Book Review: URSULA KIRKENDALE, Georg Friedrich Händel, Francesco Maria Ruspoli e Roma, revisione di Warren Kirkendale, traduzione di Giorgio Monari, Lucca, LIM, 2017 («Saggi Ruspoli», I), XXVI-228 pp. (original) (raw)

Georg Friedrich Händel, Francesco Maria Ruspoli e Roma [Italian]

Strenna dei Romanisti, 2020

The article examines the first Italian translation of Ursula Kirkendale's studies about Handel's Roman years and how influential her work has been until now - Prince Ruspoli Musical and Musicological Prize being one of its most welcome effects. The translation was issued by LIM in 2017 and it is a thoroughly revised and updated version of the groundbreaking writings by Ursula Kirkendale, carefully commented by her eminent husband Warren Kirkendale. Moreover, the article proposes a new answer to an old question: why biographers (before Ursula Kirkendale) did not say much about the composer's Roman years and his departure from the Eternal City.

Georg Friedrich Händel, Claudio Monteverdi (Orchestra Roma Sinfonietta; direttore: Fabio Maestri; cantanti: Angela Nisi, Roberto Jachini Virgili, Roberto Abbondanza; regia: Cesare Scarton; Compagnia GDO / E.Sperimenti Dance Company), Roma, Auditorium "Ennio Morricone", 25 febbraio 2015

PROGRAMMA: GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685 – 1759) Concerto grosso op. 6 n.5 in Re Maggiore per archi e continuo (Larghetto e staccato), Allegro, Presto, Largo, Allegro, Menuet Suite III in Sol Maggiore da Water music per flauto, archi e continuo (Menuet), Rigaudon, Menuet, (senza indicazione) Suite in Re Maggiore da Water music per tromba, archi e continuo Ouverture, Allegro, Arie, (senza indicazione), March CLAUDIO MONTEVERDI (1567 – 1643) da Concerto. Settimo Libro de Madrigali: Se i languidi miei sguardi («Lettera amorosa a voce sola») testo di Claudio Achillini Sinfonia da Madrigali guerrieri et amorosi […] Libro ottavo: Il Combattimento di Tancredi e Clorinda Fabio Maestri direttore Angela Nisi soprano Roberto Jachini Virgili tenore Roberto Abbondanza baritono Cesare Scarton regia Compagnia GDO / E.Sperimenti Dance Company diretta da Patrizia Salvatori Stefano Otoyo, Tancredi Karen Fantasia, Clorinda Daniele Toti, coreografia Noemi Intino, costumi ORCHESTRA ROMA SINFONIETTA violini I Prisca Amori, Daniele Viri, Alberto Caponi violini II Gabriele Benigni, Giancarlo Ceccacci, Elena Centurione viola Gianfranco Russo violoncello Andrea Lattarulo violone Fabrizio Cardosa flauto Laura Pontecorvo tromba Andrea Di Mario clavicembalo Fabio Maestri

L'Amadigi di Gaula di Händel: soggetto spagnolo, drammaturgia francese e opera italiana sulle scene inglesi, «Historias Fingidas», 5 (2017), pp. 145-165.

Nell'opera di Händel Amadigi di Gaula (1715) si combinano elementi di diverse culture europee: un soggetto spagnolo ricavato dal romanzo cavalleresco Amadís de Gaula di Montalvo; un impianto dram-maturgico francese, basato sull'opera Amadis de Grèce di La Motte; un genere teatrale italiano, concepito per il pubblico inglese. Oltre a illustrare alcuni effetti di tale sinergia di elementi (narrativi, spettacolari, estetici), nel contributo si discutono le opere seicentesche basate sul romanzo spagnolo, l'assenza del soggetto nella produzione operistica italiana, e la scelta del libretto francese come testo fonte di Amadigi. Infine, analizzando le modifiche apportate alle sezioni chiave dell'opera francese, i divertissements, nell'opera italiana, si riflette sulle peculiarità delle relative poetiche drammaturgiche. Handel's opera Amadigi di Gaula (1715) combines elements of various European cultures: a Spanish subject derived from the chivalric novel Amadís de Gaula by Montalvo; a French dramaturgy, based on La Motte's Amadis de Grèce; an Italian theatrical genre, conceived for the English audience. In addition to showing some of the effects of this synergy of elements (narrative, spectacular, aesthetic), this paper discusses the seventeenth-century operas based on the Spanish novel, the absence of the subject in Italian opera production, and the choice of the French libretto as source text for Amadigi. Finally, analysing the changes made to the key sections of the French opera (divertissements) in the Italian one, the article reflects on the peculiarities of the two dramatic poetics.

Thomas Hudson, "Georg Friedrich Händel", in Farinelli ricordato & un musico disvelato, cat. della mostra a cura di F. Berti, A. Bruschi, Firenze, 2003, pp. 29-31

Matita nera con rialzi eli sanguigna su carta grigia, mm. 190 x 135 In basso iscrizione: "George Frederick Handel" Firenze, Collezione privata Tra i maggiori compositori di tutti i tempi, Georg Friedrich Hiindel (1685-1759), brillantemente raffigurato nel disegno che presentiamo, è un personaggio in qualche modo legato sia a Firenze che agli evirati cantori. Già nell'agosto del 1706 Handel visita la nostra città su invito di un "principe" di casa Medici, spesso erroneamente identificato con il Gran Principe Ferdinando. L'amore per la musica del primogenito di casa Medici, infatti, ha fatto spesso sottovalutare il medesimo sentimento del fratello minore, Gian Gastone, destinato a diventare l'ultimo granduca della sua nobile stirpe. Come noto, per distrarsi da una situazione coniugale decisamente infelice, dalla residenza di Reichstadt il Medici si recò più volte fin dal primo anno di matrimonio in visita a varie corti tedesche, spingendosi poi fino a Parigi, ove incontrò la madre Margherite-Louise che non vedeva dall'età di quattro anni. In uno di questi viaggi, ad Amburgo, nel 1705, assistette a una rappresentazione dell'Almira e conobbe Handel, del quale rima-

Recensione a IL RUOLO DELLA SCUOLA nella tradizione dei classici latini. Tra Fortleben ed esegesi. Atti del Convegno Internazionale (Foggia, 26-28 ottobre 2016), a cura di Grazia Maria Masselli – Francesca Sivo

E-Review annuale dell'Officina di Studi Medievali 19 (gennaio-dicembre 2017), pp. V-IX Mediaeval Sophia 20 gennaio-dicembre 2018 SoMMario Studia Armando BiSanti, Fortuna dell'"Alda" di Guglielmo di Blois fra il XII e il XIII secolo: commedie elegiache, fabliaux e romanzi cortesi 1 Sabrina CriMi, Gli Annales Januenses di Caffaro: il manoscritto 2 Qq H 23 della Biblioteca Comunale di Palermo 63 Fr ançoise Dejoas, Castello di Delia: riflessi di un'alta società del XV secolo 75 Gabriele esposito, L'esercito bizantino nell'Alto Medioevo: organizzazione, equipaggiamento e tattiche 91 Salvina Fiorilla, Il cavaliere dormiente di Ispica. Un'opera d'arte quattrocentesca ritrovata 129 Emilia Maggio, Undoing the Myth of the Polizzi "Iside" 143 Francesca sivo, Il potere della parola alle donne: Dhuoda e Ildegarde, scrittrici per fede 157 poStille Roberta Bonfanti, Palermo medievale nelle pubblicazioni dell'Officina di Studi Medievali

Paolo Cornaglia, I giardini del Palazzo Reale di Budapest, in Vincenzo Cazzato, Sebastiano Roberto, Mario Bevilacqua (a cura di), La Festa delle Arti. Scritti in onore di Marcello Fagiolo per cinquant’anni di studi, Gangemi Editore, Roma 2014, II vol. pp. 934-939.

n luogo dove la Corte non vuole e non può soggiornare": nonostante la perentoria affermazione 1 dell'imperatrice Maria Teresa in merito al palazzo, voluto dalla nobiltà ungherese fedele agli Asburgo e realizzato su progetti di Jean Nicolas Jadot de Ville Issey (1710-61) a partire dal 1749 2 , già durante il suo regno viene realizzato un giardino terrazzato ai piedi della facciata rivolta al Danubio (attuale sito della statua di Eugenio di Savoia), affidato alle cure del progettista Joseph Georg Tille, come documentato da Gábor Alföldy 3 . Due disegni, già discussi da Kristóf Fatsar 4 , datati novembre 1789, illustrano la fisionomia di quest'area: un impianto quadripartito definito dall'incrocio di due viali alberati, con un padiglione (Lusthaus) leggermente rilevato sull'angolo del terrazzamento. In una versione gli alberi appaiono potati a tronco di cono, nell'altra appaiono a crescita più libera, con al centro un secondo padiglione ottagono, che risulta demolito proprio nel 1789. Al 1792 risale la costruzione di una casa per il giardiniere 5 , mentre agli ultimi anni di presenza del Palatino Alessandro Leopoldo viene assegnata la realizzazione di un giardino di tipo paesaggistico sui pendii a sud del palazzo, nei pressi del barbacane circolare (Rondella). Nel tipico gusto del periodo, ancora bilanciato fra esigenze formali e aggiornamenti pittoreschi, l'impianto mescola viali regolari e settori con percorsi sinuosi e colloca nel sito dell'antica porta adiacente al bastione una "casa del contadino" gotica in rovina. L'intervento, documentato da un progetto datato agli anni Novanta del Settecento, compare in un rilievo del 1838 che registra inoltre la costruzione di un'area destinata al pubblico sulle pendici della collina, denominata Ellissi 6 . Il Palatino Giuseppe, esperto botanico e collezionista, arricchì in modo particolare il giardino, affidato alle cure del capo-giardiniere Antal Tost (177?-1849), già attivo a Schönbrunn: nel 1826 gli inventari registrano 2240 specie e varietà, fra cui più di 300 tipi di rose.