Un richiamo boeziano nelle opere del Boccaccio (original) (raw)
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La presenza della Bibbia nelle opere napoletane di Giovanni Boccaccio
Nell'analizzare le presenze bibliche nelle opere giovanili di Giovanni Boccaccio dobbiamo prima di tutto stabilire che questi scritti non nascono con intenti teologici o più largamente scientifici ma con l'unico scopo di dilettare. Si capisce quindi che la Bibbia assume per l'Autore un valore relativo nel tentativo di far brillare la propria cultura multicolore. In più, come vedremo, la Sacra Scrittura non solo non è trattata con il riguardo dovuto ad un testo sacro, ma nemmeno con criteri filologici: abbondano le citazioni di seconda mano, i passi con interpretazione storpiata o addirittura invertita e le contaminazioni con i riferimenti alla religione politeistica greco-latina.
2018
EnglishRelying on the most recent scholarly findings, this essay quickly retraces the presence of the figure of Homer and its meaning in the whole of Giovanni Boccaccio’s literary works. The aim is to ponder the role of the Greek poet in the intellectual biography of Boccaccio, and to better understand the author’s knowledge of Homer in its chronolog-ical development and unfolding. In this chronological survey, a prominent role is played by the recently reemerged Homer’s portrait, which is sketched in the final page of the so-called ‘Toledan Dante’. The essay focuses on the meaning of this fascinating and enig-matic page, in order to formulate a new interpretative hypothesis. italianoIl saggio ripercorre rapidamente l’intera produzione letteraria di Giovanni Boccaccio al fine di riflettere, in prospettiva diacronica e alla luce delle scoperte piu recenti, sulla presenza e sul senso della presenza del poeta greco nella biografia intellettuale del Certaldese e di meglio collocare nel ...
I testimoni del vero. Su alcuni libri in biblioteche d'autore, a cura di Emilio Russo, 2000
I rapporti del Boccaccio con l'opera oraziana, al di là di una pagina dell'Hortis, una nota di Vittore Branca all'edizione dell'Amorosa Visione e pochi altri cenni, non sono mai stati fatti oggetto di attenzione specifica 1 . Si tratta di una circostanza a tutta prima spiegabile in termini abbastanza lineari. A differenza di quanto avviene per altri autori classici, variamente assunti a grandi modelli, quali Ovidio o Apuleio, Virgilio o Stazio, il corpus oraziano non si è rivelato mai una fonte privilegiata per l'immaginario e per i generi boccacciani, e ciò senza nulla togliere all'auctoritas che il Boccaccio indiscutibilmente riconosceva al Venosino, giungendo a tributare parole di grande ammirazione per chi «uomo di altissima scienza e di profonda fu, e massimamente in poesia fu espertissimo» 2 . Eccettuata l'ipotesi, proposta a più riprese da Hollander, di una complessiva esemplarità di genere dell'Orazio satirico per l'autore del Decameron 3 , argomenti e indizi circa una presenza importante del referente oraziano nell'opera del Boccaccio risulterebbero -ancora a quanto è possibile 107 1 A. HORTIS, Studj sulle opere latine del Boccaccio, Trieste, Libreria Julius Dase, 1879, pp. 402-403; V. BRANCA, commento a G. BOCCACCIO, Amorosa Visione, Firenze, Sansoni, 1944, pp. 421-22 (nota ripresa, in forma più scorciata, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, Milano, Mondadori, vol. III, 1974, pp. 586-87); G. PADOAN, commento a G. BOCCACCIO, Esposizioni sopra la Comedia, in Tutte le opere, cit., vol. VI, 1965, p. 828 (che cito dalla ristampa Milano, Mondadori, 1994). 2 Il giudizio è tratto dalla ampia chiosa a Inf. IV, 89, ivi, pp. 198-99. 3 R. HOLLANDER, «Utilità» in Boccaccio's Decameron, in «Studi sul Boccaccio», XV, 1985-86, pp. 215-33: 215-16 e n. 2; ID., The proem of the Decameron: Boccaccio between Ovid and Dante, in Miscellanea di studi danteschi in memoria di Silvio Pasquazi, 2 voll. , Napoli, Federico & Ardia, 1993, vol. I, pp. 423-40: 435; ID., C. CAHILL, Day ten of the Decameron: the myth of order, in «Studi sul Boccaccio», XXIII, 1995, pp. 113-70: 163-66 e n. 100. In tutti i casi Hollander ha corroborato la sua tesi sull'esemplarità oraziana rimarcando la sorprendente identità di parola in incipit (umana/humano) fra l'Ars poetica e il Decameron. Ma sul valore modellizzante dell'Ars nella poetica boccacciana cfr. infra, pp. 111-13. dedurre dall'esegesi e dalla critica più recenti -alquanto esigui se solo paragonati a qualsiasi altro degli autori sopra ricordati.
Boccaccio e la «matta bestialità»
2019
In copertina: Bibliothèque nationale de France, ms. Français 112, f. 239r. Informazioni sul catalogo e sulle ristampe dell'editore: www.ledizioni.it Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Ledizioni.
Boccaccio e l'immagine mimetica
Boccaccio e l'immagine mimetica L'interesse di Boccaccio per le arti visive, palese al livello dei contenuti nel Decameron, per via di una presenza di opere d'arte e artisti che che non ha precedenti in letteratura, è innanzitutto legato allo sperimentalismo letterario dell'autore sulla forma della novella. Ciò risulta evidente da un'analisi comparata fra la novella di Giotto e Forese (VI, 5), in cui Boccaccio spiega al lettore cosa sono e come funzionano le immagini dipinte da Giotto, e la novella di Lidia, Pirro e Nicostrato (VII, 9), una novella che non tratta di opere d'arte o artisti ma incentrata sull'esperienza del vedere.
Revista de Italianística, 2015
A fantasia no Decameron de Giovanni Boccaccio entre fabula e historia, deve medir-se imediatamente com as consequências da estreita relação, estabelecida desde a antiguidade, entre invenção e verdade, dando origem a um texto em que o mundo real dialoga com o maravilhoso e o extraordinário na criação de outros mundos, pelos quais viaja o grupo dos dez narradores. Pode-se verificar ainda como a literatura para Boccaccio, que apresenta sua teoria sobre a escrita em seu Genealogia deorum gentilium é locutio sub figmento capaz de dar vida - por admirável tensão criativa – a um mundo novo de palavras
2013
Si è discusso molto e ancora si discute sullo «svolgimento della grafia» di Boccaccio, per ragioni che ognuno intuisce e che risiedono nel fatto che con Boccaccio siamo di fronte prima di tutto a un autore di cui ci sono arrivate opere in versione autografa e poi a un autore che è stato anche copista di cose non sue. «Svolgimento della grafia» è segmento facilmente riconoscibile del titolo dato da Pier Giorgio Ricci allo studio che, nel 1962, accompagnava non la scoperta, ma il debutto in società dell'autografo del Decameron 1. Il termine grafia, con quel vago sentore di tribunale, è adoperato da Ricci al posto di scrittura: forse casualmente, anche se di fatto la sua fu insieme expertise e definitiva sentenza sull'autografia dell'Hamiltoniano 90 2. Da quel lavoro (e prima ancora dalle osservazioni di Barbi), passando per il profilo di Boccaccio copista disegnato da Albinia de La Mare 3 e fino alla recentissima, lunga nota di Marco Cursi nel volume dedicato alle Origini e * Pubblico il testo nella forma in cui è stato letto, col solo necessario complemento delle note bibliografiche, senza tener conto di quanto è uscito dopo la data del convegno fiorentino. Per comodità del lettore aggiungo alla fine un elenco, in ordine cronologico, degli autografi noti (Appendice I, pp. 164-165) e una sintetica cronologia delle scoperte e riscoperte degli autografi e dei manoscritti della biblioteca di Boccaccio (Appendice II, pp. 166-170). 1 Svolgimento della grafia del Boccaccio e datazione del codice, in V. Branca-P.G. Ricci, Un autografo del Decameron (Codice Hamilton 90), Padova, CEDAM, pp. 47-67. 2 Per questo e tutti gli altri autografi di Boccaccio, e così per i libri da lui posseduti, rinvio collettivamente al catalogo della mostra inaugurata in occasione del convegno, nel quale si trovano dettagliate schede descrittive e ampia documentazione fotografica: Teresa De Robertis et al. (a cura di), Boccaccio autore e copista, catalogo della mostra
Narrativa in viaggio e incontro con Boccaccio
Al-Adab Journal, 2020
L'articolo focalizza l'attenzione sul concetto dell'incontro tra le letterature mondiali, soprattutto la narrativa. Gli esempi che portiamo tendono a dare una visione storica su come il genere narrativo fece il suo viaggio lungo i millenni, partendo dai semplici antichi concetti orientali per arrivare al suo traguardo all'epoca di Giovanni Boccaccio, in Italia, e ripartire nuovamente come vera e propria arte tra le più note partecipanti alla comparsa del Rinascimento europeo. The article focuses the attention on the concept of meeting among world literatures, especially the Narrative. The examples we take tend to give us a historical look at how the narrative genre made its way through the millennia, starting from the simple ancient concepts to reach its goal at the time of Giovanni Boccaccio in Italy, and to resume again as true Art even among the important participants in the appearance of the European Renaissance.