di tutti i doni ricevuti, il secondo è la nota delle spese sostenute dai padroni di casa per i doni da distribuire ai nuovi cavalieri e agli ospiti illustri, per l’organizzazione dei festeggiamenti e per ospitare i numerosi invitati e il loro seguito. Il volume contiene la riproduzione fotografica completa delle 18 carte che costituiscono il Liber, corredata dalla trascrizione integrale e da un elenco lessicale a cura di Daniela Ferrari. Il ricco corpus documentario è preceduto da saggi introduttivi di Federico Arduini e Daniela Ferrari e da tre “glossari ragionati ” e illustrati dei termini sconosciuti e più controversi nel campo dei tessili, dell’oreficeria e dell’alimentazione, scritti da specialisti in ognuno dei tre settori, insieme ai relativi saggi storici: Chiara Buss, Chiara Maggioni e Enrico Carnevale Schianca.