SALADINO TRA STORIA E LEGGENDA (original) (raw)

Breve saggio sul sultano più conosciuto d'Occidente È generalmente diffusa l'opinione che la memoria dei mediorientali sia lunga e che, sebbene le crociate possano essere state dimenticate da noi, in Occidente, sono tuttora ricordate bene nel luogo in cui avvennero. Questa è un'affermazione falsa: la verità è che nel mondo islamico sono state virtualmente ignote fino a un secolo fa. A dimostrarlo è anche la consapevolezza che il termine arabo «crociata» (harb al-salib) è stato introdotto in quella lingua soltanto alla metà del XIX secolo. Stesso destino, quindi, è toccato al temibile e ammirato Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf b. Ayyūb b. Shādī b. Marwān: il suo nome reale "Yūsuf" segue quello di "Ṣalāḥ al-Dīn" che rappresenta un laqab, ovvero un epiteto descrittivo che significa "integrità della fede". Se per gli europei, quindi, i pellegrinaggi armati in Terrasanta sono stati da sempre importanti, per il mondo musulmano hanno rappresentato solo un evento minore, quasi insignificante. Poco ha differenziato quelle battaglie combattute dal grande sultano da qualsiasi altra guerra contro gli infedeli. Si deve attendere il XX secolo per vedere radicalmente mutare la percezione islamica della storia locale. In questo caso le campagne di Terrasanta sono state finalmente sottratte all'oblìo e, a causa del crollo dell'impero ottomano, le potenze coloniali dell'Occidente hanno portato nei paesi mediorientali il concetto di crociata. Solo allora è stato nuovamente presentato ai musulmani il Saladino, un eroe pressoché dimenticato dal momento che, nonostante i suoi successi sono stati davvero rilevanti, la sua dinastia è durata poco e le sue conquiste sono state erose dalla "spedizione dei re". Tutt'altro destino ha avuto in Occidente: la memoria delle imprese leggendarie di questo "nemico" è sopravvissuta coinvolgendo gran parte della letteratura del medioevo e dei secoli successivi. Il suo mito è ancora vivo al punto che possiamo definire Saladino, a distanza di otto secoli dalla sua morte, un vaso di terracotta malleabile che giace ancora sul tornio, un mosaico incompleto le cui tessere devono essere poste nei punti esatti, oppure-per mutuare una frase dello storico Franco Cardini-un eroe per tutte le stagioni. Tutt'oggi, della sua vita e del suo atteggiamento, si sa ben poco. Alcuni storici lo descrivono come un sovrano tollerante e magnanimo, altri come un feroce e crudele nemico, altri ancora come un regnante equo che usa la spada con i malvagi e il perdono con i giusti. Tre linee di giudizio, quindi, che si intrecciano tra loro e che qualche storico contemporaneo riassume in tre parole: il nemico, il cavaliere e il saggio. Saladino, quindi, è un protagonista del XII secolo ancora oggi difficile da interpretare al punto che i dibattiti e i confronti tra gli storici dell'Occidente non solo sono di grande attualità bensì sono destinati ad aumentare di anno in anno. Il mio lavoro si sofferma principalmente su quest'ultimo terreno di studio. Bisogna sottolineare, però, che risulta alquanto difficile poter raggruppare, nella loro interezza, tutte le testimonianze che, nel corso dei secoli, si riferiscono a Saladino. Il personaggio, infatti, ha suscitato talmente grande interesse che possiamo sostenere come tutt'oggi vi siano ancora numerose documentazioni che attendono di essere scoperte. Ho ritenuto, pertanto, prendere in considerazione sia le fonti primarie sia quelle secondarie che, a mio avviso, appaiono maggiormente significative per capire l'evoluzione storiografica di un personaggio di questo calibro e complessità. Ho suddiviso la ricerca in tre distinti capitoli: i "contemporanei", composto dai paragrafi delle cronache arabe e cristiane; la "leggenda di Saladino" con le fonti a lui ostili, quelle maggiormente benevole, i racconti fantasiosi e la produzione letteraria moderna; la Francesco Iermito (2014)