F. Sirano-D. Camardo-M. Notomista, La pittura di Ercolano. Stato delle conoscenze e prospettive della ricerca, in A. Coralini, P. Giulierini, V. Sampaolo, F. Sirano (a cura di), Pareti Dipinte. Atti XIV Congresso AIPMA, Napoli-Ercolano, 9-13 settembre 2019, Roma 2024, pp. 807-835. (original) (raw)
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Recent planning for conservation works in two Roman houses on Herculaneum’s Decumanus Maximus – the House of the Bicentenary and the House of Apollo Citaredo – has involved the study of some ancient repairs to the decorative features. In the tablinum of the House of the Bicentenary a fragment of painted plaster had fallen out of the fresco depicting the myth of Daedalus and Pasiphae and it was roughly replaced in antiquity with a piece of red plaster. Similarly, there are several integrations into the wall plaster of the House of Apollo Citaredo, both in the atrium and, in particular, in the tablinum. Some pieces of plaster had fallen out of the east and west walls of the tablinum and were integrated with what Maiuri defined a “vulgar red patchwork”. The analysis of these walls revealed that these lacunae had probably been caused by the series of earthquakes that must have affected the city during its final years before the AD 79 eruption and the decorations of the houses would have required ongoing repairs.
Fin dai primi giorni della sua nomina a soprintendente della Campania, nel 1924, Amedeo Maiuri iniziò a lavorare per creare le condizioni per un grande 1 progetto di scavo nel sito dell'antica Ercolano. Qui, terminata la stagione delle esplorazioni ottocentesche a cielo aperto, la piccola porzione di tessuto urbano antico riportato alla luce con enorme fatica era soffocato da alti muri di conteni-mento, con gli edifici della città moderna che incombevano sul lato Nord dell'area archeologica (fig. 1). Lucidamente egli scrisse che gli scavi di Ercolano non potevano più essere procrastinati a causa del denso e sovrappopolato abitato di Resina che tendeva inesorabilmente ad espandersi sui terreni a valle della città, mentre nessun vincolo e nessuna restrizione di alienabilità e di edificabilità era stata imposta su quei 2 terreni. Questa sua convinzione si concretizzò in un progetto che prevedeva l'allargamento progressivo dello scavo, partendo dalla zona riportata alla luce nel corso dell'Ottocento, fino a raggiungere il limite Est della città antica, utilizzando l'area a Sud del sito come deposito della terra di risulta, così come previsto dal programma stilato dalla Soprintendenza che stabiliva l'occupazione provvisoria di La ricorrenza dei novant'anni dall'inizio degli scavi di Ercolano diretti da Amedeo Maiuri ci ha spinto ha rendere omaggio al maestro dell'archeologia vesuviana con un contributo che ricostruisce le fasi iniziali di questa storica impresa. Il testo è frutto di anni di ricerche eseguite nell'ambito dell'Herculaneum Conservation Project, iniziativa finanziata con fondi del Packard Humanities Institute che si occupa, da oltre quindici anni, della salvaguardia e della valorizzazione dell'antica Ercolano. Si tratta di un'iniziativa che unisce partner pubblici e privati in una proficua collaborazione. Desideriamo ringraziare David e Pamela Packard che l'hanno resa possibile. Hanno saputo creare e valorizzare un team interdisciplinare di giovani specialisti, quasi tutti italiani, senza il quale questo studio non avrebbe visto la luce. Un doveroso ringraziamento va a tutti i colleghi dell'HCP che ci hanno sostenuto ed aiutato in tutte le fasi dei lavori.