Le ceramiche comuni in opus doliare (original) (raw)

Le ceramiche comuni

Gianmartino di Tiriolo. Scavi e ricerche (2014-2018), 2024

Il contributo rende noti i risultati dello studio delle ceramiche comuni provenienti dal sito di Gianmartino di Tiriolo (CZ)

Le ceramiche comuni di Cuma

un fondo piatto di forma chiusa stracotto (tipo olla) di ceramica comune culinaria (CJB16) e un fondo di patina di ceramica a vernice rossa interna (CJB13) di forma indeterminata.

Ceramiche comuni

Pompei. Insula IX 8. Vecchi e nuovi scavi (1879-), di A. Coralini , 2018

Testo di G. Assenti tratto da "Pompei. Insula IX 8. Vecchi e nuovi scavi (1879-)", di A. Coralini; il volume, contiene contributi di D. Albertini, G. Asseni, M. Carra, M. Covolan, A. Curci, D. Esposito, A. Gaucci, M. Giglio, A. Guidazzoli, R. Helg, M.C. Liguori, A. Malgieri, E. Maini, L. Mazzeo, M. Mongardi, S. Morsiani, D. Rigato, P. Rispoli, C. Romano, B. Sassi, S. Sassoli, L. Toniolo, E. Vecchietti.

Le ceramiche comuni: ceramica depurata e ceramica grezza

La Bassa Modenese in età romana, 1997

La ceramica comune comprende, secondo un'accezione ormai adottata dalla maggior parte degli studiosi, una serie di classi ceramiche anche molto diverse tra di loro per caratteristiche tecniche e luoghi di produzione (per cui risulta preferibile parlare in realtà di ceramiche comuni), ma accomunate da una medesima rispondenzaa criteri di funzionalità, ossia ùllizzate soprattutto per la cottura, la preparazione e la conservazione dei cibi e delle sostanze alimentari e per la mensa (1). Tra le ceramiche comuni possono essere annoverate la ceramica depurata (acroma o verniciata), la ceramica grezza,la ceramica a vernice rossa interna, la ceramica afrrcana da cucina e la ceramica a pasta cinerognola (2). La ceramica depurata e Ia ceramica grezza, che qui vengono distinte per comodità di presentazione e consultazione, si caratterizzano sostanzialmente per il diverso grado di depurazione degli impasti utihzzatiper la loro fabbricazione ben depurata, in genere, la prima, con pochi inclusi di piccole dimensioni, mediamente o grossolanamente depurata la seconda (anche a causa dell'aggiunta di degrassanti), con inclusi anche di grosse dimensioni. Per le sue caratteristiche di impasto, che ne aumentano la resistività agli shock termici ed agli urti, la ceramica grezza viene usata preferenzialmente per la cottura degli alimenti, ma anche per la conservazione e, a volte, per la preparazione delle sostanze alimentari. Non si esclude un suo utrhzzo sulle mense, in particolare in epoca tarda. La ceramica depurata viene invece impiegata soprattutto come vasellame da mensa (per contenere e versare sostanze liquide) e da dispensa. Dato il loro carattere prettamente funzionale, si tratta di due classi ceramiche diffusissime in tutto il mondo romano.

Alcune produzioni ceramiche TMI della Messara occidentale

Re-examination of the beaked jug (inventory number C 1648) that was found during the first excavations in Phaistos (probably in the area of the palace) has provided the opportunity to reconsider some ceramics that are characterised by a substantial stylistic negligency in their decoration, and which are typical of the Western Mesara. In this paper it is argued that these ceramics were produced by artisans who worked at the domestic level rather than being integrated into specialized workshops.

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P. Donat, E. Zulini, Ceramica comune: quadro introduttivo, in P. Maggi, F. Maselli Scotti, S. Pesavento Mattioli, E. Zulini, Materiali per Aquileia. Lo scavo di Canale Anfora (2004-2005), Scavi di Aquileia IV, Pasian di Prato (UD) 2017, pp. 159-162

L’impasto bruno”, in Bartoloni et al., Veio,Piazza d’Armi. Materiali ceramici del VII e VI sec. a.C., in M. RENDELI, (ed.), Ceramica, abitati, territorio nella bassa valle del Tevere e Latium Vetus, atti convegno Ecole Française 2003, Collection de l'École française de Rome 425, Rome 2010, 242-247.